Prologis Park. Storia di un parco logistico trasformato in galleria di urban art a Lodi
Il progetto sorgerà all'esterno del magazzino del gruppo Ceva, tra Somaglia e Casalpusterlengo, nel Basso Lodigiano
Una piastra logistica trasformata in una galleria di urban art da 300mila metri quadrati. Il progetto si chiama Prologis Park Lodi e sorgerà all’esterno del magazzino del Gruppo Ceva, tra Somaglia e Casalpusterlengo, nel Basso Lodigiano. Otto urban artist italiani di fama internazionale utilizzeranno 40mila metri di facciate degli edifici e serbatoi dell’acqua come tele per realizzare opere inedite e ispirate da una serie di parole chiave suggerite loro. Le opere potranno essere osservate, studiate e ammirate dagli “abitanti del parco” attraverso aree servizio pensate e disposte come terrazze del “belvedere”. Le realizzazioni degli artisti rientrano in un progetto internazionale più ampio denominato Parklife sviluppato da Prologis e che mira a mettere al centro non solo le esigenze logistiche dei clienti ma soprattutto quelle personali e di benessere dei loro dipendenti.
GLI ARTISTI COINVOLTI
Etnik, Font, Hitnes, Made, Macs, Sea Creative, Joys e Vesod sono gli artisti coinvolti nel progetto, coordinati dall’art director Hemo, Impegnati sul campo sino a inizio giugno, gli artisti realizzeranno opere ispirate a temi differenti: “cambiamento, innovazione, futuro”, “cultura e talento”, “Inclusione e diversità”, “integrità”, “passione”, “empatia”, “sostenibilità”, “impegno”, “lavoro di squadra”, “eccellenza”, “natura“. Il progetto Parklife prevede anche la riqualificazione di parte del verde con l’introduzione di piante ad alto fusto dai cromatismi diversi che riequilibrano gli spazi e l’ambiente creando così un naturale dialogo con le opere presenti sugli edifici. È inoltre prevista la realizzazione di aiuole con erbacee perenni che assicurano ulteriore variabilità cromatica e zone a prato ad uso dei frequentatori il parco. “Nel corso degli ultimi 10 anni la logistica, anche sotto la spinta dell’e-commerce si è trasformata”, spiega Sandro Innocenti, Senior Vice Presidente e country manager Prologis in Italia.
OPERE PER 10 ANNI
“Non più capannoni, ma edifici moderni e tecnologicamente avanzati che ospitano tra i 350 e i 1.000 dipendenti. Si tratta di piattaforme logistiche altamente automatizzate che richiedono personale specializzato. I nostri clienti devono quindi competere sul mercato del lavoro per attrarre e ritenere i “talenti” oggi fondamentali per la loro attività. Questo significa che il parco logistico deve essere più accogliente, orientato al benessere fisico e mentale di chi vi lavora, confortevole e arricchirsi di servizi: zone ufficio luminose, aree per socializzare, attività sportive all’aperto, servizi dedicati, piste ciclabili, percorsi benessere nel verde e rivalorizzazione dello stesso. È da queste considerazioni che nasce Parklife, il parco logistico di domani pensato da Prologis e che vede a Lodi, grazie alla collaborazione con Ceva Logistics, il suo progetto pilota in Italia”. La durata delle opere è garantita per dieci anni e, se necessario, sono già previsti interventi di ripristino da parte degli artisti. La tecnica utilizzata è quella tipica della street art ovvero pittorico muralista con l’uso di rulli, pennelli e qualche spray.
– Carlo D’Elia
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