Li Cui & Cao Zhihao – g . h = h . g = 1g
Due artisti provenienti dalla Cina che nella loro ricerca si incontrano ad esplorare l’inverso delle cose.
Comunicato stampa
Due artisti provenienti dalla Cina che nella loro ricerca si incontrano ad esplorare l’inverso delle cose, da una parte Li Cui che tenta di riempire il vuoto rendendolo vivo e temporaneo, una sorta di archeologia inversa, dove propone dei reperti probabili ma non necessariamente veridici, come il sapone destinato a sciogliersi che ci mostra in solido la forma vuota di ciò che accade sotto un ponte o la mappa del fiume, oppure le piccole architetture costruite con materiali commestibili che richiamano la presunta preparazione del cibo che accadeva negli spazi del Chiasso Perduto ai tempi di Macchiavelli. Capitelli con livelli diversi di composizione che ci presenta con la cura di un geologo. Dall’atra parte Cao Zhihao volge lo sguardo verso l’interno di una delle icone più consumate di Firenze. Lui immagina e crea quella che deve essere in proporzione l’anatomia interna della statua, rendendola umana e anche fragile, le anatomie appaiono come resti di uno scavo archeologico, raccontano una storia diversa da quella della superficie. Una parte in particolare emerge, i testicoli smisurati, esposti e usati in svariate azioni in città, come a ricordare quel popolare modo di dire italiano che indica sconforto o sfinimento. Questo frammento dell’anatomia da un parte potrebbe essere proprio lo sfinimento dell’icona, troppo fotografata e riprodotta, dall’altra parte diventa metafora dello sfinimento della pandemia che Cao ci invita, con la sua ironia a sdrammatizzare.
Questo progetto p stato realizzato in costante dialogo e collaborazione con lo spazio di residenze in Hangzhou, By Art Matters Residency, dove 5 artisti hanno interpretato gli spazi del Chiasso Perduto a distanza.