Golden Visa. I manifesti dell’artista Rogelio López Cuenca invadono Roma
Come parte della mostra “A quel paese”, organizzata dalla Fondazione Baruchello e la Real Academia de España, la serie di manifesti di Rogelio López Cuenca affronta il tema della migrazione con i linguaggi tipici della pubblicità
Una mostra diffusa su tutta la città, in cui le classiche pareti di un museo o di una galleria sono sostituite da dispositivi pubblicitari che, per le prossime settimane, ospiteranno speciali manifesti d’artista. Golden Visa è il titolo del progetto, una serie di 10 manifesti ideati dall’artista Rogelio López Cuenca (Nerja, 1959) protagonista, anche se attualmente è chiusa al pubblico a causa dei provvedimenti anti-Covid, della mostra A quel paese, prima retrospettiva italiana di López Cuenca organizzata dalla Fondazione Baruchello in collaborazione con la Real Academia de España a Roma e Acción Cultural Española AC/E, a cura di Anna Cestelli Guidi.
IL PROGETTO “GOLDEN VISA” DI ROGELIO LÓPEZ CUENCA
Golden Visa è uno degli step di cui si compone la mostra, le cui opere sono installate presso la Fondazione Baruchello, la Real Academia de España e lo spazio pubblico. L’esposizione nelle sedi della Fondazione e della Real Academia si compone di pitture, installazioni, video, testi editoriali che trattano i temi ricorrenti della poetica e della ricerca di López Cuenca, ovvero il viaggio, le politiche migratorie, la memoria storica, la speculazione urbana e la spettacolarizzazione della cultura in funzione del turismo. Seguono questo filone anche i dieci manifesti di Golden Visa, che fino al 28 marzo saranno installati in 250 dispositivi pubblicitari della Capitale, da via delle Botteghe Oscure al Colosseo, da largo Brancaccio a via Panama, da via Appia a Viale San Paolo, da via Aurelia Antica a Lungotevere Flaminio, da Viale Palmiro Togliatti a via Prati Fiscali, da Viale Jonio a via Vasco de Gama. I manifesti saranno poi esposti, sempre in 250 esemplari, dal 22 aprile all’1 maggio e altrettanti tra il 4 e il 13 giugno. I manifesti di López Cuenca presentano la struttura iconografica tipica di una campagna pubblicitaria, veicolando però messaggi il cui contenuto entra in cortocircuito con la forma e sottolinea le contraddizioni esistenti tra la realtà della migrazione e il modo in cui di questo tema parlano i media.
L’ICARO DI ROGELIO LÓPEZ CUENCA SUL GIANICOLO
Particolarmente emblematico è il segnale urbano che l’artista ha collocato sulla terrazza di San Pietro in Montorio sul Gianicolo: Icarus (1994-2020) è una ironica lettura del paesaggio contemporaneo e una rilettura contemporanea del quadro omonimo di Peter Brueghel il Vecchio (1554-1555): come nel quadro di Brueghel, in cui il paesaggio è il vero protagonista dell’opera, anche nell’opera di López Cuenca il paesaggio (quello reale, ovvero la vista dalla terrazza) ha avuto il sopravvento sul mito. Icaro infatti è sparito, e ciò che rimane è il paesaggio contemporaneo fortemente antropizzato.
– Desirée Maida
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