Cibo e conservazione. La performance di Cristiano Corbucci a Senigallia

Il 12 febbraio ha avuto luogo nel cortile interno di Palazzetto Baviera a Senigallia la performance For a rainy day di Cristiano Corbucci, a cura di Matteo Soana. Primo atto espositivo di Outodoor Marina, il calendario di esperienze diffuse nel tessuto urbano locale.

In occasione del primo evento di Outdoor Marina, Cristiano Corbucci ha presentato una performance che parla di cura, cucina e conservazione degli alimenti come metafora delle dinamiche che attraversano gli spazi individuali e collettivi nella quotidianità come nell’arte.
For a rainy day mette in scena una riflessione molto precisa sull’atto della conservazione, intesa come necessità fondamentale che, attraverso il cibo, è in grado di raccontare il tempo presente, tra isolamento forzato e cura del sé e del prossimo. L’allestimento che ospita la performance è costituito da una serie di strutture, progettate dall’artista, che danno forma a una cucina “ristretta”, in cui ogni elemento ha una specifica funzione e non occupa che lo spazio necessario all’azione del performer.
Con la meticolosità di un architetto, Corbucci costruisce nello spazio esterno l’intima atmosfera di una cucina privata, in cui il superfluo è stato eliminato. L’allestimento si compone di una piattaforma di lamiera lucida posta al suolo che definisce il perimetro del movimento, intorno alla quale si sollevano sei piani d’appoggio di diverse altezze, le cui misure sono calibrate su quelle degli strumenti da cucina.

Cristiano Corbucci, For a rainy day, 2021, performance a Palazzetto Baviera, Senigallia. Courtesy Outdoor marina. Photo Elisa Veronelli

Cristiano Corbucci, For a rainy day, 2021, performance a Palazzetto Baviera, Senigallia. Courtesy Outdoor marina. Photo Elisa Veronelli

LA PERFORMANCE DI CRISTIANO CORBUCCI

Lo spazio silenzioso e ordinato della cucina prende vita attraverso l’azione dell’artista che, a piedi scalzi, si dedica alla preparazione di monoporzioni di verdura da offrire al pubblico.
Le diverse fasi della manipolazione del cibo, dalla pulitura alla cottura in acqua bollente, avvengono con gesti lenti e controllati, permettendo allo spettatore di essere coinvolto nell’esperienza di un rituale quotidiano che assume in questo caso connotazioni di carattere mistico e introspettivo. Il performer indossa delle cuffie attraverso le quali ascolta la propria musica preferita, isolandosi in parte dal contesto ed evidenziando, ancora una volta, la dualità semantica dell’azione individuale-collettiva. È solo grazie al riflesso di forme e ombre sul piano di lavoro metallico che avviene l’incontro con l’altro. Gli ingredienti da cuocere sono già presenti nell’ambiente, ma è la presenza viva dell’essere umano che, introducendo l’acqua nella pentola, opera il processo di metamorfosi degli elementi.

Elisa Veronelli

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