Nuovo allestimento per il Museo Bodoniano di Parma. Riaprirà nei 150 anni dalla morte di Bodoni
Sorgerà al piano terra del complesso della Nuova Pilotta. Concepito dal direttore Simone Verde, occuperà le sale un tempo utilizzate come magazzino dei periodici della Biblioteca Palatina. L’apertura è prevista per aprile.
Il nuovo allestimento e la ridislocazione hanno richiesto un impegno economico di circa 760.000 euro, interamente coperto dal MIC. Ma si è trattato di un intervento necessario perché, come spiega il direttore Simone Verde, il vecchio Museo Bodoniano risultava di difficile accesso e, nell’allestimento del 1963, scarsamente comunicativo per un pubblico di non esperti.
CHI ERA GIOVANNI BODONI
Celebrato ancora oggi in tutto il mondo per i caratteri tipografici da lui creati, e che portano il suo nome, Giambattista (Giovanni Battista) Bodoni (Saluzzo, 1740 – Parma, 1813) perfezionò l’arte della stampa appresa dal padre trasferendosi a Roma dove lavorò nella tipografia della Congregazione per la Propagazione della Fede, e rientrato a Parma il Duca Ferdinando lo nominò direttore della Tipografia Reale. Bodoni raggiunse l’apice nel 1791, quando ottenne dal Duca il permesso di aprire una privata stamperia da cui uscirono in seguito tutti i capolavori della sua produzione, fra cui l’Iliade e le opere di Orazio e Poliziano. Bodoni rimase in auge anche nel periodo napoleonico, e scomparve agli albori della Restaurazione. Fra le sue opere più importanti, quel Manuale Tipografico che contiene oltre 600 incisioni, caratteri latini ed esotici, 1000 fra ornamenti e vignette disegnate da Bodoni, ma soprattutto quei moderni caratteri da stampa ancora oggi in uso in tutto il mondo e che riassume in quattro principi (uniformità, nitidezza, buon gusto, incanto) la bellezza di una famiglia di caratteri tipografici.
IL MUSEO BODONIANO
Il Museo, il più antico del genere in Italia, sarà organizzato su quattro sezioni, la prima delle quali dedicata al rapporto di Bodoni con Parma e l’Europa, in modo da conoscere le relazioni che intercorrevano fra quella piccola corte italiane e quelle maggiori straniere, ma anche stile e condizioni di vita del Ducato, e sarà possibile “conoscere” Bodoni attraverso i suoi ritratti, i luoghi della vita e il suo percorso culturale. Inoltre sarà esposta una selezione di libri a stampa del tempo, in particolare dei tipografi di riferimento di Bodoni, quali Baskerville. La sezione più importante, “La fabbrica del libro”, divisa in quattro grandi nicchie, ricostruisce le varie fasi di lavoro di Bodoni, a partire dalla fonderia dei caratteri con punzoni, matrici, forme di fusione, fino alla riproduzione, con esempi di manoscritti di tipografia, il compositoio e il vantaggio. Il percorso prosegue con “La stampa”, con prove su carta e pergamena, copie su seta, e il torchio, ricostruzione del 1940, rimesso in funzione anche a fini didattici. La sottosezione “L’illustrazione e la legatura”, espone numerose lastre di rame e legature delle edizioni bodoniane (con particolare riferimento a quelli per l’Esposizione Universale di Parigi nel 1811). Per arricchire questa sezione, il Museo ha richiesto all’Istituto Toschi di poter esporre la macchina calcografica della Stamperia reale. In chiusura di percorso, “Il mito di Bodoni”: una grande libreria con la raccolta dei volumi bodoniani, con particolare riguardo alla raccolta palatina ancora con legature originali. Non mancano tuttavia gli apparati multimediali, come le proiezioni su monitor dei caratteri bodoniani ancora oggi in uso, un tavolo touch screen con la storia delle celebrazioni Bodoniane, la dislocazione delle principali raccolte nel mondo o dei luoghi che ancora oggi richiamano alla memoria Bodoni e i suoi caratteri. Andrea De Pasquale, direttore scientifico della Pilotta, così si esprime sul nuovo soggetto: “Il Museo Bodoniano è il più antico museo della stampa al mondo, essendo stato fondato da Angela Pezzana nel 1842 quando, per rendere visitabile i capolavori della produzione bodoniana, come avveniva quando Bodoni era in vita, venne allestita una “stanza dei punzoni”, con uno specifico conservatore, presso la Galleria dell’Incoronata della Palatina”.
– Niccolò Lucarelli
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