Video screening a cura di Francesco Bertocco.
Comunicato stampa
In occasione di Milano ART Week 2021, Viafarini presenta A to Z, video screening a cura di Francesco Bertocco che intende proporre un focus sulle nuove generazioni di artiste e artisti che lavorano con le immagini in movimento. Nella vetrina di Concordia II, dal 17 al 19 settembre 2021, si alterneranno i lavori di Daniele Costa, Giulia Crivellaro, Camilla Salvatore e Perla Sardella, ciascuno con una propria linea di ricerca già evidente e specifica, andando così a tracciare un percorso visivo eterogeneo, tra video arte e cinema sperimentale.
Daniele Costa, Il circuito, 2018
Il progetto parte dalla storia di Elisa, non vedente dall’età di 17 anni a causa di un aggravamento di una malattia genetica. Il lavoro osserva e ripercorre, attraverso il mezzo video, le sue modalità di ridefinizione spaziale e le esigenze interpretative del mondo che la circonda. Da circa quattro anni Elisa fa la co-pilota di rally, sport che le consente di rielaborare il proprio spazio e i propri confini in relazione e grazie all’attività sensoriale che compie.
Giulia Crivellaro, A General State of Loneliness, 2019
A General State of Loneliness tematizza il mangiare come atto sociale e religioso. Un cibarsi che,
astratto quindi dalla biologica e stretta correlazione con la sopravvivenza, è stato introdotto dal Cristianesimo nella ritualità liturgica.
La religione, come il mangiare insieme, ha per secoli aiutato l’individuo a combattere la sua tensione a soffrire la solitudine, creando momenti di aggregazione. Giustapponendo fenomeni apparentemente molto diversi, come la Pange Lingua dell’eucarestia cristiana, il fenomeno del mukbang e il sottile audio di un pranzo in solitaria, si vuole riflettere sulla necessità umana della condivisione.
Camilla Salvatore, 20 Settembre, 2020
20 Settembre è il secondo capitolo di una trilogia ancora in corso. I tre cortometraggi nascono da una riflessione sull'influenza che le vite dei nostri predecessori hanno sul nostro presente, sulla nostra immaginazione, sulla nostra memoria, come se fossero le nostre stesse vite precedenti. Ne risulta che il trauma si trasmette di generazione in generazione; le colpe dei nostri nonni, seguite da quelle dei nostri padri ricadono sulle nostre spalle, come una malattia ereditaria per il nostro spirito.
Perla Sardella, Le Grand Viveur, 2020
Mario Lorenzini era un operaio, un escursionista, un cacciatore e un membro della comunità Walser piemontese della Valsesia. Negli anni ‘70 compra una cinepresa Super8 e inizia a filmare la realtà che lo circonda. Attraverso la sua lente vediamo le stagioni passare a Priami, il suo piccolo paese al confine tra Svizzera e Italia. Mentre con la sua macchina da presa Lorenzini esplora la sua comunità, nel film emerge un secondo punto di vista che ci dà l’interpretazione del suo mondo, della sua vita e della sua idea di cinema. La sua relazione con la mascolinità e la mancata relazione con il mondo femminile è spesso sottolineata, generando un conflitto tra le aspettative della sua comunità e l'incapacità di poterle esaudire.