Nina Carini – The indeterminacy of an encounter

Informazioni Evento

Luogo
FONDAZIONE MERZ
Via Limone 24, Torino, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Vernissage
22/09/2021

no

Artisti
Nina Carini
Uffici stampa
MARIA GRAZIA VERNUCCIO
Generi
arte contemporanea

Installazione di Nina Carini presente alla Fondazione Merz con The indeterminacy of an encounter, opera che unisce cielo e terra in uno specchio d’acqua in cui vibrazioni sonore imprevedibili e profonde arrivano da un misterioso altrove.

Comunicato stampa

The indeterminacy of an encounter di Nina Carini è l’ultima installazione site specific, ambientale e sonora, concepita dall’artista per la tredicesima edizione di Meteorite in Giardino (23 giugno – 26 settembre | Opening 23 giugno dalle 16 alle 20 – ingresso libero), di Fondazione Merz curata da Maria Centonze e Agata Polizzi, dal titolo Siamo fatti della stessa sostanza dei sogni. La rassegna si propone ancora una volta come momento di mediazione tra presente e futuro, tra i limiti che dividono il nostro senso di appartenenza al concreto e la profonda necessità di esplorare, contemplare e costruire attraverso l’arte una visione onirica e liberatoria.

L’installazione The indeterminacy of an encounter di Nina Carini, unisce il cielo e la terra in uno specchio d’acqua in cui vibrazioni sonore imprevedibili e profonde arrivano da un misterioso altrove. Luce, suono e materia si mescolano, fluidi e cangianti e insieme diventano microcosmi in cui abitare.

And if i could hold back a ray of light would infinity be closer?

Il disegno di un cerchio, la forma ancestrale di un sentire metafisico. “The circle has a way to happen”1 Un occhio, una fonte, il punto d’incontro tra cielo e acqua. Un orizzonte.

Vertigini visuali dove la forza di gravità diventa ansia d’infinito. Una tensione in cui lo sguardo perde orientamento, non riconosce più i punti cardinali, la perdita di equilibrio porta alla contemplazione ed è lì che avviene l’incontro.

Forse l’infinito è un canale tra me e te in cui scorre qualcosa, l’acqua e la sua voce. Lei rotola senza fine come il tempo dentro un cerchio creando una composizione polifonica di suoni organici che evoca una spirale sonora, l’origine e la nascita. Ogni microcosmo produce suono, è il battito della vita.

1 Etel Adnan, The Brooklin Rail

Nina Carini nasce a Palermo nel 1984. Ha frequentato l’Accademia Cignaroli di Verona, dove ha conseguito la laurea triennale e quindi l’Ecole nationale supérieure des beaux-arts de Lyon e l’Accademia di Brera di Milano, dove ha ottenuto la laurea specialistica.

Ha mosso i suoi primi passi in ambito pittorico, per superare rapidamente la specificità dei singoli linguaggi e per reinventare il senso e lo scopo del medium, che di volta in volta ha utilizzato. Le sue non sono forme fisse nel tempo, chiuse in se stesse, varcano, anzi, i propri limiti. La sua ricerca oggi trova un particolare sviluppo nella performance e nel video. Le performance sono per lei forme d’indagine sperimentali, perché rappresentano la forma con cui tenta di dare risposta ai quesiti esistenziali che l’assillano.

Il tema dell’identità attraverso l’immagine è una costante permanente, in cui è un’approfondita indagine sul linguaggio, sul senso della parola sia da un punto di vista intimo che più ampiamente sociale, in relazione al nostro tempo storico. È profondamente attratta dagli studi sul suono, sulla voce che diviene per lei l’ultima ed estrema occasione di scardinare i conflitti d’immagine e di preservare l’identità che gli uomini non sono in grado di curare. Il linguaggio è, infatti, un passaggio fluido nel quale è il suono a riempire lo spazio e lo spazio a farsi sociale, relazione accresciuta tra interno ed esterno.

Psicologia, scienza, sociologia, arte, teatro e cinema: questo il patrimonio intellettuale e visivo di Nina Carini, da cui la stessa attinge di volta in volta, dando vita a opere in cui la speculazione scientifica, l’immagine e la poesia si incontrano in un unicum inscindibile.