Le sculture tatuate di Fabio Viale a Torino
Mescolano passato e contemporaneità le opere di Fabio Viale in mostra ai Musei Reali di Torino. Fra marmi levigati e tatuaggi pop
Un lungo tappeto rosso viene steso in Piazza Reale a Torino, indirizzando i passanti ad addentrarsi nelle lussuose stanze dei Musei Reali. In realtà non c’è nessun tappeto, ma le statue in marmo dell’artista Fabio Viale (Cuneo, 1975), disposte su due file come colonne imponenti, permettono di immaginarlo, di vederlo e di calpestarlo.
È così che viene presentata al pubblico In Between, una mostra-installazione che dalla piazza entra nell’edificio e si dirama in sale, cortili e corridoi reali.
LA MOSTRA DI VIALE A TORINO
L’artista piemontese, conosciuto per le sue riproduzioni di pezzi iconici della scultura marmorea classica, pone una selezione delle sue opere al centro di un incontro tra due temporalità molto lontane tra loro: il titolo stesso della rassegna, infatti, suggerisce un percorso “tra” classicità e contemporaneità, tra passato e presente. In riferimento a ciò Roberto Mastroianni, curatore della mostra insieme a Filippo Masino, descrive le opere di Fabio Viale come elementi che “mettono in scena una porzione del nostro immaginario collettivo, in una dialettica tra classicità e tribalismo metropolitano, tra innovazione e tradizione, tra realtà e simulazione, in grado di consegnarci un’immagine universale dell’umano e delle sue forme”.
L’imponenza delle statue esposte all’esterno, dunque, incuriosisce l’attenzione del pubblico il quale, varcato l’ingresso, si trova catapultato in un mondo nuovo, parallelo, senza tempo. Il primo incontro con l’arte di Fabio Viale è nel cortile interno. Una grande mano tatuata poggia su un doppio basamento, sembra appartenere a una divinità e dimenticata sulla Terra; è un pugno chiuso, ma che con l’indice teso verso l’alto indica il cielo, suggerendo di alzare lo sguardo e di ammirare quell’azzurro infinito che forse, fino a poco prima, era stata la sua casa.
Il percorso di visita risulta labirintico fin dall’inizio, ma altro non ci si può aspettare dalla magnificenza dell’edificio, ramificato in sale, cortili, scalinate, corridoi. Così, senza farci troppo caso, il visitatore-esploratore compie il suo secondo incontro nello scalone d’onore, dove una giovane dama marmorea, mentre scruta con paurosa curiosità la statua centrale di Carlo Alberto, cerca di coprirsi con un velo senza riuscire a nascondere un tatuaggio disteso sulla schiena e il cui carattere forte e aggressivo si contrappone alla delicatezza della fanciulla.
VIALE TRA PASSATO E PRESENTE
Una porta laterale, poi, si apre e comincia il viaggio per le stanze reali; tra queste, il Salone delle Guardie Svizzere si colma di poesia e romanticismo con la riproduzione di Amore e Psiche, che Fabio Viale ha deciso di “contemporaneizzare” ricoprendo tutto il corpo femminile di tatuaggi ispirati alla tradizione mediorientale, facendo in modo che la figura di Psiche sia portatrice non solo di una storia d’amore ancora viva, ma anche di un forte messaggio di solidarietà e sostegno nei confronti di una cultura che, specialmente in Afghanistan, ultimamente sta subendo atti inumani e dolorosi.
Il viaggio tra passato e presente procede nell’Armeria Reale: un lungo corridoio ai cui lati armature e cavalli si animano dell’immaginazione del visitatore e si inchinano al suo passaggio. Tra questi, si palesa il soggetto del terzo incontro mistico: l’opera Lorica, il cui nome richiama esattamente uno dei tipi di armatura da combattimento più antichi, è al contempo corazza e busto umano tatuato che entra in un rapporto di contrasto con le figure luccicanti poste accanto. Questo esplicito richiamo al passato incontra il presente con un processo di eroizzazione del famoso rapper italiano FEDEZ, il quale si è prestato nel riprodurre il suo busto e il suo tatuaggio.
LA SCULTURA SECONDO VIALE
L’esperienza delle temporalità sospese termina nella Cappella della Sindone, dove un corpo di marmo, con una pelle bianca e intoccabile, giace impotente su un basamento nero al centro del vano di una scala. Souvenir Pietà (Cristo) è il risultato di una brutale separazione tra Madre e Figlio, protagonisti della Pietà Vaticana di Michelangelo, e il corpo inerme diviene metafora di una sofferenza umana contemporanea dovuta alla sensazione di abbandono in cui l’uomo oggi vive.
In Between, oltre a essere un intervento artistico, è un’occasione per meditare sul forte legame tra presente e passato, sulle diverse condizioni sociali riportate dai corpi marmorei, e sul potere della scultura di infondere messaggi e generare dubbi, riuscendo a coinvolgere anche una fetta di popolazione più adolescente la quale, spinta dall’interesse per il mondo dei tatuaggi, ha potuto godere di questa pièce artistica.
– Sofia Caprioglio
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