Roma Updates: c’è una domanda che aleggia tristemente sulla fiera e i dintorni. E questa domanda è: ma davvero Luca Massimo Barbero è dimissionario?
Indizi non ne mancano. Lui che, parrebbe, afferma sempre più spesso di essere “stanco”. L’ex assessore Croppi che in una intervistona ad Artribune Magazine se ne esce con robe tipo “non so se il Macro potrà andare avanti”. Le voci sempre più insistenti su un Umberto Broccoli, ingombrantissimo soprintendente, che imperversa e affossa definitivamente l’ipotesi […]
Indizi non ne mancano. Lui che, parrebbe, afferma sempre più spesso di essere “stanco”. L’ex assessore Croppi che in una intervistona ad Artribune Magazine se ne esce con robe tipo “non so se il Macro potrà andare avanti”. Le voci sempre più insistenti su un Umberto Broccoli, ingombrantissimo soprintendente, che imperversa e affossa definitivamente l’ipotesi (unica modalità possibile di civile governo di un museo come il Macro) di una Fondazione. Le tante mostre curate fuori dal museo stesso…
Insomma, secondo i bene informati del caso, Luca Massimo Barbero starebbe meditando di interrompere la – per certi versi epica – esperienza nel museo disegnato da Odile Decq. Dimissioni che potrebbero essere seguite, sempre secondo fonti non confermate vicine al Comune di Roma, dal disimpegno di Tina Cannavacciuolo, dirigente amministrativa e vera spina dorsale, da anni, del progetto e della nascita del Macro e oggi in odore di trasferimento.
Che dire… l’auspicio è che l’amministrazione comprenda davvero l’importanza strategica che oggi, in una città come Roma, riveste un museo come il Macro. Un museo che non può davvero essere utilizzato per i giochini di potere tra soprintendenze, fondazioni bancarie e politici. Un museo che non può essere ostaggio di funzionari pubblici in preda ad ambizioni personali e poco o nulla interessati a quelli che sono gli standard internazionali di funzionamento di uno spazio simile. Insomma l’auspicio è che l’amministrazione comprenda come non sia davvero il caso, in questo momento, di creare shock nella direzione artistica del museo.
E poi, francamente, possiamo dirlo che ci sale un brivido su per la schiena, visto il quadro, a ipotizzare possibili sostituti?
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