Un cantiere clamoroso è iniziato un po’ in sordina nel cuore del Foro di Traiano a Roma: si ricostruisce la Basilica Ulpia. La si ricostruisce con la tecnica dell’anastilosi: recuperare le colonne abbattute giacenti a terra in un sito archeologico e ritirarle su com’erano prima, restituendo il senso di verticalità di edifici da tempo diroccati.
LA BASILICA ULPIA DI ROMA RICOSTRUITA IN ANASTILOSI
Parte del Foro di Traiano, la Basilica Ulpia progettata da Apollodoro di Damasco è stata la più grande di Roma e la sua grandezza sarà parecchio più comprensibile e percepibile una volta che l’intervento di anastilosi verrà ultimato. Alle colonne già risollevate decenni fa sarà sovrapposto un architrave ricostruito. E sopra questo architrave saranno montate ulteriori colonne originali della basilica, in cipollino verde, in anni passati montate erroneamente da altre parti del Foro. Si arriverà ad un’altezza di 23 metri con un cantiere che nell’arco di due anni sfiderà letteralmente le normative antisismiche. Il render che pubblichiamo in questa pagina può in parte far comprendere le caratteristiche inedite per i contemporanei che avrà questo pezzo dei Fori ai piedi della Colonna di Traiano. Dei lavori si occuperà un team di imprese vittoriose dei bandi con capofila la SAC, società che tra le altre cose ha costruito il Maxxi di Zaha Hadid a Roma e il Teatro del Maggio di ABDR a Firenze. SAC – che ha ottenuto l’affidamento nell’estate del 2020 – ha offerto un ribasso in sede di gara di circa il 20% per cui la donazione che è a monte dell’operazione avrà anche un avanzo, che si dovrà decidere come investire.
Basilica Ulpia, progetto di ricostruzione
LA BASILICA ULPIA E LA RICERCA DEI MECENATI
Perché parliamo di donazione? Perché si tratta di un intervento celebre in quanto finanziato anni fa dal magnate uzbeko
Alisher Usmanov, convinto dall’allora sindaco Ignazio Marino a donare un milione e mezzo di euro. Erano gli anni della giunta Marino, appunto, che si sforzava ostinatamente sul fundraising per rilanciare l’area archeologica centrale. Gli anni, ad esempio, in cui si rialzarono anche
le sette colonne del Foro della Pace. Questo intervento, appena cantierizzato, parte dunque con qualcosa come sette anni di ritardo. “
Oggi è un bellissimo giorno” dice l’ex sindaco
Ignazio Marino “
partono finalmente i lavori che ho voluto nel lontano 2014: poco dopo aver pedonalizzato i Fori nel 2013 mi impegnai per valorizzarli. In quei pochi mesi di governo della città realizzai gli spettacoli notturni di Piero Angela e Paco Lanciano nel Foro di Augusto e nel Foro di Cesare, poi l’illuminazione notturna di Vittorio Storaro e rialzammo il Tempio della Pace”.
Basilica Ulpia, cantiere
MARINO: LE “CENE DEGLI SCONTRINI” SERVIVANO PER CONVINCERE I MECENATI
Soddisfazione per l’ex primo cittadino che però non oscura totalmente l’amarezza. Amarezza (e rimorso) che dovrebbero provare anche tutti coloro che all’epoca azionarono una insensata macchina del fango contro il sindaco: “mi misi a cercare mecenati e filantropi per far ripartire dopo decenni gli scavi ai Fori e per ricostruire dove si poteva, la cena in cui convinsi Usmanov a donare due milioni di euro fu una delle famigerate ‘cene degli scontrini’… Sono trascorsi sette anni, troppi, ma ora l’inizio dei lavori mi fa esultare. Durante la mia amministrazione” continua Marino direttamente da Philadelphia dove ora esercita la sua professione di medico “feci mio il motto di Giulio Carlo Argan: o i monumenti o le automobili”. In attesa di altri sindaci visionari – o nell’auspicio che sindaci attuali o futuri si misurino sempre più su sfide culturali di questa caratura – Roma potrà seguirsi in diretta un cantiere che potrebbe fare epoca.
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