17. Mostra Internazionale di Architettura – Padiglione Arabia Saudita
Il Padiglione Nazionale Saudita si presenterà come una mostra sperimentale che affonda le radici nella ricerca di archivio.
Comunicato stampa
Padiglione dell’Arabia Saudita alla 17. Mostra Internazionale di Architettura – La Biennale di Venezia
• L’Arabia Saudita parteciperà per la seconda volta alla 17. Mostra Internazionale di Architettura a Venezia.
• Il gruppo selezionato per rappresentare il Regno include gli architetti Basmah Kaki, Hessa AlBader e Hussam Dakkak, e i curatori con base a New York, Uzma Z. Rizvi e Murtaza Vali.
• La mostra Accommodations analizza una serie di incontri socio-spaziali nei quali si intrecciano storie, protocolli e gesti della quarantena vissuta in Arabia Saudita.
28 aprile, Riad, Arabia Saudita – Il Padiglione Nazionale Saudita parteciperà per la seconda volta alla 17. Mostra Internazionale di Architettura di Venezia con l’esposizione: Accommodations.
Gli architetti scelti per rappresentare l’Arabia Saudita sono Hussam Dakkak, Basmah Kaki e Hessa AlBader. Con attività che spaziano da Jeddah a Londra e Kuwait City, il trio rappresenta una nuova generazione creativa che sta crescendo sull’onda della trasformazione culturale del Paese. Lavoreranno a fianco dei curatori con sede a New York, Uzma Z. Rizvi e Murtaza Vali.
Riflettendo sul tema di quest’anno di “How Will We Live Together?”, visto attraverso la lente della quarantena (sia attuale sia storica), il Padiglione Nazionale Saudita si presenterà come una mostra sperimentale che affonda le radici nella ricerca di archivio. Sarà strutturato e ideato per invitare a momenti di esplorazione, retrospezione e analisi. Concepita come una molteplicità di spazi all’interno di un unico spazio, la mostra si svilupperà in tre parti che invitano i visitatori a esplorare i mondi della quarantena e con essi l’intreccio relazionale tra inclusione ed esclusione. La mostra indagherà il modo in cui gli involucri spaziali si evolvono in risposta ai contesti esterni, traendo nuovi significati da situazioni inedite e ridefinendo la relazione tra l’individuo, la comunità e l’altro.
“La mostra ripercorre la storia degli spazi chiusi, esaminando il modo in cui l’ambiente edificato e il tessuto urbano si adattano per far fronte a condizioni di emergenza e come il significato e l’uso di tali spazi cambino nel tempo. Il Padiglione Nazionale Saudita ha l’intento di stimolare una maggiore conoscenza delle tensioni tra le azioni di separazione, insite nella quarantena, e quelle di adattamento, necessarie per continuare a vivere” spiegano così i curatori Uzma Z. Rizvi e Murtaza Vali.
Ospitata ancora una volta all’interno dell’Arsenale di Venezia, la mostra sarà aperta al pubblico a Venezia e sarà accompagnata da un sito web dedicato che verrà attivato nel maggio 2021.
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Il Padiglione Nazionale Saudita è stato commissionato dalla Commissione Architettura e Design, con il patrocino del Ministero della Cultura saudita. Incaricata di gestire lo sviluppo del settore nell’ambito di Saudi Vision 2030, la Commissione sta attuando una serie di programmi e iniziative per promuovere e sostenere un ecosistema culturale che accoglie e incoraggia il talento locale.
La Dottoressa Sumayah Al-Solaiman, CEO della Commissione, ha affermato: “Il Padiglione Nazionale Saudita rappresenta una piattaforma per la nostra fiorente comunità architettonica nazionale che potrà così condividere la propria visione creativa con un pubblico internazionale, in occasione di uno dei principali eventi di scambio e dialogo culturale”.
“Gli espositori di quest’anno incarnano la molteplicità dei talenti emergenti del nostro Paese. Siamo lieti di poter ospitare le loro opere tornando per la seconda volta alla Biennale di Architettura con un progetto concepito per promuovere il dialogo sulle implicazioni architettoniche dell’ultimo anno”.
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Gli espositori:
Basmah Kaki
Basmah Kaki è architetto e partner di Studio Bound. Ha conseguito la laurea in architettura alla Architectural Association di Londra. Vincitrice della medaglia di bronzo RIBA, è stata inoltre insignita dello UK Award di SOM Foundation. Kaki vive a Gedda dove si occupa di diversi progetti culturali di rilievo in Arabia Saudita. Conduce attività sul patrimonio nei siti UNESCO di Al Balad, a Gedda, e ad Al Ula. Sta inoltre lavorando a una serie di progetti di sviluppo lungo l’autostrada del Mar Rosso. Nel periodo alla Rogers Stirk Harbour + Partners e mentre lavorava per Sir Peter Cook, Kaki si è occupata di numerosi progetti di alto profilo in Europa e in Medio Oriente. È direttrice e tutor del programma AA Visiting School: Makkah vs Makkah. Le opere del programma si incentrano su uno studio urbano approfondito della città di Mecca e sono state esposte, tra le diverse sedi internazionali, alla Triennale di Architettura di Sharjah nel 2019.
Hessa AlBader
Hessa AlBader è architetto e partner di Studio Bound, dove collabora a progetti di design e ricerca sia a Londra che nel Golfo Arabo. È stata co-direttrice e tutor di AA Visiting School: Makkah vs Makkah, ha partecipato a seminari e convegni a Sharjah e in altre località del GCC. È senior project manager a Wafra
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Real Estate (Kuwait) dove opera come curatrice e gestisce gare di progettazione internazionale e progetti edilizi. AlBader ha conseguito la laurea in Architettura alla Architectural Association di Londra ed è stata ospite critico alla AA e alla Kuwait University.
Hussam Dakkak
Hussam Dakkak è architetto e vive a Londra. È partner di Studio Bound e dirige il programma della AA Visiting School di Gedda dal 2015. Dakkak ha conseguito un master in Architettura alla Architectural Association di Londra ed è un architetto membro di ARB. Dakkak ha svolto il praticantato presso Squire and Partners a Londra, dove ha lavorato a una serie di importanti progetti di sviluppo con British Land, Lodha, Emaar a Dubai e Wafra in Kuwait. Dakkak è attualmente responsabile di progettazione e sviluppo per Rassmal. Svolge inoltre attività di consulenza per diversi progetti culturali e architettonici con PIF e con la Royal Commission di Mecca. Dakkak ha tenuto conferenze alla London School of Economics, l’Università di Harvard, la AA e porta avanti la sua attività di ricerca e progettazione con Studio Bound.
Informazioni su Studio Bound:
Con sede a Londra e nel Golfo, Studio Bound è uno studio di progettazione e ricerca fondato nel 2015 da Hussam Dakkak, Hessa AlBader e Basmah Kaki. Studio Bound opera come studio di progettazione e laboratorio di ricerca. Lo studio lavora nel settore pubblico e privato con progettisti e ricercatori di diversi settori industriali. Attualmente sta dirigendo una serie di progetti strategici in siti del patrimonio UNESCO ad Al Balad, a Gedda, e ad Al Ula, nonché progetti di rilievo lungo l’autostrada del Mar Rosso.
Il laboratorio di ricerca indaga, in particolare, la complessità e l’unicità dei contesti urbani, con l’intento di coinvolgere tanto la progettazione quanto le discipline accademiche. Fin da subito Studio Bound ha collaborato a numerosi progetti con il Ministero della Cultura saudita, il Guggenheim di Abu Dhabi, la Sharjah Art Foundation, l’Autorità per il turismo e la cultura di Abu Dhabi e Art Jameel. Studio Bound è stato invitato a intervenire all’Università di Harvard, al Global Heritage Fund e ha contribuito a numerose pubblicazioni, tra le quali Architectural Review e WTD magazine.
Informazioni sui curatori:
Murtaza Vali è critico, curatore e storico d’arte. Vive tra Sharjah e Brooklyn. Attualmente si sta dedicando a progetti incentrati su storie dell’arte materialiste, minimalismi eccentrici, fantasmi e altre forme di soggettività liminali e passato storico represso nonché sul peso del colore e sull'arte contemporanea del litorale dell'Oceano Indiano. Nel 2011 ha ottenuto la borsa di studio Creative Capital | Warhol Foundation Arts Writers Grant nella categoria Short-Form Writing e le sue recensioni appaiono regolarmente in Artforum, Frieze e art- agenda.com, oltre ad altri periodici d’arte internazionali. Ha inoltre scritto saggi per cataloghi di mostre ospitate in istituzioni non-profit e gallerie commerciali in tutto il mondo. Vali fa inoltre parte del team artistico della 2. FRONT Triennal di Cleveland del 2022 ed è curatore aggiunto al Jameel Arts Centre di Dubai, dove ha curato Crude, la collettiva inaugurale che ha ricevuto ampio consenso esplorando il nesso tra petrolio e modernità in Asia Occidentale. Visiting Instructor al Pratt Institute di Brooklyn, è stato lead tutor (con Uzma Z. Rizvi) al Campus Art di Dubai e lead mentor per il programma Hayy: Learning Curatorial Fellowship.
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Uzma Z. Rizvi è archeologa antropologica e culturale specializzata in studi urbani antichi, critica epistemica e studi critici del patrimonio. Rizvi ha volutamente messo in relazione archeologia e critica culturale, filosofia, teoria critica, arte, architettura e progettazione. È professoressa associata di Antropologia e Studi Urbani al Pratt Institute di New York e Visiting Professor alla Shah Abdul Latif University di Khairpur in Pakistan. Rizvi ha pubblicato quattro libri, oltre a numerosi articoli e saggi, tra cui contributi comparsi in The New Inquiry, E-Flux, TANK, LEAP e anthro{dendum}. Tra le pubblicazioni recenti si annoverano “Critical Heritage and Participatory Discourses in the UAE” (2018) e “Decolonization as Care” (2016). Dal 2014 Rizvi è lead tutor (con Murtaza Vali) del programma di seminari di Art Dubai al Campus Art Dubai (CAD) e nel 2016 ha diretto (con Amal Khalaf) il Global Art Forum (GAF-10) di Art Dubai, The Future Was__. Nel 2018 Rizvi è stata a capo del Department of Mapping Margins in occasione di Fikra Graphic Design Biennial 01: Ministero di Graphic Design, Sharjah, UAE.
Informazioni sul Ministero della Cultura:
Con il sostegno del programma strategico Vision 2030 dell’Arabia Saudita e del Quality of Life Program, il Ministero della Cultura sta attuando una trasformazione culturale tesa a sviluppare un ricco ecosistema che alimenti la creatività, liberi il potenziale economico del settore e lasci spazio a nuove forme di espressione e ispirazione.
La partecipazione dell’Arabia Saudita alla Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia rientra nell’ambizioso progetto di sostegno e promozione dei fiorenti settori dell'arte e dell’architettura saudite. Attraverso lo scambio di idee, il pubblico potrà assistere a una serie di narrazioni del Regno, instaurando così relazioni durature con il mondo.