Alberto Zorzi / Edgardo Giorgi
In mostra una selezione di lavori storici e recenti di Alberto Zorzi, maestro orafo, nato a Padova nel 1958 e nome celebre nell’ambito del gioiello d’autore, insieme agli ultimi progetti pittorici dell’artista Edgardo Maria Giorgi, giovane torinese di nascita.
Comunicato stampa
Obiettivo di BABS Art Gallery è rendere l’arte qualcosa di più accessibile e soprattutto fruibile dal pubblico. La galleria di norma lavora con pittori e scultori contemporanei selezionati ai quali chiede, oltre che di esporre le proprie opere, di cimentarsi in un terreno per loro poco esplorato: il gioiello d’artista.
In questa occasione, invece, la galleria esce dall’ordinario, presentando una mostra che mette in comunicazione due discipline dell’arte: una selezione di lavori storici e recenti di Alberto Zorzi, maestro orafo, nato a Padova nel 1958 e nome celebre nell’ambito del gioiello d’autore, insieme agli ultimi progetti pittorici dell’artista Edgardo Maria Giorgi, giovane torinese di nascita.
Alberto Zorzi, artista orafo tra i maggiori esponenti della celebre Scuola di Padova, ritorna a Milano, città che già in passato gli ha dedicato mostre importanti in prestigiosi spazi espositivi. BABS Art Gallery oggi presenta una vasta selezione di sue opere-esemplari unici, fra cui alcuni storici e una ventina di recente produzione, nella personale “I gioielli di Alberto Zorzi. Geometrie nello spazio”.
L’approccio spiccatamente scultoreo, che caratterizza da sempre la sua produzione artistica, si esemplifica ora, presso BABS Art Gallery, in modo evidente nelle spille Opera aperta (anni Ottanta), in oro giallo e rubino sintetico – dove la pietra, come un fiore stilizzato, sorge dall’oro modellato in forme aperte dal forte plasticismo -, e Structura (anni Novanta) - in oro bianco con quarzi valorizzati nelle loro qualità materiche dal taglio a lastra -; approccio confermato, e anche potenziato nel suo vigore compositivo, dall’anello in oro La fecondità (2017) che, come una conchiglia a doppia valva, racchiude gelosamente due sfere in argento puro, nonché dal pendente Metropolis (2021) in oro e onice, che - memore degli esiti raggiunti dall’iconica serie La città -, si protende in forme frastagliate variamente orientate, come una micro architettura di luce.
Negli anelli ben si esemplifica invece il ruolo della geometria euclidea da cui la ricerca di Zorzi prese le mosse negli anni Settanta, per poi essere messa in discussione dal continuo impegno sperimentale - in chiave plastica, materica e cromatica – applicato dall’artista alle sue opere: in Structura un disco in crisoprasio verde acceso e in Mathematica (2015) un cono in agata bianca sono “ingabbiati” in armoniose strutture quadrangolari d’oro bianco che, grazie alla loro incisività grafica, permettono agli anelli di fare della mano la più efficace espressione della personalità di chi vuole esprimere attraverso il gioiello le proprie scelte estetiche.
Nelle collane e negli orecchini in argento a sottili lamine modulari di vario disegno - un leitmotiv della produzione di Zorzi - si impone invece la flessuosa leggerezza che l’artista è in grado di esplicare grazie ai giochi di equilibrio permessi dai fini perni con estremità arrotondate che sono, oltre che elementi costruttivi imprescindibili, raffinato segno di appartenenza alla Scuola di Padova.
Infine, nei Capricci, serie che - inaugurata negli anni Novanta - ancora oggi sviluppa i suoi stilemi in opere di sempre nuova declinazione, l’argento e la pittura a olio rosso scarlatto si legano, in bracciali, pendenti, anelli e spille, da un patto di complicità, dando voce a forme esuberanti: petali, e foglie che fluttuano come apparizioni fiabesche e surreali. A essi fanno da contraltare gioielli in cui è protagonista assoluto il candido argento. Sulle loro generose superfici, si coagulano fini incisioni – come nel cubico bracciale Scriptura (1982) – o, quarant’anni più tardi, sbocciano pietre di tonalità chiara e cangiante, cabochon di agata e quarzo, o poliedri di pirite – come in pendenti e spille della serie Sospesi equilibri (2012) -, a guisa di metamorfici fiori del nuovo Millennio.
Testo a cura di Alessandra Quattordio
Le opere di Edgardo Maria Giorgi giocano con i diversi colori delle pietre preziose, riflettendo sul contrasto tra animato e inanimato. L’artista, infatti, è partito dalle gemme, per poi trovare l’animale più adatto a ciascuna per colore e caratteristiche. Nella parte più viva di ogni creatura viene incastonata la parte più brillante del minerale, illuminate da un punto luce che esalta la diversità tra la componente opaca e quella trasparente.
9 animali per 9 pietre preziose, dove il contrasto tra il bianco e nero fa spiccare le gemme colorate, come avessero una loro luce interiore che va a emozionare lo spettatore. Il colpo di luce viene enfatizzato dal fascio della sorgente luminosa, che diventa parte integrante dell’opera.
Le perfette geometrie delle gemme colorate sono esaltate dalla sinuosità delle forme in bianco e nero degli animali. L’artista ha sapientemente associato la pietra preziosa all’animale di riferimento, rendendo particolarmente intrigante il rapporto e il contrasto tra organico e inorganico.
“Edgardo è un artista di estrema e raffinata eleganza - spiega il curatore Ermanno Tedeschi - che si riflette in tutte le sue opere, realizzate a livello tecnico con un’attenzione meticolosa ai dettagli che le rende uniche. La profonda passione per conoscere e studiare tutto quello che ritrae, ha portato l’artista a trasferire minuziosi animali su carta con l’utilizzo del carboncino e della grafite, permettendogli così di creare un particolare e intenso contrasto di luci e ombre con cui esprime le contraddizioni dei vari animali incastonati di preziose e geometriche gemme”.
Troveremo un ragno dalle geometriche striature in corniola, un pappagallo con la cresta gialla del topazio, la vivissima lingua di zaffiro della lucertola o la testa rubino del serpente. A ogni pietra corrisponde una diversa proprietà e caratteristica: colore della pietra, forma, minerali, il sistema cristallino… sono tutti elementi che rendono il minerale quello che è, con la sua precisa vibrazione. Tutto ciò che è vivo ha una vibrazione: vale per gli animali, come per le pietre. E le opere di Edgardo vibrano di una loro propria energia, come gli elementi da lui rappresentati.
Testo a cura di Ermanno Tedeschi
Alberto Zorzi – Note biografiche
Alberto Zorzi (Santa Giustina in Colle, Padova, 1958), compiuti gli studi presso l’Istituto d’Arte Pietro Selvatico, l’Università di Padova e l’Università Ca’ Foscari di Venezia - in un ambiente culturale influenzato dall’arte cinetica (Gruppo N) come dagli insegnamenti del Bauhaus e della scuola di Max Bill -, intraprende un percorso di docenza, oltre che all’Istituto Selvatico stesso, all’Istituto Europeo di Design di Milano, all’Università di Firenze e Siena, all’Accademia di Belle Arti di Ravenna e Bologna. Parallelamente, svolge una fertile attività di artista orafo.
Fra le mostre più importanti a lui dedicate in spazi pubblici, nel 1999 "Alberto Zorzi", Museo Archeologico, Milano (itinerante in Germania all’Anger Museum, Erfurt e al Deutsches Goldschmiedehaus, Hanau); nel 2009 “Gioielli, argenti, disegni, 1973-2009”, Museo degli Argenti di Palazzo Pitti, Firenze; nel 2010 “Unicum. Alberto Zorzi. Gioielli e Argenti 2000/2010”, Palazzo Fortuny, Venezia. Fra le esposizioni collettive, nel 2008 "Gioiello italiano contemporaneo: tecniche e materiali tra Arte e Design", Sala Tesoro, Castello Sforzesco, Milano (itinerante al Kunstgewerbemuseum, Berlino, e alla Fondazione Accorsi, Torino), e nel 2017 la mostra: "Il gioiello italiano del XX secolo", Museo Poldi Pezzoli, Milano. Numerose le esposizioni in gallerie private, in Italia e all’estero. Inoltre, molte le opere di Alberto Zorzi entrate a far parte delle collezioni di musei italiani e stranieri: Palazzo Pitti - Museo degli Argenti, Firenze; Museo di Palazzo Fortuny, Venezia; Museo Oro d’Autore, Arezzo; Museo Archeologico, Milano; MAR- Museo d’Arte Ravenna, Victoria and Albert Museum, Londra; Musée des Arts Décoratifs, Parigi; Museum of Art & Design, New York; Kunst Gewerbemuseum, Berlino; Museum für Angewandte Kunst (MAK), Vienna; Museo Nacional de Artes Decorativas, Madrid; Museum of Fine Arts, Boston; County Museum of Arts, Los Angeles; Museum of Fine Arts, Montreal.
Edgardo Maria Giorgi – Note biografiche
Edgardo Maria Giorgi, è nato e cresciuto a Torino, è un artista e graphic designer di Torino. Laureato in Architettura nel 2013, ha conseguito un Master in Architettura nel 2016 presso il Politecnico di Torino e di Milano. Il suo lavoro è multidisciplinare con un ampio approccio che spazia dalla progettazione grafica all'arte del disegno. Interamente autodidatta, ha lavorato ed esposto per la maggior parte della sua giovane vita a Torino. Le sue opere sono prevalentemente di argomento storico, sono fotorealistiche-surrealiste e realizzate in grande formato, usando colori a olio su tavole di legno.
Fra le mostre personali: Agiografia Illuminata, Galleria della Pigna, Roma - a cura di Rosario Pinto e Paola Marchiaro, Ottobre 2021; Mito Contemporaneo, Palazzo Saluzzo di Paesana, Torino - a cura di Ermanno Tedeschi, Ottobre 2020. Fra le mostre collettive: Voyage around my room, Biennale di Gerusalemme - a cura di Ermanno Tedeschi e Vera Pilpoul, Novembre 2021; Giocare a regola d’arte, Museo della ceramica, Mondovì - a cura di Ermanno Tedeschi, Ottobre 2021; Unforgettable Childhood, Museo Carlo Bilotti, Roma - a cura di Ermanno Tedeschi, Dicembre 2019; Unforgettable Childhood, Polo del 900, Torino - a cura di Ermanno Tedeschi, Novembre 2019; La Porta nuova, Palazzo Saluzzo di Paesana, Torino - a cura di Ermanno Tedeschi, Ottobre 2019.