L’uomo quantico: le opere di Gianfranco Meggiato alla Valle dei Templi di Agrigento
La ricerca dell’artista veneziano Gianfranco Meggiato approda alla Valle dei Templi di Agrigento, tra la meraviglia delle colonne colossali doriche, la terra calda e gli uliveti aridi. 13 sculture monumentali che sfidano la luce dorata siciliana, la natura mozzafiato e le tracce del passato glorioso dell'antica Akragas
Tredici opere monumentali catturano l’occhio dei visitatori. Un pubblico internazionale, turisti di ogni provenienza, i quali, oltre che ammirare lo splendore della Valle dei Templi di Agrigento (che non ha bisogno di virgole o aggiunte), avranno ora modo di apprezzare anche l’arte contemporanea, grazie alle sculture del veneziano Gianfranco Meggiato (1963)m esposte in occasione della personale L’uomo quantico, non c’è futuro senza memoria, dal 28 luglio 2021 al 4 gennaio 2022. Una mossa sensata, visto che in molti sono convinti che l’Italia abbia tesori solo per eredità storica: se un sito archeologico di importanza mondiale, inserito peraltro nel 1997 nella lista del Patrimonio dell’Unesco, può ospitare anche mostre di artisti contemporanei, perché non cogliere al volo l’occasione?
L’UOMO QUANTICO: LA MOSTRA
La mostra parte da questo presupposto: non si può coltivare il futuro se non ci si guarda alle spalle e non si raccoglie ciò che è stato seminato; nemmeno, tuttavia, ci si può crogiolare o rimanere incagliati “vivendo di rendita”. Così partendo dal sito archeologico vanto della Sicilia, luogo che esplode di bellezza e racconta uno dei capitoli più floridi del periodo ellenico della Magna Grecia, Gianfranco Meggiato ha concepito 4 nuove opere site specific in cui le resistenti leghe di metallo si accostano alla pietra secolare dei templi siculi. Il mondo intuitivo della meccanica quantistica si insinua con i suoi moti ondulatori nella valle bagnata dal sole, facendo danzare la luce nelle pieghe vorticose delle sculture. Lo specchio dell’Assoluto apre il percorso espositivo rifulgendo con i suoi raggi bianchi e i suoi nastri aggrovigliati davanti al Tempio di Giunone, in equilibrio tra entropia e controllo dell’espansione; Uomo quantico, scultura che dà il titolo della mostra, si incontra muovendosi verso l’incredibile Tempio della Concordia; Sfera Aquarius e Quanto di luce sorvegliano come sentinelleil Tempio di Zeus. Il nero di queste due ultime sculture richiama il magma caldo e corposo mentre le sfere inox, inglobate all’interno, catturano lo squarcio di sole e diffondono la luce in bagliori ambrati. Si cerca un connubio tra arte e scienza, tra forme naturali e forme metabolizzate dall’antropos.
L’ARTISTA GIANFRANCO MEGGIATO
Meggiato ha esordito a Venezia a soli 16 anni. Trae ispirazione nella sua ricerca dalla forma minimale e rarefatta di Brancusi, cogliendo l’importanza dei vuoti guardando al loro peso nelle donne di Henry Moore, controllando lo slancio e l’ebbrezza, ma donando una sensazione di leggerezza ed equilibrio come in Calder. Egli stesso ha ripreso l’idea di “introscultura“: lo sguardo dell’osservatore scivola sulla superficie verso il cuore delle sculture, entrando nei loro corpi e investigandone l’interiorità grazie al graduale bilanciamento tra vuoti e pieni, volute morbide e sinuose, sfere lucide e specchianti.
–Giorgia Basili
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