Un posto come un altro dove appendere il cappello
Mostra collettiva con una selezione di opere a cura di Enzo e Giosuè Di Marino.
Comunicato stampa
mostra collettiva con una selezione di opere a cura di Enzo e Giosuè Di Marino
Elena Bajo, Marc Breslin, Yaima Carrazana, Jota Castro, Santiago Cucullu, Alberto Di Fabio, Eugenio Espinoza, Bruna Esposito, Luca Francesconi, Simon Fujiwara, Francesca Grilli, Satoshi Hirose, Mark Hosking, Francesco Jodice, Runo Lagomarsino, Ana Manso, Pedro Neves Marques, Gian Marco Montesano, Hidetoshi Nagasawa, Vettor Pisani, Marco Raparelli, André Romão, Giulio Scalisi, Eugenio Tibaldi, vedovamazzei e Sergio Vega
La Galleria Umberto Di Marino è lieta di presentare la mostra collettiva Un posto come un altro dove appendere il cappello ospitata negli ambienti della Galleria d’Arte Contemporanea “Osvaldo Licini” di Ascoli Piceno, nell’ambito del format - Grandi Gallerie al Museo, ideato da Arte Contemporanea Picena.
La mostra è pensata come un racconto degli oltre 25 anni di attività della galleria attraverso una selezione di opere che rappresentano l’attenzione alla ricerca intorno ai linguaggi della contemporaneità.
Un posto come un altro dove appendere il cappello attraversa le ricerche attorno alle quali si è strutturata negli anni l’attività della galleria. L’attenzione alle trasformazioni del paesaggio in chiave antropologica ed economica, la rilettura di fenomeni geopolitici, il post-colonialismo e il fallimento del Modernismo sono solo alcune delle tematiche affrontate dagli artisti con i quali si è costruito nel tempo un rapporto duraturo, ma anche con quelli che hanno attraversato la galleria soltanto per un progetto e nella visione dei curatori ospiti.
La mostra è un tentativo di abbracciare idealmente tutte le riflessioni e le dinamiche che hanno contribuito ad un discorso corale e ad una visione di galleria come laboratorio di pensiero e luogo di intreccio di relazioni professionali, ma anche intellettuali ed umane.
Lo stesso titolo del progetto mette in luce una struttura dinamica ed eterogenea, infatti con questa espressione Bruce Chatwin definiva la propria idea di casa, identificandola in un luogo di passaggio e mai fisso.
Un posto come un altro dove appendere il cappello presenta un corpo anatomicamente irrequieto, impossibile da circoscrivere ad una forma prestabilita, ad un contesto specifico e univoco. La galleria è intesa come un’istituzione costantemente in movimento e sempre in dialogo con nuove realtà al di là del white cube. Fin dai primi anni di attività nella periferia nord-est di Napoli, sia negli anni successivi al trasferimento in città, la galleria ha portato avanti un programma di progetti e mostre in diversi spazi pubblici e privati, offrendo agli artisti, ai curatori, ai collezionisti e al pubblico tutto un nuovo terreno di discussione e confronto sulle tematiche ad essa più care.
Allo stesso modo il Museo Licini rappresenta la possibilità di relazionarsi con uno contesto nuovo e poter mettere in dialogo i lavori degli artisti che rappresentano la storia della galleria col contesto museale, invadendolo nella sua interezza. E così, messa a confronto con le figure mistiche ed estatiche di Osvaldo Licini, calata all’interno dei paesaggi marchigiani dipinti dall’artista ascolano, l’intera galleria farà del museo Un posto come un altro dove appendere il cappello!