Aprirà nella Tuscia micro-museo d’arte contemporanea. L’idea del curatore Antonio Arévalo
Il critico, poeta e curatore d’arte cileno, da molti anni residente in Italia, ha deciso di dare vita a un ambizioso progetto d’arte contemporanea nel piccolo comune di Sipicciano. Una vecchia torre medievale sarà trasformata in museo. Ecco cosa ci ha raccontato Arévalo
Una torre medievale abbandonata, un piccolo paese al confine tra il Lazio e l’Umbria, un progetto d’arte contemporanea di respiro internazionale. È destinata a diventare un polo culturale Sipicciano, frazione di Graffignano in provincia di Viterbo, poche centinaia di abitanti e in procinto di ospitare il Micro Museo della Tuscia, su idea del critico e curatore Antonio Arévalo (Santiago del Cile, 1958), tra i più attivi sostenitori e promotori della creatività latinoamericana in Europa (nel 2014 è stato nominato Addetto Culturale del Cile in Italia). Cosa ha spinto Arévalo a lasciare Roma – città in cui ha vissuto per molti anni – per spostarsi in provincia e qui addirittura aprire un museo? “L’innamorarsi della Tuscia viterbese, cosa che è già successa a Castellani, Balthus, Pasolini, Matta, Twombly”, ci risponde il curatore.
IL MICRO MUSEO DELLA TUSCIA
Scelte di vita e professionali si incrociano in questo nuovo capitolo nel percorso di Arévalo, giunto nella Tuscia per acquistare una nuova casa – “prima apparteneva a una curatrice, Donatella Valori, nipote dell’attrice Bice Valori” – e non solo. “Lo scorso settembre mi hanno proposto di acquistare una torre di epoca medievale, ristrutturata negli Cinquanta e utilizzata dall’Enel per portare la luce al paese, per poi essere abbandonata negli anni Settanta”, ci racconta Arévalo. Da qui è nata l’idea di dare vita a un luogo espositivo, un “Micro Museo della Tuscia, con opere site specific realizzate da artisti chiamati a fare qui un periodo di residenza di un mese, lavorando con il paese, con le scuole, con le associazioni locali”, continua il curatore. I tre piani di cui si compone la torre saranno così strutturati: “il piano terra e l’esterno saranno adibiti all’esposizione delle opere, il primo piano a biblioteca d’arte mentre la parte superiore sarà dedicata alla residenza artistica”. Un artista al mese quindi, e il primo a inaugurare questa serie di residenze sarà Iván Navarro (Santiago del Cile, 1972), la cui ricerca verte attorno alla luce e agli effetti ottici: “dato che la torre era la fonte di luce di tutto il paese, il primo artista da coinvolgere nel progetto non poteva che essere Navarro”, sottolinea Arévalo. Il nuovo spazio, che potrebbe inaugurare a settembre, promuoverà anche il lavoro di giovani artisti “che non fanno parte del sistema”. Perché, spiega e conclude Arévalo “ho cambiato atteggiamento: da curatore vorrei essere per loro un compagno di strada”.
– Desirée Maida
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