Sin dal primo momento si intuisce che il luogo vuole offrire uno sguardo moderno su ciò che è antico: lo si comprende guardando verso la grande volta d’ingresso, dove l’intervento del duo di artisti siciliani Antonella Genuardi e Leonardo Ruta offre una prospettiva diversa dal solito. È proprio questo che spinge a scoprire le dimore più particolari: capire come ogni cosa possa essere rielaborata, come niente debba permanere in una staticità storica eterna.
A guidarci stavolta è Elisa De Pascalis, una giovane travel designer con esperienze in India e nel mondo dell’ospitalità d’eccellenza pugliese.
LA DIMORA DISTILIA
Percorriamo l’intera Dimora Distilia, nei suoi sette appartamenti, ognuno con un nome diverso, associato alle diverse piante che venivano distillate a Monteroni, piccola cittadina vicinissima a Lecce, famosa appunto per le sue distillerie storiche (da segnalare la Distilleria de Giorgi, che ospita anche collezioni di arte contemporanea). Distilia è infatti una crasi tra il verbo distillare e il nome della proprietaria, Lilia, la mente dietro a ogni dettaglio del progetto, curato insieme allo studio di architettura XX03 di Andria. L’idea di ristrutturare l’edificio è nata da una visita nel Salento da parte di Lilia e del marito, entrambi curatori di una galleria di design, innamoratisi del luogo.
GLI APPARTAMENTI DI DISTILIA
La visita comincia dall’appartamento Angelica: nel dialogo tra innesti contemporanei e stile neoclassico, il celeste della sala degli specchi pone in uno stato di serenità, esaltato, nella stanza da letto rosa, dal letto dorato progettato da Osvaldo Borsani. Ogni elemento è armonioso, ogni spazio stimola l’intelletto. La compresenza di nuovo e antico abbraccia anche la declinazione del sacro nell’appartamento Anice, dove mobili di Pagano illuminati da applique di Lelli fanno strada verso un’antica cappella con altare. Si esce poi nel giardino con piscina e anche qui colpisce il connubio di passato, tra i rami di antiche piante rare, accuratamente selezionate, e presente: una scala in acciaio bianca, infatti, conduce agli spazi superiori del palazzo, dove lo sguardo vaga tra il colore dell’acqua, il morbido aranceto e le linee di tetti delle chiese e case, in un contesto dove tutto mantiene l’autenticità, tra insegne di vecchie botteghe, premiate pasticcerie e mercerie fondate quasi un secolo fa.
L’appartamento Genziana è irrorato di luce grazie alle aperture che affacciano sul terrazzo riservato, mentre l’appartamento Ginepro, con le sue grandi viste su case, chiese e aranceto, stimola ancora una volta l’immaginazione.
– Elisa Cazzato
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