Kassel updates: a tarda sera, nel parco di Karlsaue. Prospettive diverse e scoperte interessanti su dOCUMENTA (13), cominciando proprio dall’orologio di Anri Sala…
Visita (quasi) notturna al parco di Karlsaue, con qualche scoperta, più o meno piacevole. Da alcune delle casette di legno dove sono installati lavori video si sente ancora il sonoro, qualche custode negligente deve averli lasciati accesi per sbaglio… La montagna di Song Dong, Doing Nothing Garden in Peking / Beijing, 2007-2012, proprio davanti all’Orangerie […]
Visita (quasi) notturna al parco di Karlsaue, con qualche scoperta, più o meno piacevole. Da alcune delle casette di legno dove sono installati lavori video si sente ancora il sonoro, qualche custode negligente deve averli lasciati accesi per sbaglio… La montagna di Song Dong, Doing Nothing Garden in Peking / Beijing, 2007-2012, proprio davanti all’Orangerie nella parte che guarda il parco, ha una scritta al neon che però durante il giorno non è ben visibile e il lavoro quasi perde forza rispetto alla visione in notturna, che ci “regala” anche la scoperta di un neon non funzionante, qualcuno avverta l’artista. L’opera di Massimo Bartolini, Untitled (Wave), 1997-2012, invece, dopo aver “lavorato” tutto il giorno – guardate il video – si riposa circondata da transenne che la proteggono dai malintenzionati che potrebbero addentrarsi nel parco durante la notte e viene riscoperta al mattino per deliziarci per tutta la durata dell’orario di apertura della manifestazione.
E poi il lavoro di Anri Sala: qui il ticchettio dell’orologio si confonde con i rumori della smisurata natura che lo circonda, ed abbiamo pensato di farlo godere anche a voi, grazie a questo video ripreso quasi in notturna, alle 20 e 40. Una doverosa precisazione, soprattutto per chi, in questi giorni di preview, ha osservato distrattamente l’opera. Clocked Perspective, 2012, è un lavoro che dovrebbe essere osservato dall’interno dell’Orangerie, proprio dal corridoio centrale del primo piano, dove si trova un telescopio apposito. Ma bisogna stare molto attenti, perché il telescopio in questione non è segnalato e si trova in mezzo ad altri dai quali invece non si vede proprio un bel niente… Il lavoro è stato creato da Sala in relazione ad un quadro di G. Ulbricht del 1825, che si trova nella collezione dell’Orangerie, proprio nella sala vicina al telescopio.
Nel paesaggio del quadro, il pittore ha inserito un vero orologio meccanico sulla torre del castello, ma mentre ha reso il paesaggio in prospettiva, l’orologio non lo è, creando così una rottura nella composizione del dipinto. Sala ha deciso così di restituire la prospettiva al paesaggio del quadro grazie all’orologio visibile attraverso il telescopio; una scultura che corregge l’errore del pittore ottocentesco grazie ad una forma ellittica e ad un sistema meccanico che nonostante la forma è “sempre in orario”…
– Valentina Grandini
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