L’arte come piace alla generazione Z in 4 video pillole
La Collezione Peggy Guggenheim assolda un gruppo di giovanissimi per ragionare a ruota libera su quattro grandi capolavori. Accanto a loro vengono invitati a dialogare musicisti, scrittori e fotografi. Il risultato sono quattro video del progetto Gen Z Art Storiez. Ecco il primo
Solitamente il commento delle grandi opere d’arte è appannaggio di esperti critici, storici dell’arte o accademici e ricercatori. Il progetto Gen Z Art Storiez ribalta questa concezione con 4 video in cui sono i ragazzi under 25 a raccontare l’arte come piace a loro. L’intento è quello di parlare di capolavori facendo emergere temi in linea con gli interessi della generazione Z, in modo diretto e autentico, al fine di far arrivare il messaggio sia ai coetanei che al resto del pubblico.
I PROTAGONISTI DI GEN Z ART STORIEZ
Alice C., Alice S., Enrico, Eugenia, Lorenzo, Maia, Marcello, Pietro, Sofia sono studenti all’ultimo anno delle superiori, universitari o neo laureati tra i 17 e i 24 anni. Al cospetto di opere di Kandinsky, Magritte, Fini, Boccioni esprimono idee e opinioni su tematiche e valori che questi dipinti ispirano negli occhi di chi li ammira. Ad affiancarli in questa analisi ci sono quattro guest, scelti secondo un gioco di affinità elettive: il musicista Lorenzo Senni, i fotografi Piero Percoco e Matteo Marchi, la scrittrice e attivista Carlotta Vagnoli.
I quattro episodi, realizzati dalla Collezione Peggy Guggenheim in collaborazione con il team editoriale e creativo di ARTE.it, con il sostegno di Lavazza, Institutional Patron del museo dal 2016, dal 24 novembre, e per i successivi mercoledì, verranno condivisi sui canali web e social del museo, sul sito www.arte.it e sui canali social di Lavazza Official.
KANDINSKY ISPIRATORE DI MUSICA ELETTRONICA
Nel primo video, davanti a Paesaggio con macchie rosse n.2 (1913) di Vasily Kandinsky, il musicista Lorenzo Senni con Pietro ed Enrico affrontano il tema dell’influenza reciproca tra discipline artistiche: il rapporto tra arte e musica risulta fondamentale tanto per l’artista russo, autore de Lo spirituale nell’arte, quanto per Senni che afferma come l’arte visiva abbia sempre influenzato la sua musica, tanto da avergli fatto coniare termini come “pointillistic trance”.
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