Lerici Music Festival 2021

Informazioni Evento

Luogo
VILLA MARIGOLA
Via Biaggini -19032, Lerici, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Vernissage
16/07/2021
Contatti
Sito web: http://www.lericimusicfestival.com
Generi
arte contemporanea, musica, festival

Nato dalla e con la musica, il Festival di quest’anno introduce “arte visiva e musica” nel suo programma.

Comunicato stampa

SUONI NELL’ARTE A LERICI MUSIC FESTIVAL 2021

Nell’ambito di Lerici Music Festival
sabato 17 luglio ore 19.00 a Villa Marigola
“Suoni nell’arte: collezione La Marrana a Montemarcello” video delle opere e conversazione con Carlo Orsini, Gianni Bolongaro, Gabi Scardi

[email protected] , www.lericimusicfestival.com, tel +39 3791379677

Continuando nei successi degli scorsi anni, ritorna a Lerici - dal 17 luglio al 7 agosto –Lerici Music Festival, come promozione della musica e della vocazione culturale del Golfo dei Poeti. Nato nel 2017 dall’idea del Maestro Gianluca Marcianò ed organizzato dall’Associazione Suoni dal Golfo, Lerici Music Festival è caratterizzato dal respiro internazionale, con grande varietà di esperienze musicali ed artistiche ospitate.

Nato dalla e con la musica, il Festival di quest’anno introduce “arte visiva e musica” nel suo programma. Carlo Dossi, scrittore nato nel 1849 e significativo esponente della “scapigliatura milanese”, scrisse che “verrà tempo che si stabiliranno tavole di equivalenza tra i suoni, i colori, gli odori e i tocchi. (…) Verrà tempo in cui si suonerà un mazzo di fiori e si udirà un discorso di odori”.

Alle ore 19 del 17 luglio a Villa Marigola di Lerici, si parlerà di – e si vedranno – opere che collegano tra loro arte visiva, musica e suoni. Gianni Bolongaro – collezionista con la moglie Grazia e Presidente de La Marrana arteambientale le cui installazioni sono a Montemarcello, nell’ambito del Parco Regionale Naturale di Montemarcello, Magra e Vara – illustrerà video delle opere ivi presenti di tre artisti ove convivono arte visiva, musica e suoni. Gli italiani “vedovamazzei” con la loro “155 Avanti Cristo – Panca di battaglia”, la cubana Maria Magdalena Campos-Pons con “Interiority – Luna sulla collina” e l’israeliano Philip Rantzer con “La cura di bellezza” mostreranno la complementarietà di arte visiva, musica e suoni. La “Panca di battaglia” degli artisti “vedovamazzei” è una semplice panca in legno; sedendosi, però, scatta la battaglia, con grida di dolore e di incitamento, nitriti di cavalli e rumori di spade. Battaglia con la quale il Console Marcello (dal cui nome deriva Montemarcello) sconfisse i Liguri Apuani nel 155 A.C.

L’opera della cubana Maria Magdalena Campos-Pons – Interiority (Luna sulla collina) –
dedicata alla luna e alle stelle: camminando tra le parti dell’opera diffuse nel bosco, si ascolta la musica di Neil Leonard e la voce dell’artista che recita versi del poeta peruviano
César Vallejo “Luna! Alocado corazón celeste….”, incisa anche sulla luna posta a terra.
Philip Rantzer dedica una sua opera alla bicicletta che fu venduta quando la famiglia lasciò la Romania per andare a vivere in Israele: la dolcezza e tristezza della canzone delle mondine e dei loro amori. Situazioni, perciò, che permettono di godere della vista di un’opera d’arte anche attraverso altri sensi.

Gabi Scardi, storica dell’arte e curatrice di mostre, parlerà dei cambiamenti che l’arte visiva ha avuto nella modernità, con il coinvolgimento dei vari sensi. "La relazione dell'individuo con il mondo passa attraverso una percezione multipla, che comprende, tra l'altro, i sensi: il guardare, il toccare, il gustare, l’odorare, e l’ascoltare. E l’arte, che ha sempre aspirato a rappresentare la realtà nella sua totalità, ha operato in ogni epoca al fine di restituirne anche la dimensione multisensoriale. Proprio questo intento ha portato molti artisti a oltrepassare un paradigma esclusivamente visivo coniugandolo con la dimensione sonora; lavorando quindi sull’integrazione tra arte e suono, tra arte e musica. Nella modernità, tra i suoi momenti chiave c'è la fase del passaggio dalla figurazione all'astrazione pittorica, stimolata proprio dalla riflessione sulla musica portata avanti da Kandinsky e da altri artisti coevi; ci sono le sperimentazioni delle avanguardie del primo Novecento; basti pensare al Futurismo, con le sue fragorose serate, e con il manifesto L'arte dei rumori, del 1913 e l’opera sonora Intona rumori, entrambi di Luigi Russolo. L'interazione del visivo e del sonoro si sviluppa ulteriormente nella seconda metà del Novecento, assecondando l’aspirazione all’integrazione arte-vita che permea molte delle ricerche artistiche più interessanti a partire dal secondo dopoguerra in poi, in tutto il mondo occidentale; gli interventi elaborati alla fine degli anni Cinquanta dai membri del movimento Fluxus con l'intento di allargare la relazione con il mondo e le collaborazioni tra il compositore d'avanguardia John Cage e l’artista Robert Rauschenberg, con l'intervento, in molti casi, del danzatore Merce Cunningham, non sono che un esempio.”

Carlo Orsini, architetto, spettatore entusiasta, innescatore di progetti legati all’arte contemporanea e responsabile dei progetti artistici intermediali del Lerici Music Festival introdurrà la serata: “ Con il radicamento del Lerici Music Festival ad un luogo specifico importante come Villa Marigola, con la vocazione artistica del territorio di Lerici e suoi dintorni e credendo profondamente in una ricezione intuitiva e sensuale dell’arte e nella ricerca di correlazione tra i vari saperi, abbiamo voluto iniziare il nostro percorso progettuale inerente l’ambito dell’arte contemporanea con la presentazione di un esempio eccellente di arte “intermediale” presente a Montemarcello quale la collezione La Marrana di Grazia e Gianni Bolongaro.

Ispirandoci al pensiero di Dave Higgins, rappresentante di Fluxus che ha teorizzato il concetto di intermedia come “termine non prescrittivo (…) ma una possibilità ovunque esista il desiderio di fondere due o più media”, ci si dà l’obbiettivo di uscire dalla logica della gesamkustwerk (opera d’arte totale), per entrare in una logica di simpoiesi in cui niente è collegato a tutto, ma tutto è collegato a qualcosa (E.Mancuso). L’arte diventa cosi intermediale tramite l’attraversamento e l’utilizzo di media diversi, creando un brand new medium, tutto nuovo, ogni volta. Per questo il progetto per gli anni futuri vuole aprirsi al più ampio spettro di collaborazioni con curatori, gallerie, collezionisti ed operatori (da parte dei quali già abbiamo avuto entusiatiche adesioni) per radicare l’arte contemporanea all’interno del Festival e in un territorio fertile per questo tipo di espressioni”.