Indagini sul Salento nella mostra di Dora Budor a Lecce
Dora Budor è la protagonista della nuova mostra di Progetto, spazio d’arte contemporanea di Lecce. Dove si prosegue l'indagine sui fenomeni sommersi legati al territorio salentino, ma dal punto di vista di artisti provenienti da altre geografie.
Su invito dell’artista Jamie Sneider, Dora Budor (Zagabria, 1984; vive a New York) ha riflettuto sul passato del Salento. Si è concentrata sulle questioni sociali ed economiche, lavorando in particolare sulla storia dei tabacchifici locali, grandi aziende che fino ad alcuni decenni fa servivano il fabbisogno dell’intero nord Italia, grazie al lavoro di centinaia di donne. “Dispositivi di dominazione domestica compenetravano la linea di produzione e un ordine imponeva l’altro”, suggerisce la stessa Sneider.
LA MOSTRA A LECCE
Un grande tavolo da lavoro proveniente da un tabacchificio in disuso interrompe il transito in uno degli ambienti di Progetto. È lungo circa sei metri; le sue proporzioni monumentali occupano lo spazio, lo frazionano, lo ritmano. Ci mettono davanti a una grande reliquia di un mondo che non c’è più, riproposta in cartapesta in un esemplare ex novo a pochi metri di distanza. Ma la mostra è anche una costellazione di presenze, coinvolte in prima linea dall’artista, con interventi site specific che proseguono anche sul tetto di Progetto, a stretto contatto con il cielo del centro storico di Lecce. Piccole stanze prive di copertura si rincorrono sul terrazzo: accolgono gli assemblaggi realizzati da Ser Serpas, artista losangelina, con materiali di risulta recuperati ai bordi delle strade del Salento. Opere che condividono quel principio di Autoriduzione dei corpi fisici della scultura e dei sensi che appartiene anche agli altri interventi che costellano questo spazio, sospeso tra realtà e immaginifico.
‒ Lorenzo Madaro
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