Gli affreschi su carta di Ruby Onyinyechi Amanze a Reggio Emilia
Al momento chiusa per effetto delle restrizioni dovute alla pandemia, la Collezione Maramotti di Reggio Emilia ospita gli sperimentali affreschi su carta dell’artista nigeriana Ruby Onyinyechi Amanze.
La Collezione Maramotti fa da cornice a How to be enough, la prima mostra italiana di Ruby Onyinyechi Amanze (Port-Harcourt, Nigeria, 1982). Ospitata negli ambienti dedicati alle esposizioni temporanee, la mostra è composta da quindici pannelli di carta, che si estendono fino al soffitto e rivestono interamente le pareti della stanza.
La giovane artista ha sviluppato nel corso degli anni un proprio alfabeto d’immagini, dal carattere piuttosto familiare e rassicurante, che ricorrono all’interno delle sue opere.
Su sfondi dipinti in diverse tonalità di bianco, elementi naturali e architettonici animano la scena, intersecandosi con il perimetro dei pannelli, dando vita a una danza inusuale, in cui la forza di gravità è sospesa. La risultante è un moderno affresco, che mischia elementi di tradizione secolare a sperimentazioni contemporanee. Lo spazio si dilata, acquisendo una forza tridimensionale inaudita per il mezzo artistico, amplificata dalle originali scelte cromatiche e di composizione. Proprio queste ultime spingono prepotentemente il linguaggio pittorico in avanti, conferendogli caratteristiche moderne, in cui texture, colore e percezione “aumentata” dello spazio sembrano catapultare lo spettatore in un universo parallelo e virtuale.
ARTE, DANZA E POESIA NELL’OPERA DI RUBY ONYINYECHI AMANZE
Appassionata di affreschi murali italiani, Amanze ama la danza e la poesia, al punto che entrambe sono rintracciabili lungo l’intero asse della sua produzione. I titoli delle sue opere sono versi che esprimono concetti poetici, un complemento all’immagine caro a molti artisti che l’hanno preceduta, come Fontana e Scanavino, ad esempio. L’approccio al lavoro su carta sembra rispecchiare la stessa meticolosità con cui un sarto sceglie il tessuto delle proprie creazioni. La carta, infatti, non è un mero supporto sul quale scivolano grafite e colori, bensì un elemento materico, che l’artista ama esplorare.
Non sorprende pertanto apprendere che questa indagine sia nata in seno agli studi universitari di Amanze, specializzata in texture, divenendo il mezzo di lavoro prediletto, a partire dal 2004. I personaggi di How to be enough, prima opera realizzata su questa scala, seguono un ritmo musicale, liberi non solo di fluttuare nello spazio, ma di gestire la propria identità, slegati dal compito di giocare un ruolo preciso all’interno della narrazione. Dal 2012, Ada è la donna protagonista dei disegni di Amanze e ricorre nelle sue opere, insieme agli elementi architettonici e all’acqua.
I PROGETTI DI AMANZE
Il progetto How to be enough è stato realizzato in circa due anni di lavoro, coprendo pertanto il periodo dell’attuale pandemia. L’artista, che dichiara di non aver fortunatamente subito intoppi al proprio lavoro, al momento si prepara per una nuova mostra a Chicago. A giugno sarà ospite della Collezione Maramotti, dove terrà una performance site specific di danza.
‒ Elena Arzani
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