Milano: nell’ex Albergo Diurno Venezia sorgerà il primo Museo nazionale di Arte Digitale

Si tratterà del primo museo pubblico al mondo nel suo genere, dedicato alla cultura e ai linguaggi artistici del digitale. Ce ne ha parlato in questa intervista Maria Grazia Mattei, direttrice del centro MEET che collaborerà con la nuova realtà

Milano punta in alto anche sulla cultura e predispone l’apertura dei suoi nuovi musei per questa prima metà di Anni Venti. Si prepara ad esempio ad accogliere il Museo nazionale di Arte Digitale (forse con l’acronimo di MAD, non ancora confermato), che è l’ultima novità in questo senso. Uno dei pochi al mondo nel suo genere e il primo in assoluto ad essere di carattere nazionale, puntando sull’ambito culturale e sui linguaggi artistici inerenti al vasto mondo digitale. La proposta è partita dal Ministro della Cultura: il museo si realizzerà, entro il 2026, nei locali dell’ex Albergo Diurno Venezia, spazio sotterraneo in stile liberty che si estende sotto piazza Oberdan, a Porta Venezia, ed entrerà in dialogo con MEET – il centro internazionale di cultura digitale voluto da Fondazione Cariplo, che ha aperto le sue porte a fine ottobre 2020 nell’ex Spazio Oberdan di Milano.

MEET, il nuovo centro di cultura digitale a Milano

MEET, il nuovo centro di cultura digitale a Milano

I FINANZIAMENTI PUBBLICI PER 3 NUOVI SPAZI DELLA CULTURA A MILANO

Il finanziamento erogato dallo Stato ammonta a 6 milioni di euro, una cifra nettamente inferiore rispetto alle altre due iniziative museali pubbliche di Milano finanziate in questa tornata, ovvero il Museo Nazionale della Resistenza ai Bastioni di Porta Volta, progettato dallo studio Herzog & de Meuron (a cui spettano 14 milioni) e lo stanziamento di oltre 100 milioni, già approvato dal governo nel Piano per i Grandi attrattori culturali, per la Biblioteca Europea di Informazione e Cultura (Beic), che sorgerà in Porta Vittoria. “Un altro passo avanti verso la Milano del futuro”, ha scritto il sindaco di Milano Beppe Sala sui suoi canali social. “Nell’ex Albergo Diurno di Porta Venezia e negli spazi del MEET nascerà il primo Museo nazionale di Arte Digitale del mondo. Abbiamo colto al volo questa opportunità che ci è stata offerta dal nostro Governo. Non si tratta di riproduzione in digitale di opere d’arte, bensì di opere che nascono direttamente in formato digitale. Io credo molto al progetto. Che, tra l’altro, ci aiuterà a riqualificare un’area centrale ma delicata”. Il nuovo museo, infatti, si collocherà in un distretto culturale a fianco di PAC – Padiglione di Arte Contemporanea, Planetario, GAM – Galleria di Arte Moderna e il privato Museo di Arte Etrusca (in costruzione su progetto di Mario Cucinella).

IL MUSEO NAZIONALE DELL’ARTE DIGITALE A MILANO

Trovo che il Ministro Dario Franceschini con un colpo magistrale abbia tirato fuori un’idea che in questo momento, in questo paese, è molto utile. Occuparsi oggi di arte e cultura digitale è fondamentale, visto tutto quello che è successo e stava succedendo già da anni, seppur non trovasse la giusta attenzione”, commenta la direttrice di MEET Maria Grazia Mattei, raggiunta da Artribune. “Il fatto che ci sia un’iniziativa governativa che vuole mettere l’accento sulla contemporaneità, sui nuovi linguaggi, sulle forme espressive creative, sulle nuove produzioni, su questo scenario che si concilia con tanti altri settori della vita professionale e dei giovani in particolare, è importante. Il MEET è stato creato per promuovere la cultura e l’arte digitale e opera già con mostre, laboratori, incontri con ospiti internazionali. Questa svolta che arriva dal Ministero della Cultura farà compiere un grande passo avanti al nostro Paese. Fondamentale è stata anche la celerità del sindaco Sala, che ha colto al volo la possibilità di portare il Museo d’Arte Digitale nella città e ha lavorato affinché la candidatura di Milano fosse accettata. Saranno da risolvere vari aspetti legati alla gestione e alla governance del nuovo museo. C’è un dato di fatto, abbiamo una sede per partire. Lavoreremo con una logica di integrazione. MEET ha un patrimonio di relazioni con istituzioni e artisti internazionali, ha una sua collezione di cultura digitale e questa iniziativa costituisce un’opportunità straordinaria per affermare la necessità di guardare al mondo digitale non in termini tecnicistici, ma culturali”.

IL MUSEO NAZIONALE DELL’ARTE DIGITALE A MILANO, TRA ASPETTATIVE E DUBBI

Di fronte a questo progetto ancora in nuce, però, è impossibile non porsi delle domande in merito ai fondi stanziati – davvero esigui a confronto degli altri progetti – e allo spazio: l’ex Albergo Diurno Venezia, infatti, presenta una struttura fortemente connotata dall’architettura di inizio Novecento, che negli ultimi anni ha ospitato mostre di artisti contemporanei con ottime soluzioni espositive. Ma in che modo un simile scenario può conciliarsi con il nuovo progetto rivolto alle arti digitali? Lo abbiamo chiesto ancora a Maria Grazia Mattei, che ha replicato: “Per quanto riguarda la cifra di 6 milioni, non sarà il budget finale, ma si dovrebbe riferire a un primo intervento di ristrutturazione e consolidamento. Il Diurno di proprietà del Comune di Milano, è molto grande e occupa tutta Piazza Oberdan. Una parte è stata saltuariamente aperta al pubblico dal FAI, mentre l’altra è totalmente da risistemare. Tutto lo spazio deve essere chiaramente riprogettato in funzione del nuovo museo, che, ripeto, comprenderà in maniera integrata o completamente fusa anche il MEET, progettato fin dagli inizi per essere uno spazio della cultura digitale. Fondendo le due cose verrà fuori una realtà stupenda”. E conclude: “bisogna immaginarsi un Museo dell’Arte Digitale non come una realtà concentrata su un’unica sede, ma diffusa in diverse aree, ognuna con la propria identità”. Qualche perplessità sulla scelta di uno spazio sotterraneo resta, ma non scalfisce la curiosità di vedere partire questo progetto.

– Giulia Ronchi

https://www.meetcenter.it/ 

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Giulia Ronchi

Giulia Ronchi

Giulia Ronchi è nata a Pesaro nel 1991. È laureata in Scienze dei Beni Culturali all’Università Cattolica di Milano e in Visual Cultures e Pratiche curatoriali presso l’Accademia di Brera. È stata tra i fondatori del gruppo curatoriale OUT44, organizzando…

Scopri di più