Natascia Abbattista – Riunione di condominio

Informazioni Evento

Luogo
CASA VUOTA
via Maia 12, Roma, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

La mostra si presenta al pubblico in due giorni, sabato 13 novembre dalle ore 16:30 alle ore 21 e domenica 14 novembre dalle ore 16:30 alle ore 19. Per la visita è necessario prenotarsi al numero di telefono 3928918793 oppure all’email [email protected].
Dopo l’inaugurazione, la mostra è visitabile fino al 31 dicembre sempre su appuntamento.

Vernissage
13/11/2021

Presentazione al pubblico (su prenotazione):

sabato 13 novembre (orari: 16:30-21)

e domenica 14 novembre 2021 (orari: 16:30-19)

Artisti
Natascia Abbattista
Curatori
Sabino de Nichilo, Francesco Paolo Del Re
Generi
arte contemporanea, personale

A Casa Vuota, lo spazio espositivo domestico di via Maia 12 al Quadraro, Natascia Abbattista ambienta una singolare assemblea condominiale, affollata di voci e di volti conturbanti.

Comunicato stampa

Dipinti, installazioni e video per dipanare un mistero che sembra senza soluzione. Si tingono di giallo le stanze di Casa Vuota in occasione della mostra Riunione di condominio, la prima personale capitolina dell’artista Natascia Abbattista, a cura di Francesco Paolo Del Re e Sabino de Nichilo, allestita dal 13 novembre al 31 dicembre in via Maia 12 a Roma.

La mostra si presenta al pubblico in due giorni, sabato 13 novembre dalle ore 16:30 alle ore 21 e domenica 14 novembre dalle ore 16:30 alle ore 19. Per la visita è necessario prenotarsi al numero di telefono 3928918793 oppure all’email [email protected]. Dopo l’inaugurazione, la mostra è visitabile sempre su appuntamento.

Casa Vuota è un progetto curatoriale ideato da Francesco Paolo Del Re e Sabino de Nichilo che trasforma l’appartamento di un condominio del quartiere Quadraro in uno spazio espositivo. Dal 2017 Casa Vuota ospita progetti personali e collettivi di arte contemporanea. Non semplici mostre, ma esperienze di fruizione coinvolgenti per i visitatori vengono costruite su misura per le stanze della casa, che conservano le impronte della vita che si è consumata al suo interno e le tracce del passaggio dei vecchi proprietari. Uno spazio non neutro ma sporco, periferico, eccentrico si fa ambiente immersivo, dove non c’è soluzione di continuità tra l’intervento dell’artista e la casa.

“È la casa stessa, con le sue carte da parati consunte, le sue cicatrici e i suoi fantasmi, a diventare – secondo i curatori – parte dell’opera, segno tra i segni di un firmamento di storie in continua evoluzione. Così avviene anche per il progetto di Natascia Abbattista: nelle stanze dismesse della galleria-appartamento l’artista illumina con una luce inusitata e sinistra alcuni elementi di una quotidianità apparentemente priva di pericolo, come sedie messe in circolo, elettrodomestici e giocattoli, che nell’assurdità della loro collocazione senza utilità trovano la possibilità di farsi veicolo di un’alterità straniante, attraverso il coinvolgimento diretto del pubblico”.

“Nello spazio espositivo domestico di Casa Vuota – proseguono Francesco Paolo Del Re e Sabino de Nichilo – Natascia Abbattista ambienta una singolare assemblea condominiale, affollata di voci e di volti conturbanti, presentando due installazioni site-specific e una serie di dipinti su carta. Sono disseminati gli indizi di uno o più delitti, che i visitatori sono invitati a raccogliere e a decifrare, seguendo piste e formulando ipotesi interpretative, per sbrogliare un nodo di storie nere senza un finale giù scritto. L’artista torna su un tema a lei caro, già esplorato in altre fasi e in altri aspetti della sua ricerca, e rimette in circolo energie e testi precedenti che emergono dal suo stesso percorso di artista, presentandosi al pubblico romano con una nuova forza e con una nuova disincantata consapevolezza, complice il corpo a corpo con la casa, che diventa cassa di risonanza di una memoria culturale e collettiva. Il racconto di una ordinaria follia, digerito dai dispositivi narrativi della cultura di massa, si dà per citazioni, ambiguità ed ellissi, tra plastici televisivi e ripensamenti di identikit presentati in mostra con l’enfasi dei ritratti nelle quadrerie antiche, non senza colpi di scena ed eccessi di amara ironia”.

“Suggestione è la parola chiave”, spiega Natascia Abbattista. “Nella mia Riunione di condominio ambientata nelle stanze di Casa Vuota – prosegue l’artista – ogni oggetto assume un significato diverso da quello reale. Questo slittamento semantico dipende dal fatto che i nostri codici di interpretazione sono cambiati, non sono oggettivi ma rispecchiano quello che viviamo e il modo in cui viviamo. Spesso siamo condizionati da ciò che ci circonda, dando connotazioni distorte a una realtà apparentemente innocua e banale. Il progetto di questa mostra, in particolare, nasce da una serie di ritratti o meglio di identikit di noti serial killer, che l’opera rende icone moderne, simboli e immagini di largo consumo. A renderli vividi è un Fascino discreto dell’orrore decodificato e contaminato dalla nostra mente, che contestualizza e decontestualizza a seconda delle suggestioni della realtà in cui vive. L’elemento macabro è presente, l’elemento macabro è assente. Questo lo decide chi guarda l’opera, che diventa perturbante a seconda dell’esperienza del fruitore. La mia riunione di condominio è un fraintendimento o forse no. Al pubblico la scelta”.

Natascia Abbattista (Varese, 1977) inizia gli studi d’arte in Lombarda e all’età di sedici anni si trasferisce in Puglia, dove si diploma all’Accademia di Belle Arti di Bari. Nella sua ricerca artistica si esprime attraverso l’utilizzo di fotografie, video, colori e corpo, dentro e fuori i linguaggi della performance. Tra le sue mostre personali si distinguono nel 2015 Sante alla Galleria BluOrg di Bari e nel 2013 Masca. Studi per un teatro della carne al Museo Nuova Era di Bari, entrambe curate da Roberto Lacarbonara, e nel 2000 A broken frame alla Galleria Le Pleiadi di Mola di Bari a cura di Antonella Marino. Tra le collettive più significative a cui partecipa, si annoverano nel 2020 Z/000 Generation al Teatro AncheCinema di Bari a cura di Christian Caliandro, nel 2019 A destra, secondo piano a Casa Vuota a Roma a cura di Santa Nastro, nel 2014 Innocenza alla Momart Gallery di Matera, nel 2009 Ferro e sale presso Archivio Sacchi allo Spazio Mil di Milano, a cura di Stefano Santoro, nel 2001 Lost control allo spazio Careof di Milano a cura di Fabiola Naldi. Oltre a vari progetti cinematografici da lei diretti e sceneggiati, nel 2014 collabora con il coreografo Ezio Schiavulli per lo spettacolo di danza Ma chose in scena a Parigi.