Chiamata alle Arti 2021
Mucciaccia Contemporary è lieta di presentare la mostra collettiva Chiamata alle Arti | 2021, nata con la collaborazione delle Accademie di Belle Arti di Napoli, Roma e Venezia.
Comunicato stampa
CHIAMATA ALLE ARTI | 2021
28 settembre - 6 novembre 2021
Opening day martedì 28 settembre – dalle 16.00 alle 20.00
Valerio Cavallaro / Raimondo Coppola / Ketty Gobbo
Tammaro Menale / Piervincenzo Nocera / Anastasia Norenko
Ottavia Pompei / Antonio Salzano / Patrizio Volpini
Con il patrocinio di: Accademia di Belle Arti di Napoli | Accademia di Belle Arti Roma | Accademia di Belle Arti di Venezia
Mucciaccia Contemporary è lieta di presentare la mostra collettiva Chiamata alle Arti | 2021, nata con la collaborazione delle Accademie di Belle Arti di Napoli, Roma e Venezia. Il progetto è la prima edizione di una serie che si terrà con cadenza annuale, ed è dedicato agli studenti iscritti almeno all’ultimo anno del triennio o frequentanti il biennio presso le istituzioni accademiche italiane, con l'intento di dare visibilità alla loro creatività artistica. In questo primo momento di confronto sono state coinvolte le Accademie di Belle Arti di Napoli, Roma e Venezia, a cui appartengono rispettivamente gli studenti: Raimondo Coppola, Tammaro Menale, Piervincenzo Nocera, Antonio Salzano e Valerio Cavallaro, Anastasia Norenko, Ottavia Pompei, Patrizio Volpini ed infine Ketty Gobbo. L’obbiettivo del progetto è quello di coinvolgere le Accademie di Belle Arti disseminate su tutto territorio italiano, così che in occasione di questa prima edizione, ed in vista delle successive, volgiamo un invito verso le istituzioni, una vera Chiamata alle arti.
Il percorso è vivace e ricco di cortocircuiti visivi che ci permettono di avere una visione ampia ed eteroclita sullo stato sperimentale dell’arte nascente presso le istituzioni accademiche. La mostra si sviluppa nello spazio espositivo conducendo lo spettatore a riflettere su questioni ampie, quali: problematiche ambientali, comportamenti della società attuale, ma pur sempre volgendo lo sguardo alle tradizioni di una geografia popolare a cui gli studenti appartengono. Il percorso si fa portavoce anche di una nota più lirica ed intima, che in alcuni casi vede l’artista confrontarsi con gli estremi della propria esistenza o con iconografie desunte dai classici soggetti della storia dell’arte occidentale. Ultimo elemento è la sperimentazione, indagata da alcuni artisti con l’uso di materiali extra pittorici, derivati dalla contemporanea vita cittadina o altrimenti poveri come la terracotta e la juta, sino all’indagine di tecniche disegnative inedite che rivelano il tentativo di studiare la forma geometrica che approda verso aspetti surreali. La mostra sarà accompagnata da un catalogo edito dalla Mucciaccia Contemporary Edizioni che raccoglie i contributi critici dei docenti accademici, inoltre, il giorno inaugurale saranno presenti alcuni studenti delle rispettive accademie.
Valerio Cavallaro (Eboli, SA, 1998) | Accademia di Belle Arti di Roma
L’artista ragiona sulla tecnica pittorica e disegnativa discostandosi dalle regole accademiche del disegno diligentemente eseguito. Piuttosto, egli si concentra sull’aspetto costruttivo e prospettico delle figure nell’ambiente. In questo modo le linee spezzate, che caratterizzano le opere in mostra, tendono ad indagare lo spazio ed i suoi limiti. Egli volgendo l’attenzione verso l'incompiutezza rivela anche il sottile aspetto esistenziale delle figure ritratte, come il tema della doppia personalità, che sembra essere figlia di una magia alchemica.
Raimondo Coppola (Napoli, 1997) | Accademia di Belle Arti di Napoli
Le opere hanno un carattere fortemente sperimentale, l’artista utilizza materiali tratti dalla natura, ma anche oggetti desunti dal mondo contemporaneo, come materiali di scarto e plastiche. Apparentemente distaccati da ogni tipo di emotività, l’artista tocca concetti quali problematiche ambientali e sociali. Le luci nell’opera video, sono espressive delle tensioni dello stato d’animo umano, mentre l’installazione con l’albero di fico è una sublimazione che rappresenta una riflessione sul nostro attuale ecosistema ambientale.
Ketty Gobbo (Treviso, 1999) | Accademia di Belle Arti di Venezia
Nelle sculture di Ketty Gobbo si incontrano passato e presente: le opere sono state realizzate traendo ispirazione dell’antica tecnica della ceramica vascolare, ma al contempo, intendono essere una riflessione sul mondo contemporaneo. Sulle superfici sono riportati disegni grafici di simboli ed oggetti tratti dalla vita quotidiana, un invito a riflettere sulle tematiche del consumo e sull’ossessione che si cela nell’idea della felicità del guadagno e dell’acquisto.
Tammaro Menale (Aversa, CE, 1995) | Accademia di Belle Arti di Napoli
L’artista riflette sul valore dei frammenti desunti dalla nostra quotidianità. Egli esegue collage con materiali di residuali e sculture installative con oggetti ritrovati, come nel caso delle bottiglie di vetro contenenti passata di pomodoro, simbolo di una tradizione popolare cara alla cultura partenopea. Nell’accostamento atipico dei frammenti figurativi, i collage sono testimonianza di una realtà frammentata il cui abbinamento, alcune volte dissacratorio, tende a stimolare lo spettatore sul loro significato.
Piervincenzo Nocera (Nocera Inferiore, SA, 1997) | Accademia di Belle Arti di Napoli
Lavora sul tema del ritratto e sulla figura secondo un inventario muto, così che gli sguardi sensuali e profondi delle donne contemporanee da lui raffigurate, tendono ad essere sinonimo di una corrosione del senso di benessere e sicurezza che la contemporanea società cerca di infondere. Nelle opere in mostra le colorazioni predilette sono due, il blu ed il rosso, una scala cromatica che tende a voler esprimere la sfera emotiva dei personaggi e delle ambientazioni raccontante.
Anastasia Norenko (Zolotonosha, Ucraina, 1994) | Accademia di Belle Arti di Roma
Lavora utilizzando materiali extra pittorici, come cartelloni stradali tratti dalla città di Roma. Utilizza iconografie tratte dalla storia dell’arte, come il Tondo Doni di Michelangelo e Le tre grazie di Pieter Paul Rubens che vengono rivisitate in maniera ironica e dissacratoria, in questo modo l’artista destituisce loro ogni iconicità. Inoltre, l’utilizzo di colorazioni vivace e squillanti tende a svelare l’aspetto radicale di un linguaggio pittorico ecclettico, totalmente solitario e vorace.
Ottavia Pompei (San Benedetto del Tronto, AP, 1992) | Accademia di Belle Arti di Roma
Utilizza una particolare tecnica disegnativa eseguita con china e promarker su carta della pesantezza di 220 gr. La sua ricerca ha un carattere epiteliale: l’artista indagando l’aspetto della pelle umana traduce tale ricerca alla pratica disegnativa. Le figure sono frutto di rebus geometrici surreali ed impossibili, così prendono vite di strane creature metà umane ed animali. Non vi sono sfumature, ma tratti disegnativi tenaci e nitidi, che definiscono figure all’interno di incastri geometrici voluttuosi, così da creare una regola visiva fortemente prospettica e volutamente equilibrata.
Antonio Salzano (Avellino, 1995) | Accademia di Belle Arti di Napoli
Utilizzando materiali poveri come la terracotta, juta, egli esegue una riflessione disincanta ed ironica della realtà. Come in un rebus, i titoli delle opere ci conducono verso particolari giochi di parole legati al soggetto dell’opera raffigurata. Le sculture in mostra riflettono la particolare attitudine dell’artista a ragionare sulle tradizioni popolari della sua città di origine, sulle problematiche ambientali come l’inquinamento causato dai rifiuti ed anche sull’aspetto consumistico della vita contemporanea.
Patrizio Volpini (Fondi, LT, 1997) | Accademia di Belle Arti di Roma
L’artista vive la pittura come uno stato di libertà emotiva, le pennellate sono libere, flessuose pertanto, si dispongono sul particolare supporto in lamiera nel loro aspetto turgido. Tutte le opere in mostra hanno come supporto una lamina in ferro e sono caratterizzate da un piccolo formato che tende a comunicare l’aspetto intimo delle scene rappresentate. L’obbiettivo è proprio quello di esprimere la semplicità quotidiana dell’immaginario privato e domestico della vita dell’artista.