Tra le pagine della Divina Commedia alla Biblioteca Ambrosiana di Milano
Fino al 12 settembre la mostra allestita alla Ambrosiana di Milano rende omaggio a Dante nel settimo centenario della morte con opere che vanno dal XIV al XX secolo e che attingono dal patrimonio librario dantesco della Biblioteca
La Pinacoteca Ambrosiana di Milano celebra il settimo centenario della morte di Dante Alighieri con una preziosa selezione del patrimonio librario dantesco della Biblioteca.
Al centro dell’esposizione c’è il famoso manoscritto miniato della Divina Commedia ‒ risalente alla fine del XIV secolo, denominato Chiose Ambrosiane, trafugato da Napoleone nel 1796 e poi restituito a Milano dopo il Congresso di Vienna. Da segnalare anche il Commento alla Commedia, del XV secolo, redatto dal figlio di Dante. Pietro Alighieri cercò di allineare l’opera del padre ai capolavori della letteratura classica e degli studiosi della Chiesa.
Tra gli incunaboli spiccano la pregiata edizione veneziana del Poema del 1491, con Commento di Cristoforo Landino, all’interno del quale si trovano 100 incisioni in legno, il cui disegno è attribuito al Mantegna.
DA MANUZIO A D’ANNUNZIO
Nella sezione delle cinquecentine c’è la famosa stampa di Aldo Manuzio del 1502, curata da Bembo, con uno dei primi esempi di corsivo. Tra le edizioni del XVIII secolo è da segnalare la stampa ricca di incisioni di Antonio Zatta, del 1757-58, dedicata all’imperatrice di Russia Elisabetta Petrowna, mentre per l’Ottocento quella rarissima del 1809 con i caratteri bodoniani.
C’è anche la sontuosa stampa del poema Firenze: All’insegna dell’ancora, 1817-19, dedicata ad Antonio Canova, con 125 grandi xilografie. Il percorso espositivo termina di fronte alla ‘vetrata dantesca’ ‒ realizzata da Giuseppe Bertini per l’Esposizione Universale di Londra del 1851–, dove si possono ammirare le tavole della Commedia realizzate da Amos Nattini su suggerimento di Gabriele D’Annunzio.
– Lucia Antista
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