Precariato? I restauratori non ci stanno più: parte la lettera aperta e si organizza il presidio
I professionisti dell’Istituto Centrale per il Restauro svolgono un ruolo fondamentale, non serve neppure sottolinearlo. Tuttavia, il loro lavoro continua ad essere svilito e sottopagato: per questo hanno deciso di mobilitarsi con una lettera aperta e una manifestazione davanti al Ministero della Cultura a Roma.
Limitazioni, chiusure, licenziamenti, crisi economica: l’anno della pandemia ha avuto effetti devastanti su tutti i lavoratori della cultura, ai quali i ristori governativi non sono bastati per risolvere la situazione. Oltre a manifestazioni e proteste, i lunghi mesi di emergenza sono stati un momento per riflettere sulle condizioni lavorative – precarie e inique – trasversali a tutti i settori professionali dell’arte, che il Covid ha portato ulteriormente allo scoperto. Le categorie si sono riunite e confrontate, mettendo nero su bianco la volontà di cambiare le cose: se si vuole ripartire, che lo si faccia con il riconoscimento adeguato del lavoro di tutti i professionisti. Lo hanno fatto i lavoratori dello spettacolo, gli artisti, le guide turistiche; ora in prima linea si mettono anche i restauratori, denunciando un’inadeguatezza dei contratti, un mancato riconoscimento della professionalità, un farraginoso e inefficiente ricambio generazionale: in poche parole, una precarietà non più accettabile. E scrivono al Ministro della Cultura Dario Franceschini una lettera aperta, annunciando inoltre che il 25 maggio, a partire dalle ore 10, sarà organizzato un presidio nei pressi del suo dicastero.
LETTERA APERTA DELLE PRECARIE E DEI PRECARI DEL RESTAURO
Siamo le precarie e i precari dell’ICR, l’Istituto Centrale per il Restauro, un organo del Vostro Ministero, eccellenza nel campo del restauro e della conservazione del Patrimonio culturale. Lavoriamo da anni con competenza e professionalità, con dedizione e senso di appartenenza, nonostante la nostra condizione strutturale di precarietà. Difatti il nostro rapporto con l’Istituto si è attuato sin dall’inizio attraverso collaborazioni autonome e parasubordinate, seppur ci troviamo a svolgere le stesse mansioni, con le medesime modalità, dei nostri colleghi e colleghe direttamente dipendenti dell’organo. I nostri contratti, oltretutto, sono in larga parte già scaduti o si stanno avviando verso la scadenza, aumentando la condizione di incertezza per il nostro futuro e quello dell’Istituto.
LETTERA APERTA DEI RESTAURATORI: LA DENUNCIA DEL PRECARIATO
A causa del progressivo pensionamento di molti dipendenti, l’ICR si trova in uno stato di carenza di organico già da tempo, anche per via dell’assenza di un piano di reintegro di nuovo personale qualificato mediante concorsi pubblici. Gli ultimi concorsi, risalenti al 2016 e al 2019, hanno potuto solo marginalmente tamponare la carenza del personale necessario. In questa situazione abbiamo svolto, e continuiamo a svolgere con serietà, attività essenziali per l’Istituto e, più in generale, per il Paese tutto, occupandoci a vario titolo della conservazione e della valorizzazione del patrimonio storico e artistico, nonché della ricerca scientifica applicata ai beni culturali, anche ai fini della formazione di restauratori professionisti presso la Scuola di Alta Formazione e Studio ICR, sia per la sede di Roma che di Matera. Le nostre competenze sono ormai svilite da politiche basate, di fatto, su una rinuncia alla valorizzazione delle persone e finalizzate esclusivamente al risparmio economico, tramite un conveniente utilizzo del precariato con forme contrattuali che comportano una serie di limitazioni dei diritti (malattia, ferie, orari, maternità, contributi a fini pensionistici, etc.). Questo patrimonio di risorse e competenze non dovrebbe essere mortificato in tal modo ma valorizzato, attraverso un piano programmatico nazionale per il reintegro del personale all’interno del Ministero della Cultura che, in questi anni, seppure con una continuità precaria, ha anche investito nella nostra formazione professionale.
IL PRESIDIO DEI RESTAURATORI DEL 25 MAGGIO A ROMA
La situazione che Le stiamo rappresentando, e rispetto alla quale il Suo Dicastero fu già informato dal precedente Direttore dell’Istituto, se protratta ulteriormente non potrà che incidere negativamente sulla programmazione a medio e lungo periodo della nostra attività lavorativa e dell’Istituto tutto, nonché sulla formazione, l’acquisizione di nuove competenze e trasmissione di quelle pregresse. Si rischia di scavare un divario incolmabile fra coloro che dovranno essere assunti e gli esperti ormai in pensione, in assenza di uno strategico passaggio di consegne che sfrutti proprio il bagaglio di esperienze da noi acquisite al fianco dei funzionari uscenti o già in congedo, tanto per gli aspetti tecnici e scientifici quanto per le procedure amministrative interne. Per tutti questi motivi, e nell’attesa di risposte anche da parte dell’attuale dirigenza, abbiamo deciso di mobilitarci e di farlo con un presidio stanziale nei pressi del Suo Ministero il prossimo 25 maggio, a partire dalle ore 10. Le chiediamo in quella data di non ignorarci e di riceverci, affinché si possa immaginare insieme una soluzione possibile, per noi e per un Istituto così importante per il nostro Paese.
-Giulia Ronchi
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