Opera permanente del grande Peter Halley nello spazio di Generali a Brescia. In un garage
Columns in 10 Colors è un intervento site specific permanente che rappresenta la prima tappa nella costruzione di una originale “pinacoteca drive-in”, allestita nello spazio espositivo ART DRIVE-IN dell’Associazione Bellearti di Brescia. Ecco le immagini dell’opera
Era maggio del 2020 quando a Brescia inaugurava un nuovo spazio espositivo con un nuovo format di fruizione dell’arte: ART DRIVE-IN, all’interno del Garage dell’Agenzia Generali Brescia Castello, ospitava la prima mostra da “guardare dal finestrino”, rimanendo all’interno della propria automobile. Un espediente originale e creativo per tentare di tornare a vivere l’arte in presenza, dopo mesi tragici di isolamento e palinsesti culturali on-line. Ora lo spazio, gestito dall’Associazione Bellearti (fondata dal gallerista Massimo Minini), si arricchisce di un intervento permanente ad opera di un artista internazionale del calibro di Peter Halley (New York, 1953). Columns in 10 Colors – questo il titolo dell’installazione – si inserisce in un filone di opere pubbliche realizzate nell’ultimo anno
nella città di Brescia e sul territorio, come La Plage di Pascale Marthine Tayou, visibile fino al 21 ottobre nel vigneto Pusterla, le due grandi strutture di Jorrit Tornquist e Rasheed Araeen, entrate quest’anno nella collezione Agenzia Generali Brescia Castello e l’installazione di Daniel Buren al Mirador di Pisogne.
L’OPERA DI PETER HALLEY PER ART DRIVE-IN A BRESCIA
Columns in 10 Colors, realizzato con la collaborazione degli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Brescia SantaGiulia, rispecchia pienamente lo stile astratto di Halley e la sua ricerca che tende a rappresentare la pressione psicologica della società contemporanea attraverso forme geometriche. Per il garage di Generali, l’artista ha scelto di intervenire sui pilastri, dipingendoli con diverse sequenze di colori brillanti: ognuno di essi presenta cinque
campiture quadrate monocromatiche, disposte nel senso della lunghezza. “Interventi come questo di Halley o come l’installazione di Tayou si propongono come un segnale di apertura, di alfabetizzazione artistica al di là di ogni logica commerciale, nella convinzione che l’arte porti con sé un valore assoluto, anche quando è mimetizzata nelle città e nella loro vita quotidiana”, spiegano i membri dell’Associazione Bellearti, che intendono l’arte contemporanea come un “momento di condivisione pubblica in forte connessione con il territorio che la ospita”. E svelano un progetto di cui l’intervento site specific di Halley non costituisce che la punta dell’iceberg: la nascita di una PINACOTECA DRIVE-IN, che si concretizzerà nei prossimi anni. Un’iniziativa che andrà a consolidare l’identità di uno spazio partito nel segno della libera sperimentazione in una fase emergenziale critica, e che si
appresta a trasformarsi in “un museo non convenzionale, dinamico, accessibile a tutti e visitabile senza scendere dalla propria automobile, che di anno in anno andrà ad arricchirsi di nuovi lavori e interventi che ne implementeranno la ‘collezione’”.
– Giulia Ronchi
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