Il nuovo spazio espositivo Platea a Lodi. Vittoria Viale apre il ciclo di giovani emergenti
Inaugurato da Marcello Maloberti lo scorso giugno, lo spazio realizzato in una vetrina di Palazzo Galeano a Lodi cattura lo sguardo e promuove le nuove leve dell’arte italiana. Viale è in mostra fino al 23 settembre, seguono Giulio Locatelli, Silvia Berry e Vittoria Mazzonis
Un gruppo di amici che credono in un progetto: è così che iniziano molte avventure. In questo modo è nata anche l’associazione culturale non profit Platea Palazzo Galeano, creata a Lodi nel complicato 2020 con l’obiettivo di sostenere i giovani talenti e la produzione artistica degli emergenti. Lo spazio di Platea è minimo, ma cruciale: una vetrina nel centro cittadino ricavata dal vano della vecchia portineria dell’omonimo Palazzo Galeano in corso Umberto I. Questa finestra pubblica sull’arte, incastonata per alcuni metri nell’edificio seicentesco protetto dalle Belle Arti, offre ai passanti – esperti o novizi – una visione sui nuovi nomi che si fanno strada nel panorama artistico nazionale. Lo spazio – voluto da Claudia Ferrari (presidente), Laura Ferrari (vicepresidente), Carlo Orsini (direttore artistico), Luca Bucci (progettista), Lorenzo Bucci (social media) e Gianluigi Corsi (tesoriere) – è stato inaugurato a giugno con l’opera e la performance del noto artista Marcello Maloberti, Trionfo dell’aurora – realizzata in collaborazione con la Galleria Raffaella Cortese. All’esposizione dentro la vetrina, una fotografia dal respiro tridimensionale e ridiscute la prospettiva rinascimentale della rappresentazione eurocentrica, ha affiancato la distribuzione di un pamphlet, che contiene una lettera preziosa alla presidente Claudia Ferrari. È questa da cui viene il dono del nome di Platea all’associazione (che a titolo interno era invece chiamata “The right gallery”): “Platea è il tuo omaggio alla città. Il nome dello spazio sottolinea l’importanza del pubblico, disposto in una grande platea, che poi è la città di Lodi, ma anche, citando Harald Szeeman, la platea dell’umanità”, si legge nell’accorata lettera in italiano e in inglese. Maloberti è nume tutelare per i 4 giovani che si avvicendano nello spazio fino a dicembre, oltre che professore di diversi di loro alla NABA: l’apprendimento sul campo, dopotutto, era uno dei requisiti fondamentali per il progetto, che nasce proprio come lezione e introduzione al sistema dell’arte per le generazioni più giovani. Il format, ci dicono da Platea, è già oggetto di interesse da diverse gallerie per i prossimi due anni, tra cui Galleria Continua (che già con Boccata d’Arte fa dello scouting tra gli under29).
L’INSTALLAZIONE DI VITTORIA VIALE A PLATEA
Il primo episodio del palinsesto, coordinato dalla curatrice Francesca Grossi (la sua seconda mostra dopo SISTEMA! dello scorso luglio allo Spazio 21 di Lodi), è Vittoria, dell’artista sanremese classe 1998 Vittoria Viale. Visibile fino al 23 settembre, l’installazione (e prima personale) di Viale riproduce un sample dello studio dell’artista, coinvolgendo tutti i materiali e le tecniche con cui lavora – dal video alla scultura, dalla fotografia al disegno. A questo si somma l’integrazione di diversi elementi propri dello spazio preesistente, come lo spiraglio del fondale che nasconde i mattoni della vecchia portineria e il disegno delle sbarre della grata tolta dalla vetrina di Palazzo Galeano, che Vittoria ha studiato a lungo e incorporato come elemento centrale (portandosi “avanti e indietro la grata tra lo spazio di Lodi e lo studio di Milano”, racconta). “Abbiamo deciso di concentrarci sullo spazio, portando avanti contemporaneamente una ricerca di disegno che fosse legata a quello che succedeva in studio”, spiega Viale. “È stato molto interessante seguire la sua fase creativa, che è assolutamente incessante, e che qui ha portato alla creazione un paesaggio che simula il suo concetto di studio d’artista, aprendolo al pubblico”, precisa la curatrice Grossi. Il video, la scultura di metallo, il disegno delle sbarre presenti insieme agli altri elementi nella vetrina interagiscono tra loro e con il pubblico, stimolando la curiosità, premiando chi si sposta per cambiare prospettiva e vedere più elementi e, più in generale, sostenendo una predisposizione mentale all’apertura. L’obiettivo di coinvolgimento del pubblico nei processi e nella creazione di significati può dirsi pienamente realizzato fin dal concepimento dell’opera stessa: le persone che si fermavano durante la realizzazione e che chiedevano informazioni a Vittoria hanno preso parte all’installazione realizzando quel risveglio auspicato dai fondatori dello spazio. Dopo Vittoria Viale, sarà la volta di Giulio Locatelli, dal 29 settembre al 31 ottobre, di Silvia Berry, dal 6 novembre al 5 dicembre, e di Vittoria Mazzonis, dall’11 dicembre al 9 gennaio, che si avvicenderanno sempre con opere inedite e site specific. “Tutto è avvenuto con la guida costante di Marcello, che è stato molto attento a seguire ogni passaggio e creare un ambiente formativo e collaborativo tra tutti gli artisti”, aggiunge Francesca, che ha fatto di Platea anche la sua tesi di laurea. “C’è stata una contaminazione continua tra gli artisti, che sono molto diversi e portano opere distanti tra loro, interagendo e dandosi consigli. Lavorando qui e allo Spazio 21 (che con SISTEMA! ha accorpato gli stessi artisti in una grande esposizione) si è creata una specie di famiglia, anche per via di tutti i mesi che abbiamo passato a progettare questo momento”, conclude la curatrice. Il manifesto della mostra di Vittoria, che rientra effettivamente nell’opera, è un dialogo tra l’artista e la curatrice che permette di colmare la distanza inevitabile creata dal vetro della vetrina tra spettatore e opera, ricreando intimità. “Questo formato riprende la volontà di Platea di far parlare direttamente le persone, non creando testi-facsimili senza personalità ma mettendo in mostra i punti di vista soggettivi e personali”, sottolinea Vittoria.
IL NETWORK CREATO DA PLATEA A LODI
La sensibilità del palinsesto – realizzato grazie al contributo della Fondazione Comunitaria della Provincia di Lodi onlus, ai main partner Ferrari e Consorzio Tutela Grana Padano, ma anche alla generosità dei donatori – è matura, anche frutto dell’esperienza di Orsini, architetto ed editor, con lo Spazio 21 e il Lerici Music Festival. Lo spirito di Platea si raccoglie come lo Spazio 21 intorno a una dimensione locale, pensando alle nuove leve e proiettandole verso un pubblico più ampio possibile, creando una “Platea” che diventi parte dell’opera. “Abbiamo affisso una serie di manifesti prima della performance di Marcello, coinvolgendo la città con sempre maggiore apprezzamento, e il giorno stesso si è creato un evento molto partecipato”, racconta Orsini. “Ho fatto un test seduto al bar davanti alla vetrina quest’estate, per vedere che effetto faceva sulla gente il nostro spazio. La gente camminava, si fermava, tornava indietro: siamo riusciti a catturare lo sguardo dei passanti, e lo sguardo è tutto”. “Allo stesso tempo”, aggiunge la presidente Claudia Ferrari, “abbiamo guadagnato l’interesse di persone esterne alla città portandole dentro Lodi, ridando spazio all’arte contemporanea dopo la chiusura del Museo Civico”. La fruizione gratuita e costante, giorno e notte, della vetrina sta generando attenzione e stimolando un network artistico – primo tra tutti il Museo Diocesano, che si è detto interessato a collaborare – e umano. Per partecipare ai talk nella piazza antistante alla vetrina, che accompagnano la programmazione espositiva, non è necessario prenotare né pagare ma si può scegliere di supportare il progetto. E molta gente lo fa: “Non abbiamo profitto, viviamo di partnership e donazioni”, aggiunge Ferrari, “Chi vuole può comprare una sedia per partecipare e supportarci, un po’ come si faceva qualche tempo fa quando le famiglie compravano la panca in Chiesa. Su alcune di queste Marcello ha scritto a mano il nome dei compratori. Si è creato proprio un senso di comunità”.
– Giulia Giaume
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