In un doc la storia di resistenza della Zad di Notre-Dame-des-Landes
C'è una zona nei pressi di Nantes, in Francia, denominata “Zone à défendre”, dove gli abitanti sono in lotta contro il governo per contrastare la costruzione di un aeroporto. La storia è raccontata nel doc The Spark di Valeria Mazzucchi e Antoine Harari
Il rapporto uomo e ambiente è sempre più centrale di questi tempi. Come possiamo creare e sostenere un mondo più sostenibile? È un’utopia o è possibile correggere e controllare la supremazia dell’uomo sulla natura? Valeria Mazzucchi e Antoine Harari presentano in concorso al 24° Festival CinemAmbiente, in programma dal 1 al 6 ottobre, il film The Spark. Un film che riflette su queste tematiche e che quindi guarda con attenzione al mondo che abbiamo attorno e che viviamo.
Che cos’è la ZAD Zone à défendre
Il documentario, che arriva per la prima volta in Italia dopo essere stato selezionato al festival internazionale Visions du Réel, segue per oltre tre anni gli abitanti della Zad di Notre-Dame-des-Landes, la “Zone à défendre” sorta sin dal 2008 nei pressi di Nantes per impedire la costruzione di un contestato aeroporto.
Perché il documentario L’Etincelle – The Spark
“Per raccontare cosa succede alla ZAD di Notre-Dames-des-Landes abbiamo assunto uno sguardo vicino ed empatico con i suoi residenti. Evitando di entrare in un approccio meramente politico, abbiamo voluto conoscere le ragioni personali che hanno portato i nostri personaggi ad investirsi anima e corpo nel progetto della ZAD”, spiegano Valeria Mazzucchi e Antoine Harari.
“La necessità di voler raccontare la vita sulla ZAD è diventata ancora più forte quando siamo stati testimoni della violenza messo in atto dallo Stato francese per espellere gli occupanti da queste terre. Un dispositivo militare che avrebbe potuto distruggere tutto in poche ore. Questa sproporzionata dimostrazione di forza ci ha reso chiaro che ciò contro cui si combatteva era molto di più di qualche insediamento illegale, ma quello che la ZAD di Notre Dames des Landes rappresentava: una breccia dentro il modello unico socio-economico proposto dalle nostre società”.
“Su quel territorio, dove le prime manifestazioni e occupazioni risalgono già alla metà degli anni ’70, si è sviluppata una comunità umana in secessione dal capitalismo, che ha messo al centro del suo sviluppo le lotte ecologiche e la necessità di opporsi alla proprietà privata per riconquistare collettivamente il potere sulla gestione del territorio, diventando un luogo simbolo per tutti i movimenti socialisti ed ecologisti del mondo, come per esempio l’italiano No Tav“.
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