Sophie Ko – Il resto della terra
La Galleria de’ Foscherari è lieta di annunciare la mostra Il resto della terra di Sophie Ko (Tbilisi, Georgia-1981), sua seconda personale presso la galleria bolognese, dopo Terra del 2016.
Comunicato stampa
La Galleria de’ Foscherari è lieta di annunciare la mostra Il resto della terra di Sophie Ko (Tbilisi, Georgia-1981), sua seconda personale presso la galleria bolognese, dopo Terra del 2016. L’artista georgiana, già da diversi anni trasferitasi stabilmente in Italia, presenta una serie di lavori eterogenei nei materiali e nei supporti ma facenti parte di un’unica grande visione, tesa ad indagare il rapporto tra la cruda attualità del mondo e la ricerca di un’immagine dell’Assoluto.
Fin dalle sue prime mostre, all’inizio degli anni ’10, Sophie Ko, elabora il proprio lavoro attraverso la ricerca dei resti di mondi remoti, inattuali, dimenticati. Il suo gesto artistico rimesta tra le ceneri di una civiltà e, proprio per questo, appare come avulso dall’oggi, dal panorama artistico contemporaneo che si polarizza, piuttosto, tra la dimensione di un’arte politicamente impegnata e la pura ricerca formale, dettata da canoni sperimentalismi ormai fusti.
Sophie Ko, in fondo, si ripete ma perché è alla ricerca di quell’immagine immobile dietro al crollo di ogni immaginario metafisico. Se c’è un filone dentro il quale l’opera di Sophie Ko si pone è, infatti, quello che va dagli affreschi di Beato Angelico nei corridoi del convento di San Marco a Firenze e, in particolare, i quattro pannelli dipinti con una pioggia di pigmenti spruzzati sulla parete e, in apparenza, privi di soggetto, e arriva, passando da una serie notevole di visionari di ogni epoca, ai pigmenti, le ceneri e le combustioni di Claudio Parmiggiani. Detto in altri termini, Sophie Ko si definisce e si comprende all’interno della lenta e progressiva dissoluzione dell’immagine dell’Assoluto, della sua impossibilità di rappresentazione, proprio attraverso il processo storico di riduzione del mondo ad immagine. Quando l’immagine diventa il linguaggio stesso del reale, allora per rappresentare, per dare immagine di ciò che immagine non è, occorre ritornare agli elementi primari, alla dimensione di apertura della materia pittorica, ai gesti primordiali: il fuoco, la luce, l’oro che brilla di luce propria. In fondo, Ko è agli antipodi del secolo, guarda quello che nessuno vede. Cerca l’immagine dell’invisibile.
La mostra Il resto della terra di Sophie Ko sarà accompagnata da un catalogo contenente alcuni versi del poeta Domenico Brancale ed uno scritto di Federico Ferrari, filosofo, critico d’arte e vicedirettore dell’Accademia di Belle Arti di Brera. Questo libro, come l’intera mostra, è il frutto di una collaborazione decennale, intensa e profonda, tra l’artista e il filosofo che si riverbera in un gioco di risonanze e corrispondenze, di sapore baudeleriano, tra immagini, pensieri e sentimenti.