La Biennale Internazionale dell’Antiquariato di Firenze slitta al 2022 a causa della pandemia
Le nuove date sono dal 24 settembre al 2 ottobre 2022, affinché sia “una grande festa come lo è sempre stata”. Ce ne ha parlato Fabrizio Moretti, segretario generale della manifestazione di rilevanza internazionale dedicata all’antiquariato
Si comincia a parlare di riaperture, mostre in gallerie, eventi in presenza (come la Biennale di Architettura a Venezia, che partirà a fine maggio). Ma, nonostante la voglia di ripartire in grande stile, la verità è che gli impedimenti della pandemia non permetteranno il ritorno alla piena normalità neanche nei prossimi mesi, quando alcune grandi fiere (Miart a Milano, TEFAF Maastricht e Art Basel a livello internazionale) proveranno a tornare alla loro dimensione fisica. Sono queste le considerazioni che hanno spinto la BIAF – Biennale Internazionale dell’Antiquariato di Firenze a rimandare la sua 32esima edizione di un anno, dando appuntamento direttamente dal 24 settembre al 2 ottobre del 2022. L’importante manifestazione dedicata all’antiquariato si terrà, come da tradizione, nella splendida cornice di Palazzo Corsini a Firenze.
La Biennale salta di un anno per mancanza di condizioni necessarie al suo svolgimento. Ma quali erano le condizioni sine qua non per voi?
Intanto dobbiamo tenere ben presente il momento di grande difficoltà che sta vivendo non solo il nostro paese, ma il mondo intero. In questo anno credo che tutte le attività legate ai festeggiamenti vadano un po’ messe da parte. La Biennale Internazionale dell’Antiquariato di Firenze, invece, deve essere una grande festa come lo è sempre stata, non solo per il suo valore artistico ma anche per quello sociale, con la sua capacità di far incontrare le persone.
Cosa vi ha indotto a prendere questa importante decisione?
Visto che l’evento è ospitato in un palazzo, da intendersi un po’ come una casa, non possiamo prenderci la responsabilità di arrivare a settembre con un problema Covid ancora non del tutto risolto. Di fronte a questa eventualità, oggi siamo costretti a fare un passo indietro. Sono quasi certo che l’emergenza non sarà risolta al 100% per l’autunno. Immaginiamo che una sola persona si contagi nel momento dell’allestimento! Fermerebbe tutti i lavori, tutta la macchina. Inoltre sarebbe impossibile organizzare tanti eventi in presenza, come il famoso pranzo di Gala e tutte le varie tavole rotonde. Per non parlare dell’ingresso contingentato, che all’interno di palazzo Corsini mi pare quasi una follia.
Qual è la conclusione, quindi?
Abbiamo pensato quindi di aspettare un anno e tornare più carichi di prima con qualche idea che possa rendere questa Biennale ancora più magica. Che il 2022 sia quindi l’anno della rinascita.
In questo periodo di stop avete cominciato a sperimentare qualche forma di attività digitale, implementando la vostra comunicazione, ad esempio?
Certo, anche durante questo periodo andiamo avanti con i nostri canali mediatici e cerchiamo di formare il nostro pubblico. Non credo che si farà mai un’edizione online comunque, non penso sia un’ipotesi attuabile. Come ho detto più volte, con i quadri antichi devi avere un contatto diretto, reale, li devi “toccare”. Un discorso diverso invece per l’arte contemporanea, che spesso non ha il problema dello stato di conservazione e può essere trattata in modo differente rispetto all’antiquariato.
Cosa ci dobbiamo aspettare dall’edizione di settembre 2022? Il programma sarà più o meno lo stesso o subirà variazioni?
Il programma rimarrà invariato, le date saranno quelle già annunciate. La Biennale è un evento da sempre atteso per il primo autunno e così deve rimanere.
– Giulia Ronchi
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