Circo contemporaneo: reportage dal Festival Mirabilia
Anticipata nel mese di agosto da alcune tappe di avvicinamento in varie località del Piemonte, si è tenuta a Cuneo la XV edizione del Festival Mirabilia. Circo contemporaneo e danza affiancati e mescolati in un cartellone che evidenzia la felice fluidità dello spettacolo dal vivo.
The Times They Are A-Changin’: la celebre canzone di Bob Dylan è il filo rosso che attraversa l’edizione 2021 del Festival Mirabilia, diretto da Fabrizio Gavosto, quest’anno più che mai deciso a tradurre in opportunità di formazione e rinnovamento il periodo complesso che stiamo vivendo, scegliendo anche di percorrere terreni poco esplorati dell’universo delle performing arts.
GIOCOLIERI E MODERNI DERVISCI
La prima giornata del festival è stata aperta dai quattro madrileni della Cie Nueveuno con lo spettacolo Suspencion. Giocolieri impeccabili e perfetti nella geometria e nei tempi delle traiettorie delle candide palline che vorticano fra i pannelli lignei che compongono la duttile scenografia; maestri divertiti nei sipari incentrati sull’uso del diablo; spietati lanciatori di coltelli: gli artisti spagnoli flettono la propria rigorosa professionalità al ritratto di una “virilità” tutt’altro che graniticamente risolta. Le voci registrate di amici e padri, così come quelle di donne di varie età che dichiarano cosa vorrebbero cambiare in fidanzati e fratelli, compendiano la drammaturgia non verbale di uno spettacolo che sa combinare la destrezza con una riflessione non banale né scontata su stereotipi di genere ancora duri a morire.
E un invito a ricalibrare il proprio sguardo all’insegna di un’intelligente e sensibile “leggerezza” informa Yin, spettacolo proposto dalla francese Cie Monad. In scena due dervisci contemporanei, che non disdegnano però né il Tai Chi né la giocoleria né, soprattutto, il dialogo acutamente problematico con il pubblico. Un allestimento costruito sulla rotazione tipica dei dervisci – i due protagonisti indossano le ampie gonne, l’uno bianca, l’altro nera – sulla quale si innestano coreografie debitrici del succitato Tai Chi, ma anche l’arte del juggling e il gioco fatto di complice rivalità fra gli artisti. Non solo, nella seconda parte dello spettacolo – destinata a quella fetta di pubblico che ha scelto di non abbandonare la sala, opzione da tutti tralasciata – i performer si rivolgono direttamente alla disponibilità degli spettatori a fidarsi degli artisti, introducendo così un’implicita riflessione sulla solidità di quel patto che dovrebbe unire palco e platea.
DANZA CON IL FUOCO E ACROBATICA VITALITÀ
Ed è un autentico rito comunitario quello cui l’artista ceca Lucie Vendlova invita gli astanti a partecipare: circondata dalle fiamme vive, la performer diventa Igniferi – nome che è anche il titolo dello spettacolo ‒, creatura arcana e capace di dialogare con il fuoco. Muovendosi sicura fra ampi paioli dai quali sorgono le fiamme – libere e intense ‒, Vendlova dà vita a una coreografia in cui la destrezza si coniuga all’abilità nel comporre tableau vivant di ancestrale potenza.
Energia e vitalità che, pur declinate in tonalità allegramente canzonatorie, informano anche Hesperus, l’eclettico lavoro con cui gli artisti italiani del Circo Madera si interrogano sullo stato di salute dello spettacolo dal vivo. Musica dal vivo, acrobatica, comicità e nonsense concorrono a costruire un allestimento colmo di entusiastica fiducia nella fertile e imperitura sopravvivenza delle arti performative.
‒ Laura Bevione
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