FotograficaMONTI – Roberto Petitti
Mostra fotografica di Roberto Petitti, che muove dalla citazione di Johann Wolfgang Goethe “Dove c’è molta luce, l’ombra è più nera.”
Comunicato stampa
Riprendono da AntiGallery, nel cuore del rione Monti a Roma, le mostre nell’ambito della rassegna di opera fotografiche FotograficaMONTI curata da Barbara Martausciello.
Domenica 5 dicembre 2021 dalle ore 18.30 si inaugura la mostra fotografica di Roberto Petitti, che muove dalla citazione di Johann Wolfgang Goethe “Dove c’è molta luce, l’ombra è più nera.”
Sono esposte fotografie stampate su carta hahnemuhle che esalta la messa a fuoco dell’autore e la fa apparire quasi pittorica. Il soggetto che è lì raffigurato è l’ombra, interprete principale di queste sue inquadrature: ha, come è facile capire, una forte valenza metaforica che ha affascinato poeti, scrittori, artisti nei secoli nonché grandi fotografi e, appunto, Goethe.
L’ombra da sempre, infatti, allude al doppio, ricorda la parte rifiutata e rimossa di sé, porta a galla paure ancestrali e simboleggia il mistero: il pubblico di questa mostra avrà modo di verificare, come nell'ombra, per esempio di un uomo che cammina al sole, ci siano, come affermava Giorgio De Chirico, più enigmi che in tutte le religioni del mondo. E, come faccia di una stessa medaglia, è sì opposta della luce, ma in sua assenza non esisterebbe; dunque è la luce – materia della stessa Fotografia – a cui l’ombra deve la sua esistenza e a cui sottintende. Petitti sottolinea e ci rimanda l’attrattiva dell’ombra sui sanpietrini di Roma, riportando su questo sfondo privilegiato la proiezione scura ed essenziale delle persone a passaggio, delle coppie, di ciclisti in bicicletta: la loro ombra nera ci indica, pertanto, proprio il protagonismo della luce. La fotografia qui riassume tutto, indicandoci le piccole differenze di toni che possono sfuggire alla vista (le foto, che ad una prima occhiata possono sembrare in bianco e nero, sono in verità a colori) ma che Roberto Petitti trattiene grazie allo scatto sapiente, alla compiutezza dell’inquadratura e alla perfezione della stampa.
L’ombra, è anche considerata elemento principe dell’Arte visiva: Leonardo da Vinci, nel suo celebre Trattato della Pittura, la indicò quale “secondo principio della pittura”, attraverso lo sguardo quasi reportagistico e veloce di Petitti, pare dipinta e si svela altro da sé: quasi come se avesse vita propria, poiché il corpo/oggetto stesso che proietta l’ombra, nelle foto in mostra non si vede quasi mai. Quindi, l’immagine non consiste in un duplicato della realtà, semmai è una sua prospettiva… sghemba, che rivela qualcosa di originale e ironico, dato che Petitti toglie punti di riferimento certi, ovvero capovolge la visione. Nelle foto, belle ed evocative, si coglie la laboriosità del mondo: nella compattezza delle ombre raffigurate con la fotografia, nello scorcio della piazza che le accoglie, sui tombini, nella strada dove si intravede il caratteristico selciato romano, si percepisce che la riflessa oscurità è così nera perché dietro e tutt’intorno – per dirla alla Johann Wolfgang von Goethe (in Götz von Berlichingen, 1773), semplicemente c’è molta luce.