Silvia Mei / Dolcissime nevrosi

Informazioni Evento

Luogo
ARTECIRCUITO
Via Enrico Costa 5, Sassari, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

dal martedì al sabato 19.00 – 21.00

Vernissage
03/07/2021
Artisti
Silvia Mei
Curatori
Camilla Mattola
Generi
arte contemporanea, personale

La galleria ArteCircuito presenta Dolcissime nevrosi, una mostra personale di Silvia Mei a cura di Camilla Mattola.

Comunicato stampa

La galleria ArteCircuito presenta Dolcissime nevrosi, una mostra personale di Silvia Mei a cura di Camilla Mattola.
Silvia Mei dipinge di getto, senza disegni preparatori, usando tecniche miste come l’acrilico e il collage. La sua è una pittura violenta caratterizzata dalla deformazione, dalla vena espressionista e dal ricorso a elementi simbolici e a sfondi surreali. Attraverso soggetti dai tratti deformati e l’uso di colori accesi, Mei ambisce a normalizzare le emozioni represse.

Per Silvia Mei, infatti, ciascun individuo porta con sé un universo emotivo che viene taciuto per carattere o convenzione sociale. L’artista lo rappresenta visivamente attraverso figure umane grottesche e fortemente deformate. Sempre al centro dei suoi dipinti, questi personaggi inquietano e attraggono allo stesso tempo. Occhi piccoli, naso allungato e lineamenti dalla superficie quasi liquida, si assomigliano tutti e per accentuare il loro aspetto grottesco, l’artista ricorre a diverse tecniche e materiali, dall’acrilico alla schiuma poliuretanica.
Le emozioni che trasfigurano questi individui si manifestano attraverso pennellate libere e nervose.
Nella carica espressiva dei dipinti di Mei è però il colore a fare la differenza. La sua tavolozza è infatti composta da colori contrastanti che vanno dalle tonalità cupe di alcuni sfondi a quelle acide delle decorazioni vegetali, creando un effetto di confusione visiva assolutamente voluto.
La deformazione grottesca e l’uso espressivo del colore richiamano artisti come Munch ed Ensor che rappresentano i loro tormenti interiori e le ipocrisie della società attraverso figure orrorifiche e buffonesche. Mei guarda con ammirazione anche alle esperienze più recenti di Otto Dix e Willem de Kooning: il primo per la deformazione violenta della figura umana, il secondo per l’espressività del tratto pittorico libero e aggressivo.

Le opere di Mei sono il frutto da un lato di indagini introspettive e dall’altro esprimono una critica sociale.
I suoi personaggi si presentano con caratteristiche anatomiche, abiti e accessori che richiamano entrambi i sessi. L’artista, determinata a contrastare la tendenza comune a classificare la pittura legata agli stati d’animo come prettamente “femminile” – secondo un pregiudizio di genere ancora molto diffuso per cui la donna è più sensibile alla sfera emotiva rispetto all’uomo – sottolinea il genere fluido dei suoi soggetti e ambisce a costruire un linguaggio emotivo e artistico che si rivolga a tutti.
Gli sfondi delle sue opere, talvolta neutri e spogli, talvolta fittamente decorati, collocano i soggetti in ambientazioni surreali, dimensioni sospese nello spazio e nel tempo che contribuiscono ad accentuare il senso di indeterminatezza e alienazione. Quando decorati, questi spazi appaiono poi vivaci, ricchi di elementi naturali, come foglie e piante, figure inquietanti dall’aspetto surrealista e oggetti presi dal vero e poi incollati sulla tela come piume, petali e pon pon.

L’importanza della componente introspettiva nelle opere di Mei è testimoniata anche dalla tendenza dell’artista a tornare più volte su una stessa opera a distanza di anni in base all’evolversi del suo stato d’animo, una pratica che ricorda la tecnica del mai-finito di de Kooning.
Ricerca interiore ma anche tributo agli affetti, l’importanza della socialità nell’arte di Mei è invece suggerita dalle dediche, sottoforma di parole, lettere o immagini simboliche, disseminate nelle tele e rivolte ai suoi cari.
Attraverso messaggi segreti, colori sgargianti e visi animaleschi e irreali, l’invito che lancia Mei è quindi quello di guardare con affetto e senza paura alle proprie emozioni inespresse, di fare amicizia, insomma, con le proprie “nevrosi”.

Silvia Mei (Cagliari 1985) dopo essersi diplomata all’Accademia di Belle Arte di Sassari, si specializza in pittura all’Accademia di Belle Arti di Brera, a Milano.
Nei suoi dipinti la figura umana ha un ruolo centrale.
I suoi soggetti, ritratti spesso in primo piano e collocati su sfondi irreali, mostrano volti grotteschi e fortemente deformati. Per realizzarli l’artista si serve di tecniche miste come l’acrilico e il collage e ricorre a diversi materiali come la schiuma poliuretanica e la pasta acrilica. Dipinge di getto, senza disegni preparatori ed è solita ritornare più volte su una stessa opera.
Tra le mostre collettive recenti ricordiamo Back_Up. Giovane arte in Sardegna, Museo Nivola di Orani (2020), e Realistic Abstraction, alla Robert Kananaj Gallery di Toronto (2018).
La sua ultima personale, Silvia Mei. L’odore, si è tenuta nel 2016 nella galleria Studio d’Arte Cannaviello a Milano.
Vive e lavora a Bergamo.

Silvia Mei. Dolcissime nevrosi
a cura di Camilla Mattola
ArteCircuito, Sassari, da sabato 3 luglio a sabato 31 luglio 2021
Si ringraziano: Giuliana Altea, Antonella Camarda, Giuseppe Bassu, Mirco Melis, Marcello Saba