Depositi dei musei poco valorizzati? Un caso virtuoso arriva dal Parco Archeologico di Sibari

C’è un museo in Calabria dove il pubblico sta contribuendo giorno dopo giorno al suo allestimento: è il caso emerso dallo speech “La valorizzazione dei depositi” moderato da Massimo Osanna, da sempre fautore del tema

La valorizzazione dei depositi dei musei è un tema che mi sta particolarmente a cuore, uno dei miei desideri in questo mandato è di vedere trasformati almeno i più significativi dei nostri depositi in librerie di oggetti e quindi fare in modo che siano luoghi di incontro, ricerca e formazione per i nostri giovani universitari”. Con queste parole il Direttore Generale dei Musei dello Stato, Massimo Osanna, ha introdotto il secondo del ciclo di incontri An International Speech, che la Direzione generale Musei del Ministero della cultura dedica da qualche tempo (siamo alla quarta edizione) al Sistema museale nazionale in dialogo con realtà internazionali.

IL CICLO DI INCONTRI AN INTERNATIONAL SPEECH

Direttori ed esperti di istituti museali italiani e stranieri presentano e condividono, infatti, le proprie esperienze sulla gestione, la conoscenza e la promozione degli istituti museali. Temi di attualità trattati con lo sguardo rivolto in particolare agli ambiti di gestione previsti dai Livelli uniformi di qualità per la valorizzazione dei musei (LUQV), come il rapporto dei musei con il territorio, la digitalizzazione, gli allestimenti, la sicurezza, la valorizzazione dei depositi. Il nuovo appuntamento era incentrato appunto su La valorizzazione dei depositi, che i musei pubblici italiani spesso considerano alla stregua di magazzini, non valorizzando patrimoni dalle incredibili potenzialità.

LA VALORIZZAZIONE DEI DEPOSITI DEI MUSEI ITALIANI

Lo speech tra Mhammed Behel, Direttore scientifico e Capo Dipartimento scientifico Établissement public de coopération culturelle Narbo Via, Filippo Demma, Direttore Parco archeologico di Sibari e Federica Zalabra, Funzionario Storico dell’arte Direzione generale Musei MiC – ospitato lo scorso 30 settembre dalla piattaforma di formazione a distanza Formazione Scuola Patrimonio – ha visto proprio Osanna nel ruolo di moderatore di un tema suo cavallo di battaglia da sempre, come aveva dichiarato lui stesso al momento della nomina a Direttore Generale Musei del Mic, dopo diversi anni alla guida del Parco Archeologico di Pompei: “I depositi dei musei vanno aperti, considerati come archivi e biblioteche di oggetti. Basta locali polverosi dove si rischia di perdere dati preziosi. Penso a politiche di fruizione dei depositi. E a favorire la ricontestualizzazione delle opere d’arte là dove è possibile e se ci sono le condizioni di tutela e sicurezza”.

Museo nazionale archeologico della Sibaritide courtesy Parco Archeologico di Sibari fonte Facebook 1200x798 1 Depositi dei musei poco valorizzati? Un caso virtuoso arriva dal Parco Archeologico di Sibari

Museo nazionale archeologico della Sibaritide, courtesy Parco Archeologico di Sibari, fonte Facebook

CASE HISTORY: PARCO ARCHEOLOGICO DI SIBARI IN CALABRIA

Un esempio in tal senso è arrivato dall’intervento di uno dei relatori dello speech, Filippo Demma, archeologo napoletano che ha illustrato in un video la ricetta per valorizzare i depositi del suo Parco Archeologico di Sibari, in località Casabianca nel Comune cosentino di Cassano all’Ionio, dall’autunno 2020 tra i tanti siti e musei del Ministero della Cultura dotati di autonomia. “A Sibari i depositi archeologici si chiamano tradizionalmente “riserve”, perché sono una miniera di conoscenze che attendono di essere sviluppate e diffuse”, ha detto Demma a proposito di questo sito – al momento oggetto di un corposo investimento, di un serio piano di messa in sicurezza, ristrutturazione e potenziamento, strutturale ed infrastrutturale – che rappresenta la stratificazione di tre diverse civiltà: la colonia achea, il centro ellenistico e successivamente l’insediamento romano.

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Museo nazionale archeologico della Sibaritide, courtesy Parco Archeologico di Sibari, fonte Facebook

ALLESTIMENTO PARTECIPATO CON I POST-IT SULLE VETRINE DEL MUSEO

Uno dei suoi tre luoghi di pertinenza, il Museo archeologico nazionale della Sibaritide dove sono raccolte le testimonianze relative al passato dell’antica colonia greca di Sibari, è attualmente in fase di profonda ristrutturazione. Per non lasciare le sale chiuse stiamo realizzando giorno dopo giorno un allestimento temporaneo lasciando tracce delle modifiche e della provvisorietà della proposta: note scritte sulle vetrine, manifesti nuovi che integrano i vecchi pannelli, post-it con appunti di lavoro. Il tutto con un sistema di partecipazione del pubblico invitato a interagire con impressioni, suggestioni, critiche, commenti anche loro su post-it attaccati sulle vetrine o scritti sui pannelli bianchi messi a disposizione. Inoltre, i lavori in corso riguardano anche i nuovi magazzini archeologici che verranno finalmente aperti al pubblico e resi accessibili in determinati periodi dell’anno. È questo il momento di venire a Sibari per contribuire alla nascita di un nuovo museo”.

Filippo Demma Direttore Parco archeologico di Sibari courtesy Parco archeologico di Sibari fonte Facebook Depositi dei musei poco valorizzati? Un caso virtuoso arriva dal Parco Archeologico di Sibari

Filippo Demma, Direttore Parco archeologico di Sibari, courtesy Parco archeologico di Sibari, fonte Facebook

– Claudia Giraud

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Claudia Giraud

Claudia Giraud

Nata a Torino, è laureata in storia dell’arte contemporanea presso il Dams di Torino, con una tesi sulla contaminazione culturale nella produzione pittorica degli anni '50 di Piero Ruggeri. Giornalista pubblicista, iscritta all’Albo dal 2006, svolge attività giornalistica per testate…

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