A Firenze hotel chiusi diventano residenze d’artista. Il caso del Torre Guelfa
Il progetto è dell’Hotel Torre Guelfa di Firenze che per ovviare alle chiusure imposte dall’emergenza pandemica ha lanciato una nuova residenza d’artista
Ci troviamo a Firenze, una delle città simbolo dell’arte per il mondo intero e precisamente nell’Hotel Torre Guelfa, struttura alberghiera gestita dalla famiglia Zucconi. L’hotel si è trovato, come gli altri, a sospendere la propria consueta attività a causa dell’emergenza pandemica ancora in corso. L’idea dei proprietari è stata quindi quella di riconvertire alcuni suoi spazi in una residenza d’artista, assegnando a 7 giovani diplomati in Accademie di Belle Arti una stanza che si è riconvertita, per l’occasione, in atelier. Le opere create durante la residenza artistica sarebbero confluite nel progetto “Margine”, la mostra inaugurata venerdì 7 maggio e visitabile, su prenotazione, fino al 23 maggio 2021.
IL PALAZZO DEGLI ACCIAUIOLI OGGI HOTEL TORRE GUELFA
L’edificio corrisponde a un antico palazzo che ha contribuito a fare la storia della città: si tratta di Palazzo Acciaiuoli, sorto nel 1341 per volontà del Gran Siniscalco, Primo Ministro e Connestabile Niccolò Acciaiuoli, all’epoca uno degli uomini più illustri e potenti della città, e i 600 anni di storia della famiglia Acciauioli, Guelfi fuggiti da Brescia nel XII secolo per fare fortuna non solo a Firenze ma nel Regno di Napoli fino al Ducato di Atene, sono racchiusi tra le mura del Palazzo. Costruito in rustico bugnato di pietra forte e filaretto, a livello architettonico il Palazzo Acciaiuoli ha l’aspetto proprio delle fortezze urbane. Sulla facciata è scolpito anche lo stemma della Certosa unito a quello degli Acciaiuoli: due leoni che sorreggono bandiere gigliate, al centro la croce del Calvario e la scritta Certosa. Dal XIV secolo fino alle invasioni napoleoniche e alla soppressione degli ordini monastici, il Palazzo Acciaiuoli restò proprietà dei frati certosini. La Torre, oltre ad essere l’edificio privato più alto della città, è una delle poche costruzioni medievali rimaste a Firenze.
UNA COMUNITÀ CHE DA’ VOCE A REALTÀ SOMMERSE E FRAMMENTATE
Eterotopie Dissidenti è nata come comunità artistica nel settembre 2020 come luogo che si nutre di ideali come la lotta contro la mercificazione della città e dell’arte, la riappropriazione degli spazi del centro cittadino, il dialogo tramite il medium artistico tra individuo e spazio urbano. Si legge dal Manifesto: “Eterotopie Dissidenti è un luogo di accensione e di concepimento fantastico. Una fucina che non genera artefatti, ma atti artistici. Non vogliamo recidere il legame con la città che lega vita e produzione, perciò ci impegniamo affinché la nostra presenza si faccia magma inedito di tensioni espressive. Vogliamo ricreare un microcosmo urbano che si renda spazio di integrazione per realtà sommerse e frammentate”. L’occasione del distanziamento sociale è stata paradossalmente la scintilla che ha dato via a questo interesse sulle tematiche relative agli spazi urbani per gli esseri umani e all’arte come medium per veicolare ed estendere il rapporto tra luogo e individui. Proprio in un momento di confino e di distanza, l’arte ha svolto una funzione riflessiva e aggregante. In particolare, questi artisti si sono trovati accomunati da una lettura particolare della città di Firenze, che è devota a una certa riverenza storica e che perciò fatica a trovare la propulsione di un circuito culturale e artistico prossimo alla contemporaneità. In quest’ottica, si vogliono proporre come un’alternativa nel sottobosco fiorentino. È possibile poter apportare una bellezza “altra” rispetto a quella a cui Firenze, come del resto altre città, vengono sempre associate?
IL PROGETTO “MARGINE”.
Il diverso, l’altro, le realtà sommerse, le trame nascoste all’interno dell’ampio tessuto cittadino, sono stati i punti di interesse per questa residenza, attiva da gennaio 2021, orientata verso le arti visive, che vede protagonisti Gianluca Braccini, Giovanni Bonechi, Claudia Di Francesco, Lilia Garifullina, Silvia Muleo, Jonathan Soliman e Sofia Talanti, accompagnati nella realizzazione del progetto da Corso Zucconi nel ruolo di direttore di progetto, Gianluca Braccini come direttore artistico, Cristoforo Maria Lippi in veste di curatore, Diego Maria Cappiello come produttore esecutivo. Per il comparto specialistico la progettazione di allestimento è ad opera di Jorio Corelli, mentre per quella grafica si ha Lilia Garifullina e Vincenzo Lapiccirella, grazie alla fotografia di Matteo Fiorino, a completare Italia Bruno per la gestione dei social media.
– Agnese Comelli
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