Arte e musica. Intervista a William Reid di The Jesus and Mary Chain

Il decimo appuntamento con la rubrica dell’artista Samantha Stella presenta il ritratto del chitarrista scozzese William Reid, co-fondatore della band The Jesus and Mary Chain

William Adam Reid (Glasgow, 1958) è un chitarrista, songwriter e cantante, co-fondatore, insieme al fratello Jim Reid (voce principale), della band di rock alternativo The Jesus and Mary Chain, nata in Scozia nel 1983. Nei primi tempi della formazione, che a parte la presenza dei due fratelli ha cambiato spesso gli altri componenti, era presente anche Bobby Gillespie, fondatore della band di rock alternativo Primal Scream. The Jesus and Mary Chain, subito notati dal produttore scozzese Alan McGee, richiamano echi di band rock statunitensi come Velvet Underground e The Stooges, ma il loro stile unico, con un costante muro di feedback e distorsioni, li rende un gruppo di culto e di assoluta ispirazione per generi come lo shoegaze, sviluppatosi nel Regno Unito alla fine degli Anni Ottanta, con band come gli irlandesi My Bloody Valentine e i britannici Slowdive. Album come Psychocandy e Darklands rimangono tra le influenze più citate da numerosissimi musicisti.

LA STORIA DI THE JESUS AND MARY CHAIN

Il percorso artistico della band, che si è esibita in tour mondiali accostati talvolta a episodi di fanatismo e violenza, è segnato da costanti problemi di alcol e droga, sino allo scioglimento nel 1998. Negli anni successivi, William pubblica album solisti con il nome di Lazycame e prende parte alla produzione dell’album del 2005 di Sister Vanilla, progetto solista della sorella minore Linda Reid. Tra le collaborazioni dei The Jesus and Mary Chain ricordiamo nel 1994 la splendida voce di Hope Sandoval, cantautrice americana fondatrice della band Mazzy Star, che all’epoca era la compagna di William Reid. Nel 2003 la band ritorna a far parlare i giornalisti con un brano inserito nella colonna sonora del film Lost in Translation di Sofia Coppola. Nel 2007 c’è una reunion e la band si esibisce al festival californiano Coachella e a Pomona (sul palco c’è anche Annie Hardy, della band statunitense Giant Drag), seguiti da molte altre date. Solo nel 2017 viene pubblicato un nuovo album con materiale originale, prodotto da Youth, fondatore della band di rock industriale inglese Killing Joke. Nel 2018 il tour negli USA come ospiti della band americana di rock industriale Nine Inch Nails. Nel 2021 il nuovo Darklands tour li porta in Europa e Gran Bretagna con un’unica data italiana prevista a Milano il 12 dicembre.

The Jesus and Mary Chain. Courtesy the artists

The Jesus and Mary Chain. Courtesy the artists

INTERVISTA A WILLIAM REID

La tua definizione di arte.
Mi dispiace, solitamente non penso proprio in termini di definizioni. Se spinto (e suppongo che tu mi stia spingendo!) potrei dire, forse troppo pomposamente, che l’arte è un’attività di abilità e artigianato che mira con purezza di cuore a creare qualcosa di bello, dove la bellezza non è di per sé una semplice nozione ‒ potrebbe contenere bruttezza.

La tua definizione di musica.
Ancora una volta, non sono uno per le definizioni ma, visto che insisti, buona musica? Arte nel suono. Cattiva musica? Rumore.

Ti definisci un “artista”?
No. Mi sembrerebbe sia di sopravvalutarmi che di sottostimare qualsiasi essere umano.

L’opera di arte visiva che più ami.
Non è facile dire “ciò che amo di più“. Posso dire che Et in Arcadia Ego di Nicolas Poussin [I pastori dell’Arcadia, 1639, Museo del Louvre, Parigi, N.d.R.] mi ha subito colpito quando l’ho visto per la prima volta e lo fa ogni volta che lo guardo e lo penso.

La canzone che più ami.
Di più“? Ancora quella parola? Non c’è un “di più” eternamente fisso nella mia vita. La mia famiglia è ciò a cui tengo di più. Ce ne sono diversi. Per quanto riguarda le canzoni? Ci sono troppe canzoni straordinarie, Beatles ‒ Get Back, Blackbird ‒ Velvet Underground, Pale Blue Eyes, Rock and Roll. La mia playlist di Spotify è fluida. Puoi ascoltarla.

I tuoi recenti progetti.
Sto scrivendo e registrando nuove canzoni per un nuovo album.

Un ricordo della tua vita.
Quando avevo circa undici anni ho visto un uomo anziano con il suo cane entrare con noncuranza in una strada facendo stridere i freni di un’auto che si è fermata. L’auto era piena di ragazzi giovani nella tarda adolescenza o nei primi vent’anni. Due sono scesi e hanno iniziato a picchiare l’uomo e il suo cane. Un vecchio, il suo cane. Innocui e indifesi contro i giovani pieni di violenza.

Samantha Stella

https://themarychain.com/

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Samantha Stella

Samantha Stella

Samantha Stella, nata a Genova, vive a Milano. Artista visiva, performer, set & costume designer, regista, musicista, cantante. Sviluppa principalmente progetti focalizzati sul corpo e pratiche di discipline live utilizzando differenti linguaggi, installazioni con elementi strutturali e corporei, fotografia, video,…

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