Dalla natura alla distopia. La mostra di Francesco Ciavaglioli a Brescia
Il Museo Diocesano di Brescia ospita fino al 30 maggio “Orders”, la mostra personale di Francesco Ciavaglioli, vincitore del Premio Nocivelli 2020, curata da Daniele Astrologo Abadal. Una riflessione sul rapporto uomo-natura a partire dal concetto di giardino.
La riflessione su immagine e riproducibilità, che da sempre costituisce la ricerca di Francesco Ciavaglioli (Avezzano, 1983), con Orders si identifica nel concetto di giardino.
In quasi tutte le culture del mondo il giardino è un’immagine profondamente legata all’idea di paradiso terrestre sul piano etimologico e concettuale: delinea infatti un luogo chiuso, di protezione e contemplazione, nato per soddisfare l’esigenza umana di generare ordine, creare un sistema equilibrato tra artificio e natura.
SERIALITÀ E ORDINE BOTANICO
Orders raccoglie una serie di opere pittoriche di recente produzione in cui Ciavaglioli ha costruito il paesaggio naturale servendosi di tecniche di riproduzione seriale, meccanismo in cui l’artista individua la tensione tipicamente umana alla conoscenza e quindi al controllo degli elementi del mondo.
Il processo creativo consiste nel selezionare un’immagine preesistente spesso estrapolata da un codice medievale sulla botanica, questo prototipo viene poi riprodotto, duplicato e proiettato in larga scala sulla tela. Le immagini ottenute risultano bidimensionali, la ripetizione degli elementi crea interessanti rispondenze geometriche. Nell’astrazione elementare delle forme in una limitata gamma di colori Ciavaglioli evidenzia l’approccio indagatorio dell’uomo e il suo tentativo di definire e circoscrivere la dimensione naturale.
UN GIARDINO DIFFUSO
L’allestimento ha in questo senso un ruolo decisivo: gli interventi murali dell’artista – suggestivi accenni agli affreschi che anticamente ornavano le domus ‒ sono percepibili a colpo d’occhio nel succedersi delle stanze, la pittura bicromatica scelta è molto fresca e veloce, l’ampio respiro ambientale mette in comunicazione opera e spazio museale inteso nella sua totalità. In questo luogo sacro e vibrante, i quadri poggiano su mensole in legno realizzate su misura, come fossero tavole botaniche temporaneamente collocate e pronte alla consultazione.
LA NATURA SECONDO CIAVAGLIOLI
Degna di nota è anche l’attenzione che Ciavaglioli presta ai titoli delle sue opere: quasi tutte affiancano il termine klon al nome della pianta rappresentata. In greco klon significa germoglio, ma è anche la radice etimologica di clonazione: da una parte il processo naturale della riproduzione, dall’altra quello più distopico.
A scardinare la classificazione chirurgica delle opere su tela c’è Disorder, libro-erbario che mostra una natura compromessa dai tratti calcati, selvaggia. In questo caso l’artista ha operato secondo un processo inverso rispetto ai quadri: gli elementi naturali sono stati dipinti a mano per poi essere rielaborati digitalmente. Disorder chiude la mostra come un ammonimento sulla dualità della natura e delle immagini: l’uomo può da un lato disporne ed esercitare un controllo, dall’altro ne teme la ferocia.
‒ Gaia Palombo
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