The Space We Live in
12 MOSTRE, 60 ARTISTI, DA MAGGIO A DICEMBRE
GAD GIUDECCA ART DISTRICT RIPARTE DAL NETWORK E DALLA RICERCA SUL TEMA DELLO SPAZIO ANTROPICO
Comunicato stampa
La “rete”, un network di collaborazioni internazionali con istituzioni, curatori, artisti che veda in Venezia un luogo di incontro, confronto, ricerca, ripartenza è la risposta che GAD Giudecca Art District cerca di dare all’emergenza COVID 19 che ha di fatto, da un anno, rivoluzionato il sistema dell’arte.
THE_SPACE_WE_LIVE_IN è il titolo di una rassegna, una ricca serie di 12 mostre, talk, performance, progetti curatoriali, installazioni, che avranno luogo negli spazi di GAD dal 21 maggio alla fine di dicembre, coinvolgendo e connettendo i vari medium espressivi dell’arte contemporanea con lo studio dello spazio architettonico.
Lo “Spazio in cui viviamo” inteso in senso fisico, del luogo cartesiano dell’abitare la casa o la città, nella contemporaneità e della storia recente, il “saper fare” come mezzo di conservazione dell’identità culturale e allo stesso tempo come principale mezzo di progresso e di risposta alle emergenze del secolo in corso.
Ma contestualmente estendendo l’accezione de “Lo spazio in cui viviamo” alla dimensione antropica, inteso come rapporto tra essere umano ed essere umano, nella codificazione sociale e politica del coesistere, e inteso infine come studio della relazione tra uomo e natura, sia nella dimensione intima dell’essere, del rapporto continuo e costante tra azione e reazione, tra sviluppo e ecosostenibilità.
Tra Psiche e Techne.
Ciò che è veramente inquietante non è che il mondo si trasformi in un dominio completo della tecnica. Più inquietante è che l’uomo non sia preparato a questo radicale mutamento. Ed ancora più inquietante è che non siamo capaci di raggiungere, attraverso un pensiero meditativo, un adeguato confronto con ciò che sta realmente emergendo nella nostra epoca
M.Heidegger – L’Abbandono 1959
La prima parte della rassegna si aprirà il 21 di maggio con le prime 4 mostre:
The Space We Live in è il titolo della rassegna generale ma anche il titolo della mostra principale e installazione personale di Markus Heinsdorff, con la partecipazione di Markus Uhring e Christian Schittich.
Markus Heinsdorff artista, designer, architetto internazionale vive e lavora a Monaco di Baviera già rappresentante del suo paese con i padiglioni agli EXPO di Shangai e in India e presente con progetti in India, Tailandia, Indonesia, Vietnam, Brasile, Stati Uniti, Sud Africa e in numerosi paesi Europei.
Curata da Pier Paolo Scelsi, con la collaborazione di COOP Allenza 3.0 e Pasinger Fabrik Monaco di Baviera, con il contributo del Consolato Generale della Repubblica Federale di Germania, l’artista presenterà a Venezia un innovativo progetto che mette a sistema l’emergenza abitativa alla dimensione del recupero e del riuso dei materiali volgendo lo sguardo alla storia e al patrimonio culturale delle architetture vernacolari.
Texture of Fade è il titolo dell’intervento di Reiner Heidorn, pittore, anch’egli di Monaco di Baviera.
In questa mostra, curata da Francesca Mavaracchio, GAD ribadisce la sua attenzione alla ricerca sull’elemento del “paesaggio” e sulla percezione e distorsione del medesimo da parte dell’uomo. Dai boschi della Baviera fino alla Laguna Veneziana i colori di Reiner Heidorn diventano micro organismi, particelle, narrazione di trame oniriche, fiabesche.
Il terzo intervento di maggio, curato da Pier Paolo Scelsi, è Encanto, prima mostra personale a Venezia di Palmalisa Zantedeschi.
Palmalisa Zantedeschi nasce e vive a Verona da una famiglia di quattro generazioni di scalpellini e scultori. Viene formata all’interno dell’azienda famigliare a lavorare la pietra ed a viaggiare nel mondo alla ricerca di materiali. In Encanto l’autrice porterà in mostra lo studio e la ricerca attorno allo “spazio” al rapporto tra l’elemento naturale, ancestrale della “pietra”, della “roccia” del “sasso”, della materia tattile e l’uomo.
Sempre dal 21 maggio GAD ospiterà Mario Gottardi: La misura e la grazia dell’abitare a cura di
Caterina Corni e in collaborazione con l’Archivio Arch. Mario Gottardi.
Questa mostra è l’occasione per ri-scoprire un progettista eccezionale, che fa della misura la sua cifra stilistica: un equilibrio che non significa ripetitività, ma che applica il dominio della linea a una variegata gamma di soluzioni architettoniche e d’interni e che, partendo dagli stilemi razionalisti da cui è chiaramente influenzato, li reinterpreta e li riattualizza seguendo da un lato le tendenze culturali a lui contemporanee e dall’altro le esigenze pratiche e concrete nell’utilizzo degli spazi e soprattutto degli oggetti e dei complementi di arredo, in cui esprime il suo lato più creativo. La mostra si svilupperà attraverso una ricca documentazione fotografica e la proiezione in anteprima del video di Umberto Corni.
Giugno sarà invece il mese in cui verranno avviate importanti collaborazioni permanenti.
La mostra ARCHE’ Architecture of Universe, ribadisce la collaborazione tra Mediation Biennale Foundation, Kunsthalle Hannover e Giudecca Art District, con il patrocinio del Ministero Polacco della Cultura e dello Sport e porterà in mostra una ricerca tra scienza e architettura. Un evento connotato dalla forte presenza di new media e arte digitale inaugurerà un nuovissimo spazio da GAD diretto da Tomasz Wendland: ulteriori 600 mq di spazio espositivo permanente andranno ad aggiungersi alla proposta culturale del distretto.
ARCHE’ vedrà coinvolti 26 artisti internazionali
Jude Anogwih Słlawomir Brzoska Wuttin Chansataboot HsienYu Cheng YAO Chung-Han Hendryk Claussen Elektro Moon Vision Ulrika Eller-Rüter Andrzej Fasiecki Clemens Fürtler Patricija Gilyte Andrzej Glłowacki Andreas Guskos Michalł Janocha Wojciech Kaszuba Kosaara and people Javier Krasuk Lambda Esemble Arkadiusz Marcinkowski David Mozny Renato Nicolodi Christiane Oppermann Marjam Oskoui Chen Pin-Chen (Yea Chen) Wu Po-Yao Urich Lau Wai-Yuen Harro Schmidt Ran Slavin Shih Yi-Shan Jan-Peter E.R. Sonntag Katarzyna Taborowska Tajny_projekt Ilka Theurich Trans-for-Matha Ensemble Tomasz Wendland, Przemysłlaw Degorski Lidia Zielińska Thomas Zitzwitz Damon Zucconi.
Pulse: Electric Mannerism, prima mostra in Italia del duo di artisti turco ha:ar, Arda Yalkin e Hande Şekerciler organizzata con il patrocinio di CER Modern Arts Center, inaugura la collaborazione tra GAD e MoCDA, Museum of Contemporary Digital Art. Un progetto curato da: Chiara Braidotti e Filippo Lorenzin, in collaborazione con Serena Tabacchi.
In quale modo la rilettura del passato attraverso la lente del presente può aiutare a comprendere il proprio tempo? Composto dalla scultrice Hande Şekerciler e l’artista digitale Arda Yalkın, il duo turco ha:ar è impegnato in una ricerca scultorea e compositiva tra mondo fisico e virtuale che reinterpreta l'estetica dei grandi maestri del Rinascimento e del Barocco in chiave contemporanea. La tecnologia impiegata dagli artisti non rappresenta il cardine dell’esperienza estetica, ma permette al visitatore di trovarsi all'intersezione tra un linguaggio antico e uno inedito, in attesa dello svelamento di ulteriori significati possibili.
l’impegno di Gad insieme a Skulpture Line, progetto internazionale con base a Praga, Repubblica Ceca si sviluppa in varie direzioni e proprio nel mese di Giugno verrà comunicato nella sua interezza.
Menzione speciale merita infine il percorso di ricerca, di commistione e di confronto tra le arti visive e il processo scientifico che vedrà il suo evolversi nell’importante partnership e la collaborazione tra GAD e LNFN Laboratori Nazionali di Fisica Nucleare del Gran Sasso.
Mission GAD
Lo scopo di GAD è quello di concepire progetti di Arte Contemporanea e porre in essere un tessuto di connessione tra GAD People, il nostro Staff e i nostri visitatori, Il patrimonio culturale e sociale degli artigiani Veneziani e Istituzioni e Partner Internazionali. Inoltre con il nostro staff portiamo avanti un programma di ricerca costante e continuativo in collaborazione con le istituzioni della città di Venezia.