La dissoluzione dell’innocenza. Andrea Mastrovito a Venezia
La mostra personale di Andrea Mastrovito presso la Galleria Michela Rizzo a Venezia pone l'accento sulla capacità maieutica dell'artista di smascherare le contraddizioni del mondo. Come? Riproponendole alla nostra attenzione in una veste nuova, destrutturata e mutata di segno.
La disgregazione e riaggregazione dell’idea del vero messa in atto da Andrea Mastrovito (Bergamo, 1978) si esprime attraverso stratificazioni di materiali diversi e riproduzioni in grafite, di carattere realista, con una forte componente di surrealtà.
Ciò che l’artista riesce a fare per mezzo delle opere in mostra a Venezia, le quali evidenziano tutta la sua abilità disegnativa, è accompagnare lo spettatore in un percorso attraverso cui il mondo interiore di quest’ultimo è chiamato in causa come coprotagonista. L’invito è a osservare il già noto con rinnovato spirito critico.
LA MOSTRA DI MASTROVITO A VENEZIA
Ultime pagine, Storia di un fiore, Conversazioni, L’uomo che poteva fare miracoli restituiscono l’impressione di un’infanzia rubata, di innocenza mutata di segno. L’ultima ed emblematica sezione della mostra è quella che le dà il titolo, ovvero La diseducazione al reale, in cui osserviamo una cattedra e una lavagna incise, e dodici banchi disegnati con le immagini delle dodici materie elementari: interessanti le sottrazioni, date dalla cancellazione di parti del disegno, che suggeriscono ulteriori forme, le quali danno vita a loro volta a considerazioni in parte suggerite, in parte inevitabilmente personali e arbitrarie.
UNA FORESTA DI SIMBOLI
Non pochi gli elementi stranianti e che destano interrogativi: ad esempio l’Insegnante di Melancolia inciso sulla lavagna, il quale invita i suoi studenti a seguirlo, imitandolo, in un approccio alle cose che è effettivamente fuorviante e snaturante. A testimonianza di ciò il solido platonico che si trova al posto della testa, e che comunica l’impossibilità di avvicinarsi a una realtà “ultima”, anche proprio per effetto di un’educazione in verità sviante.
Di grande impatto anche i trailer video dei due film di Andrea Mastrovito: NYsferatu e Io non sono leggenda, in cui l’artista ribalta nuovamente il rapporto fra significante e significato, producendo cortocircuiti mentali fra concetti, segni, immagini e idee derivate, dando vita a un lavoro magistrale di riscrittura dei fotogrammi originali dei due lungometraggi presi a modello.
‒ Maria Palladino
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