Plautilla Bricci pittrice e architettrice. La mostra a Roma
Va in mostra nella rinnovata Galleria Corsini la storia di Plautilla Bricci, pittrice di genere devozionale ma soprattutto autrice di progetti architettonici come la Villa del Vascello e la Cappella Benedetti nella chiesa di San Luigi dei Francesi a Roma
Un breve tratto di muro ornato da un eccentrico agglomerato roccioso di ispirazione barocca, aggettante sulla trafficata Via Aurelia Antica, nei pressi del Gianicolo: è quanto resta della singolare Villa Benedetta (detta anche Villa del Vascello per la presenza di una loggia semicircolare sormontata da due torri a suggerire la sagoma di una nave da guerra) distrutta dai bombardamenti francesi del 1849 durante la Repubblica Romana. Caso più unico che raro per quei tempi, progettista del Casino e responsabile del cantiere fu una donna, Plautilla Bricci (Roma, 1616 – post 1690), su commissione dell’influente abate Elpidio Benedetti, suo mecenate e mentore.
LA STORIA DI PLAUTILLA BRICCI
Figura un po’ in ombra nella Roma berniniana, Plautilla ha acquistato una rinnovata notorietà grazie al romanzo storico di Melania G. Mazzucco L’architettrice, pubblicato due anni fa, che riprende nel titolo il neologismo – restituito dagli studi d’archivio ‒ con cui l’artista usava definire se stessa e che rimarca l’eccezionalità del personaggio e del suo ruolo professionale. Mossi pertanto da una grande curiosità, ci rechiamo nella suggestiva Galleria Corsini ‒ l’unica quadreria settecentesca romana rimasta finora inalterata, lo ricordiamo ‒, che ha deciso di esordire, dopo un anno di chiusura per lavori infrastrutturali, proprio con l’allestimento della prima mostra monografica dedicata a Plautilla Bricci, con la curatela di Yuri Primarosa.
LA MOSTRA SU PLAUTILLA BRICCI A ROMA
Scorre nelle splendide sale la sua intera produzione grafica e pittorica intercalata da dipinti di artisti con cui ebbe a che fare o che, in qualche misura, la influenzarono. Plautilla si formò, assieme al fratello Basilio, nella bottega del padre Giovanni (allievo di Federico Zuccari e del Cavalier D’Arpino), che orientò la figlia ‒ a quanto si tramanda, incline alla fede religiosa ‒verso il diffuso genere devozionale che coltivò con costanza nel corso della sua lunga vita, guardando ad Andrea Sacchi, a Pietro da Cortona, a Giovan Francesco Romanelli. Vediamo in mostra la prima opera pubblica dell’artista, l’icona carmelitana di Santa Maria in Montesanto: una Madonna col bambino cui sono ascritte virtù taumaturgiche; un’ampia lunetta realizzata a tempera, proveniente dai Musei Vaticani, dedicata al culto del Sacro Cuore di Gesù; un olio su tela con funzione di stendardo processionale, avente per tema la nascita e il martirio del Battista. Ma è per la sua originale e intensa attività di architettrice che Plautilla viene maggiormente ricordata. Menzioniamo, in proposito, alcuni grandi progetti non realizzati, documentati in mostra e, soprattutto, la Cappella Benedetti nella chiesa di San Luigi dei Francesi e la già menzionata Villa del Vascello, considerata il suo capolavoro.
‒ Luigi Capano
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