In viaggio verso le origini. Carlo Contini a Oristano
A cinquant’anni dalla scomparsa, Oristano celebra la pittura Carlo Contini con una mostra nella Pinacoteca comunale a lui intitolata. Tra figurazione e Informale, la sincera opera di un pittore del XX secolo.
Carlo Contini (Oristano, 1903 – Pistoia, 1970) è stato uno dei più principali protagonisti della pittura in Sardegna nel Novecento. Sin da bambino sogna di fare il pittore, dopo gli studi alla Scuola Tecnica cittadina, grazie a una borsa di studio ottenuta dal Comune di Oristano, può frequentare l’Accademia di Belle Arti di Roma. Risale al 1921 l’esordio alla prima Biennale Romana. Dal 1925 al 1933, trasferitosi a Venezia, dipingerà incessantemente, partecipando a numerosissime mostre nazionali e internazionali. Tornato a Oristano nel 1939, apre un suo studio. Il suo linguaggio pittorico lo ha portato dai ritratti espressionistici dei Confratelli alle atmosfere informali delle contrade dell’oristanese. Oltre a svolgere la professione pittorica è stato anche docente presso l’Istituto d’Arte di Oristano. Tra le principali mostre a cui ha partecipato si ricordano la Mostra d’Arte Moderna della Sardegna presso la Fondazione Bevilacqua La Masa (1949) a Venezia e il XIX Premio Nazionale di Pittura “F.P. Michetti” (1965) a Francavilla al Mare.
LA MOSTRA A ORISTANO
L’esposizione a cura di Giuliano Serafini nella Pinacoteca intitolata a Carlo Contini, ‒ prevista a giugno 2020 ma rimandata a luglio dell’anno successivo per via della situazione pandemica ‒ comprende circa novanta opere da collezioni private e pubbliche che ripercorrono tutte le fasi dell’opera del pittore.
Il titolo della mostra dedicata al pittore oristanese Carlo Contini è il famoso aforisma dello scrittore austriaco Karl Kraus, l’origine è la meta (Ursprung ist das Ziel), perché riassume la vita e l’opera pittorica di questo artista che, sebbene lontano dalla sua città natale, ha saputo trasformarla nel luogo di un eterno ritorno.
LA PITTURA DI CONTINI
L’estro pittorico di Contini trae sempre forza dalle sue origini culturali isolane per poi seguire inediti percorsi verso l’arte contemporanea. Tra memoria del genius loci e coscienza del proprio presente, le opere in mostra graduano dal figurativo di matrice espressionista all’Informale e al Cubismo orfico in un percorso personale e coerente. Nelle sale della Pinacoteca, dipinti che parlano di sacro e profano, le serie de I confratelli (1950), La processione de Su Jesus (1960), i numerosi autoritratti, i ritratti di parenti e amici, ma vera protagonista delle opere è la città di Oristano con i suoi ritmi e riti, come in Sa Sartiglia (1949), la Vestizione de su Componidori (1965), le pariglie e le giostre equestri. Altre opere significative che raccontano della Sardegna sono il Suonatore di organetto (1967), L’albero della Cuccagna (1958-67), la lotta tradizionale denominata S’Istrumpa(1963), la Pietà (1959), Luci e ombre del Supramonte (1961), Santulussurgiu (1962), Santulussurgiu vicolo nord (1966), la struggente Pietà (1963) e l’ermetico La macchia (o Sardegna antica) (1963). Dopo un lungo viaggiare come Ulisse, con questa retrospettiva il pittore oristanese Carlo Contini è tornato nella sua “Itaca”.
‒ Alessio Onnis
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