Da Beirut a Milano. La Maddalena Sursock di Artemisia Gentileschi a Palazzo Reale
“Ferito” dall’esplosione avvenuta nel 2020 nella capitale del Libano, il quadro di Artemisia Gentileschi è stata esposta nella mostra Le Signore dell’Arte, che riaprirà appena le condizioni sanitarie lo permetteranno. Alla fine dell'evento verrà sottoposta a restauro.
È giunto a Milano l’ultimo tassello della mostra Le Signore dell’arte. Storie di donne tra ‘500 e ‘600 a Palazzo Reale, esposizione dedicata alla riscoperta delle pittrici italiane del passato, mostrata alla stampa in anteprima ma mai aperta al pubblico a causa del passaggio della Lombardia dalla zona gialla a quella arancione e infine rossa, con la conseguente chiusura di tutti i musei. Le Signore dell’Arte, che racconta il percorso artistico e personale di 34 diverse artiste (tra cui Artemisia Gentileschi, Sofonisba Anguissola, Lavinia Fontana, Elisabetta Sirani e Giovanna Garzon) attraverso più di 130 opere, è visitabile attraverso un tour virtuale su Zoom organizzato in diverse date.
IL RESTAURO DELLA MADDALENA DI SURSOCK
Era attesa da tempo in Italia la Maria Maddalena, realizzata da Artemisia Gentileschi e datata 1630-1631, nota anche come la Maddalena Sursock, poiché esposta nella collezione Sursock di Beirut (i Sursock erano una delle famiglie più aristocratiche del Libano). Arrivata dal Medio Oriente in una cassa, è stata liberata dagli esperti di Palazzo Reale che ne hanno valutato le condizioni, prima di collocarla nel percorso della mostra e sottoporla a restauro una volta che l’evento sarà concluso. L’opera, infatti, è rimasta danneggiata nell’esplosione avvenuta il 4 agosto del 2020 nella capitale del Libano, e reca evidenti segni e fori dell’esplosione.
LA MADDALENA DI SURSOCK: DA BEIRUT A MILANO
La Maddalena Sursock, esposta per la prima volta in una mostra, è stata attribuita solo recentemente a Artemisia Gentileschi, grazie alla tesi di dottorato alla Sorbona di Gregory Buchakjian confermata dallo studioso Riccardo Lattuada, che in questa occasione ha parlato dell’opera: “Ferita dai danni dell’esplosione al porto di Beirut del 4 agosto 2020, appesantita da vecchi ritocchi e stuccature che non ne spengono l’impatto visivo, questa intensa Maddalena di Artemisia Gentileschi è in fase di restauro”, spiega. “Fa parte della collezione Sursock, una delle famiglie più aristocratiche del Libano, con legami parentali internazionali, tra cui i Colonna di Roma e i Serra di Cassano di Napoli”.
LA MADDALENA DI SURSOCK DESCRITTA DALLO STUDIOSO DI ARTEMISIA GENTILESCHI
“Gli inconfondibili toni di giallo oro cupo e blu oltramarino su cui spicca il candore della camicia sono enfatizzati dalla potenza del chiaroscuro, che non preclude alle parti in luce uno splendore netto ed efficiente anche nelle transizioni verso le forme in penombra: è, questo, un elemento peculiare del periodo napoletano di Artemisia”, così Lattuada descrive l’opera. “Se è facile osservare sul piano stilistico e formale l’attribuzione ad Artemisia per la Maddalena di Beirut, è altrettanto evidente che qui, come in tutte le sue opere migliori, la pittrice riesce a centrare la cifra emotiva del soggetto raffigurato: la santa, il cui sguardo estatico trasmette la gratificazione per il passaggio a una nuova vita sorretta dalla fede”, conclude, “sembra dialogare mentalmente con il divino, mentre alle sue spalle i gioielli e il vaso degli unguenti sono posti quasi a sottolineare l’abbandono della precedente esistenza”. Nella gallery alcune immagini dell’allestimento della mostra di Palazzo Reale.
-Giulia Ronchi
https://www.palazzorealemilano.it/
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