Fernando De Filippi – Effimera
DR Fake Cabinet presenta una mostra di lavori storici di Fernando De Filippi, uno degli artisti più significativi della sua generazione, in particolare di quel segmento di autori che ha concepito la propria attività artistica in chiave politica e di critica sociale.
Comunicato stampa
DR Fake Cabinet presenta una mostra di lavori storici di Fernando De Filippi, uno degli artisti più significativi della sua generazione, in particolare di quel segmento di autori che ha concepito la propria attività artistica in chiave politica e di critica sociale. De Filippi è intervenuto con strategie di arte pubblica quando questa pratica era del tutto inusuale, tanto da essere stato definito come il primo street artist. Dapprima con interventi clandestini in cui frasi tratte dai classici del marxismo venivano affisse nelle città italiane e straniere, provocando un effetto straniante, poi con vere e proprie mostre fatte sui muri metropolitani, l’artista ha sempre voluto sottolineare il legame che intercorre fra l’arte come pratica estetica e l’arte come pratica sociale e di critica. La sua attività si è concentrata inoltre sul complesso rapporto che passa fra l’immagine e la sua riproduzione pittorica e artistica, anche in chiave performativa, di cui la serie di opere intitolata Sostituzione vivere il rito, che documenta una lunga trasformazione estetica dell’artista fino a divenire una sorta di sosia di Lenin, è testimonianza.
La mostra propone tre cicli di lavori storici di Fernando De Filippi incentrati sul tema dell’effimero. Verranno esposte le tre serie storiche degli anni Settanta intitolate Slogan. Arte come pratica sociale, Ideologia come, Sostituzione nelle quali l’elemento di critica sociale si rapporta alla condizione effimera cui un certo tipo di arte – anche nella sua dimensione pubblica – è destinata. Saranno esposti anche alcuni degli storici dipinti raffiguranti Lenin e che costituiscono in qualche modo l’avvio della riflessione di De Filippi sull’arte intesa come ideologia e sul ruolo dell’artista in rapporto alla politica e alla società.