L’erotismo disegnato da Nicole Claveloux
Classe 1940, la francese Nicole Claveloux è passata dall’illustrazione per l’infanzia al mondo della rappresentazione erotica. Senza mai perdere, però, classe e divertimento
La si ricordava come giovane e deliziosa illustratrice per l’infanzia, figurarsi. E la si ritrova come anziana e pepata visualizzatrice per erotomani, guarda un po’. Ma per la verità qualche premessa c’era già allora, nei fiammeggianti Anni Sessanta e Settanta: femminista intelligente, Nicole Claveloux (Saint-Étienne, 1940) è sempre andata per conto proprio, incurante di regole indotte e insofferente a qualunque prescrizione miope, fosse anche di campo femminista a sua volta. Lei è un’individualista, grazie al cielo di pensiero sempre autonomo.
Fin dai Sixties rivoluzionaria illustratrice sulle coloratissime orme dei grandi Milton Glaser e Heinz Edelmann, poi geniale fumettista per Métal Hurlant e Ah! Nana (la prima stordente rivista francese di bande dessinée tutta al femminile), poi di nuovo pirotecnica collaboratrice della storica casa editrice italiana Dalla parte delle bambine, e intanto pure pittrice, Claveloux è stata sempre, per i suoi pubblici, un’artista molto sorprendente. Tanto che la sua più recente stagione creativa, da sessantenne a ottantenne (quindi quella che con una strizzatina d’occhio si potrebbe definire “la più matura”), si è concentrata su figurazioni di carattere assolutamente e decisamente osé.
LE OPERE DI NICOLE CLAVELOUX
La sua ultima produzione espressiva è focalizzatissima, dunque, e al contempo la può far includere ormai nel novero dei grandi artisti della cochonnerie francese, tra Fragonard e Félicien Rops (ma pure il malandrino austriaco Franz von Bayros sarebbe fiero di lei).
Qualche esempio chiarificatore della sua licenziosa attività illustrativa? In Morceaux choisis de la Belle et la Bête (Eden 2003) sotto il suo pennino la famosa favola rinasce immersa in un’atmosfera tutt’altro che disneyana, ma piuttosto bellamente bestiale: la candidona e il pelosone ci danno dentro senza sosta. In Confessions d’un monte-en-l’air (Folies d’encre 2007) un acrobatico svaligiatore d’appartamenti della Belle Époque si trova sempre, guarda caso, in situazioni molto particolari, che mettono alla prova altre sue attitudini di superdotato e dalle quali esce in modi tutt’altro che disonorevoli; il tutto documentato con eleganti bianchi e neri (e grigi) che nulla lasciano all’immaginazione. Poi in Contes de la fève et du gland (Folies d’encre 2010) ecco che il fagiolo e la ghianda, allegri protagonisti di svariate narrazioni, vengono visualizzati stavolta con matite colorate e gouache, in modi più morbidi e umoristici, e si può dire anche più furbescamente “ingenui”, non senza qualche concessione al grottesco.
L’EROTISMO SECONDO NICOLE CLAVELOUX
Gli altri titoli successivi, particolarmente espliciti – Les aphrodisiaques (Sabine Fournier 2006), L‘ingénue lubrique (Sabine Fournier 2007), Grammaire érotique (La Musardine 2010) –, le cui parti illustrative sono declinate in maniere formali ogni volta differenti (i contenuti invece sono sempre quelli, trionfalmente peccaminosi), non fanno che consolidare la fama di Nicole Claveloux quale decisa ultima interprete, diremmo filologica, della grande tradizione dell’erotismo libertino di matrice parigina. Coiti quasi surrealisti e languidi titillamenti incrociati la fanno sempre da padroni, ma con una divertita classe che qui, come il sangue, non è acqua. Come dire, un gran godimento.
‒ Ferruccio Giromini
http://claveloux.curiosa.free.fr
Articolo pubblicato su Artribune Magazine #62
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