Il progetto editoriale ISIT.magazine ora diventa spazio espositivo a Roma

Al via il primo programma di eventi e di mostre targato ISIT.magazine, che accompagnerà il pubblico in una nuova esperienza di fruizione dell’arte e degli artisti presso l’artist run space di Roma, Spazio In Situ.

ISIT.magazine è un progetto editoriale indipendente nato nel 2018, una piattaforma di scambio e di condivisione per addetti ai lavori e appassionati, con una particolare attenzione rivolta al panorama dell’arte emergente. A fondare questa nuova realtà sono stati gli artisti Federica Di Pietrantonio e Andrea Frosolini che, assieme all’artista Alessandra Cecchini, costituiscono l’ossatura dello staff editoriale. Per la prima volta ISIT.magazine prende forma in uno spazio espositivo, e lo fa a Roma, più precisamente nel periferico e sfidante quartiere di Tor Bella Monaca, presso i locali di Spazio In Situ. La processualità della rivista – con tutte le sue sfumature e peculiarità – si trasla in una serie di eventi e di mostre, accompagnando il pubblico in una nuova esperienza di fruizione dell’arte e secondo la parallax-narrative. Ad animare il fitto calendario di maggio e giugno (precisamente dal 15 maggio al 12 giugno 2021), ci saranno tanti artisti e curatori coinvolti, come Valerio Veneruso, Alessandra Ioalè, Guido Segni, Irene Fenara, Noura Tafeche, Elena Perugi, Arianna Desideri, Claudia Holzinger e Alizé Rose-May Monod, tra gli altri. In questa intervista, gli organizzatori ci spiegano la genesi e i risvolti futuri del progetto.

Come è nata la decisione di traslare il magazine e trasformarlo in una programmazione di eventi e mostre?
La nostra attitudine è quella di trovare nuove metodologie di presentazione dell’arte e di studio del display espositivo. L’idea della mostra è finalizzata ad ampliare un discorso già iniziato con i collaboratori presentati all’interno di ISIT2020#002 [ovvero il secondo numero della rivista ndr], offrendo un altro playground di lavoro. Portare nello spazio un contenuto cartaceo è una conseguenza naturale quanto necessaria. In questo modo la mostra diventa una declinazione del magazine stesso, mantenendo rispettivamente indipendenza l’una dall’altra. 

I criteri utilizzati nella selezione dei progetti del magazine coincidono con quelli utilizzati per ISIT.EXHI#001?
Il nostro metodo curatoriale si basa sulla libera espressione della ricerca dei vari collaboratori e sulle analogie che si creano in modo spontaneo, automatico, tra i vari progetti. Ogni progetto presentato ha un’autonomia che in mostra può essere ambivalente: quanto l’opera è strettamente legata alla sua collocazione nel contesto mostra o quanto è il display ad influenzare l’opera? Da un certo punto di vista si potrebbe dire che non c’è una vera e propria selezione di progetti, come nel magazine mettiamo in primo piano la ricerca artistica rispetto alla sua resa estetica.

Potete spiegarci il concetto di parallax-narrative su cui pone si fonda l’esperienza?
Molti dei discorsi che affrontiamo parallelamente alla nostra ricerca includono il continuo confronto tra il modo di esperire la realtà attuale e le usanze che invece nascono e vivono nel web. Tecnicamente il parallax è un termine che si utilizza nella costruzione di un sito web riguardo al funzionamento di alcuni elementi. Ci sembrava quindi il termine perfetto per descrivere il tipo di esperienza che cerchiamo di portare avanti proponendo questa mostra al pubblico. 

Potete spiegarci meglio?
Il dispositivo della mostra si confronta su due piani differenti ma paralleli con i suoi contenuti e viceversa, in una sovrapposizione continua tra contenuto e contenitore. Inoltre, all’interno della nostra curatela si inseriscono altre curatele che occupano lo spazio con processualità differenti, confrontandosi con la assodata differenziazione di ruoli tra artista e curatore.

Il dialogo tra un evento/progetto e lo spazio è costruito dal continuo scambio e sovrapposizione di contenuti, materiale ed esperienze”. Sulla base di questa affermazione, quale ruolo riveste Spazio In Situ?
Lo spazio è la forma del contenitore entro cui la mostra si può articolare in diversi modi, determinandone alcuni aspetti ma non interferendo con il suo svolgimento. Il form di mostra proposto può di fatto essere riprodotto in altri spazi, ma la sua prima messa in atto presso Spazio In Situ sottolinea un’inevitabile affinità di intenti radicata da anni. 

“Si potrebbe dire che non vi sia curatela, che la mostra effettiva sia una delle possibili versioni di mostre”. Cosa significa nello specifico questa affermazione?
La nostra curatela non è legata ad un dialogo programmato tra le opere selezionate, bensì programmatico. Fin dal primo evento si instaurano delle relazioni tra i lavori proposti che già dal secondo evento possono essere rivalutate e ripensate, e così via. Questo modo di pensare pone un accento critico sul ruolo dello spettatore, attivamente coinvolto all’interno della mostra. Ogni opera mantiene una sua autonomia che nel tempo può essere ampliata e/o questionata da ciò che accade perimetralmente. 

– Valentina Muzi 

Per scoprire tutti gli artisti e gli eventi di ISIT.EXHI#001
https://www.spazioinsitu.it/exhibitions/isit-exhi001/

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Valentina Muzi

Valentina Muzi

Valentina Muzi (Roma, 1991) è diplomata in lingue presso il liceo G.V. Catullo, matura esperienze all’estero e si specializza in lingua francese e spagnola con corsi di approfondimento DELF e DELE. La passione per l’arte l’ha portata a iscriversi alla…

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