Parte la prima edizione della Triennale di Toronto. Ecco come sarà
Canada. Anche Toronto avrà la sua Triennale. Dopo la pandemia la carovana mondiale degli amanti delle mostre ricorrenti ha un nuovo punto da mettere sulla mappa
Il Museum of Contemporary Art (MoCA) di Toronto inaugura la prima edizione della Triennale Greater Toronto Art 21 (GTA21), rassegna dedicata ad artisti e collettivi creativi che lavorano nell’area metropolitana della città o sono comunque avario titolo ad essa collegati. La rassegna è visitabile fino al 9gennaio 2022.
IL CONCEPT DELLA TRIENNALE
Come spiega November Paynter, direttrice del MoCA, è stato scelto un titolo che fa riferimento all’area metropolitana di Toronto perché la Triennale vuole essere un’arena di confronto sui possibili volti futuri della città e dei suoi dintorni, in termini di sostenibilità, buone pratiche architettoniche e urbanistiche, implementazione delle aree verdi. Una sorta di un progetto artistico a lungo termine per contribuire a costruire il futuro di Toronto. Concepita durante i mesi della pandemia, e inizialmente pensata per un ristretto gruppo di artisti, nella sua versione finale la Triennale ne ospita adesso 21, numero che coincide con l’anno della prima edizione.
TRIENNALE TORONTO: LA MOSTRA INAUGURALE
La quasi totalità delle opere (disegni, pitture, installazioni, video e sculture) è stata pensata e realizzata appositamente per gli spazi del Museo, contribuendo a caratterizzare la rassegna, che occupa tutti i tre piani del museo, ed è suddivisa in tre sezioni: Ambivalence, Inheritance e Mutation. Come spiega Rui Mateus Amaral, curatore aggiunto della Triennale, “il concetto di ambivalenza, si adatta ai tempi che viviamo, così incerti e fluidi. La stessa pianificazione della mostra non è stata priva di paradossi, esitazioni, ritardi e connessioni Internet difettose, quindi perché non ispirarsi a questa situazione?”. Invece, Daisy Desrosiers, la terza curatrice, spiega così il concetto di eredità: “Molti degli artisti di GTA21 si confrontano con i residui del passato e prendono coscientemente atto che alcuni di essi, come il colonialismo, devono essere cancellati. Questi artisti cercano di dare un significato al mondo combinando la storia con opere materiali, immaginazione e speranza”. La mostra si conclude riflettendo sull’idea di mutazione, per esplorare come le percezioni si alterano, nel bene e nel male, per fornire la scintilla che scatena la creatività a sua volta generatrice di quei sottili cambiamenti che aiutano la società a progredire. Fra gli artisti che partecipano alla Triennale, Oluseye, Pamela Phatsimo Sunstrum, Aaron Jones, JuliaDault, Jagdeep Raina e Kara Springer. Tutte insieme, le opere offrono al pubblico visioni diverse della città, della società e del mondo, unite però dalla necessità di ricordare, mettere in discussione il passato, resistere, celebrare, immaginare e creare. La Triennale chiuderà i battenti in gennaio, dopo di che, appuntamento al 2024 per confrontarsi con il nuovo scenario cittadino.
– Niccolò Lucarelli
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