Arte pubblica agghiacciante a Roma. Maiali in porchetta e nasoni
Il Primo Municipio della Capitale organizza una mostra di arte pubblica in alcune piazzette appena pedonalizzate del centro storico. Il risultato è agghiacciante
Lo abbiamo detto mille volte: a Roma pensi sempre di aver toccato il fondo e poi invece si continua a scavare. Dopo l’iniziativa “Spaccio Arte” che puntava a combattere lo smercio illegale di stupefacenti con raggelanti stornelli romaneschi, l’arte continua ad essere strumentalizzata, questa volta non più in periferia ma nel cuore del centro storico. Il progetto “Piazze Romane” è stato voluto dal Primo Municipio come iniziativa di rigenerazione urbana (sic!) coinvolgendo gli studenti di una accademia di belle arti della città. Il Municipio che gestisce il cuore della Capitale – ovvero il territorio che ha la più alta densità di patrimonio artistico, architettonico e culturale del paese – ha deciso di piazzare in alcune piazze recentemente riqualificate delle sculture che onestamente gridano vendetta. E non basta coprirsi dietro alla scusa che “sono solo degli studenti”. Agli studenti, anzi, bisogna insegnare che nello spazio pubblico ci si arriva dopo un percorso, dopo riflessioni, dopo gavetta e dopo studi. Altrimenti si riempiono le piazze di cose che vengono spacciate (appunto!) come opere d’arte senza esserlo, con un paradossale effetto diseducativo.
LA SCULTRA-PORCHETTA A ROMA
Diseducativo e anche divisivo. Visto che alcune sculture hanno fatto arrabbiare alcune community. Quella del porcello porchettato in travertino, ad esempio, non solo grida vendetta a livello artistico, ma ha mandato su tutte le furie animalisti e ambientalisti. Collocato in Piazza della Malva, quasi uno rimpiange quando lo slargo era un caotico parcheggio di auto e motorini. Parecchio contrariati anche i residenti nelle prossime settimane, costretti ad avere finestre con affaccio sul suino… Del tutto improbabili anche le sculture piazzate davanti alla statua di Giovanni Gioacchino Belli (già danneggiate e piene di spazzatura), l’omaggio al nasone (ovvero la tipica fontanella romana) posizionato di fronte a Palazzo Borghese, l’inquietante scultura in gabbia sui marciapiedi di Via della Frezza tra i dehors dei bar che ne avrebbero volentieri fatto a meno. Nella deliziosa Piazza Cardelli c’è una vecchia Fiat 600 con i finestrini dipinti e con la didascalia dell’opera al posto della targa posteriore. Wow.
PIAZZE ROMANE E ROMA SEI MIA
Le intenzioni erano buone. Il Primo Municipio voleva celebrare con questa mostra una iniziativa urbanistica di qualità che si chiama “Roma sei Mia”, un buono strumento che permette ai privati, a proprie spese, di riqualificare pezzi di territorio. Un veicolo burocratico che ha consentito tante micro-rigenerazioni. Il punto è che, se le vuoi celebrare con l’arte pubblica, devi lavorare in maniera seria e non cialtronesca, superficiale e vernacolare. Ma la sensazione è che questa prospettiva la politica romana non la digerirà mai…
– Massimiliano Tonelli
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