Informazioni Evento

Luogo
GLENDA CINQUEGRANA ART CONSULTING
Via Luigi Settembrini 17 I-20124, Milano, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

Dal martedì al sabato dalle 15.00 alle 19.00.
Visita su appuntamento

Vernissage
18/05/2021
Generi
arte contemporanea, collettiva

Glenda Cinquegrana Art Consulting è lieta di presentare la mostra A Fresh Look at Africa, una mostra collettiva dedicata a tre artisti storici dell’arte africana.

Comunicato stampa

Glenda Cinquegrana Art Consulting è lieta di presentare la mostra A Fresh Look at Africa, una mostra collettiva dedicata a tre artisti storici dell’arte africana, ovvero lo scultore John Goba, il fotografo Seydou Keïta e la pittrice Esther Mahlangu.

A Fresh Look at Africa scaturisce da una ricognizione storica sugli artisti inclusi nella prima esposizione ha portato per la prima volta attenzione a livello internazionale sull’arte africana, la celebre “Magiciens de la Terre”, curata da Jean-Hubert Martin al Centre Georges Pompidou nel 1989. L’esposizione, che nella prospettiva del curatore raccoglieva alcuni artisti “maghi” capaci di impattare sull’arte occidentale, aveva gettato per la prima volta lo sguardo su nuovi territori dell’arte alieni rispetto alla tradizionale geografia dell’arte europea e statunitense.
Il titolo A Fresh Look at Africa include volutamente il termine “fresh” come traduzione non letterale di friche, che in francese è sinonimo di freschezza, terreno incolto e abbandonato: la parola fa riferimento alla nuova prospettiva sull’arte africana suggerita dall’antropologo Jean-Loup Amselle nel saggio L’Arte Africana Contemporanea (2007). Per Amselle l’Africa è un continente friche, la cui arte può avere un effetto di rigenerante della cultura dell’ormai Vecchio Continente.

La scelta di tre artisti storici dell’arte africana è fatta secondo uno sguardo “fresh-friche”: essa rispecchia un tentativo di rilettura delle ricerche alla luce di uno sguardo che vorrebbe essere “contemporaneo”, influenzato da una nuova percezione dell’Africa, non più alla luce di una banale ottica terzomondista e post-coloniale, ma dove essa è vista come un continente autonomo produttore di cultura artistica; infine alla luce di forme di consapevolezza sull’importanza di adottare una prospettiva più inclusiva nei confronti del femminile.