Giorgio Bernasconi – Possibilité Trouvé
Sarà presentata una serie di acquerelli su tela di media e grande dimensione, dedicati alla contemplazione, immaginata come una finestra che si apre a un delicato sguardo urbano.
Comunicato stampa
Il 16 dicembre alle ore 17:00 inaugurerà la mostra “Possibilité Trouvé” presso SPAZIO AMATO, prima esposizione personale di Giorgio Bernasconi.
Ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria: https://mailchi.mp/6bd4a474bf13/spazio-amato-rsvp
Sarà presentata una serie di acquerelli su tela di media e grande dimensione, dedicati alla contemplazione, immaginata come una finestra che si apre a un delicato sguardo urbano.
Il motivo ricorrente della finestra socchiusa funge poeticamente come un invito a varcare la soglia della visione, analogamente allo schema osservato nella “Pietà” di Giovanni Bellini conservata nella Pinacoteca di Brera, in cui la mano di Gesù poggia in primo piano su una lastra marmorea: tale artificio separa il mondo reale dello spettatore da quello dipinto, ma con l’attraversamento di questo confine, operato dalla mano, si tenta un'illusoria fusione tra i due mondi. Facendo una comparazione, la finestra ricopre il ruolo della lastra e l’apertura quello della mano.
La relazione tra tecnica e supporto nella sua identitaria semi-trasparenza obbliga l’artista a lavorare al contrario, cominciando da ciò che è più vicino procedendo verso quel che è più lontano. Questo genera fenomeni di scomposizione in cui le fronde di un albero frammentano la piatta campitura di un edificio, e un fiore interrompe la distesa pennellata di una ringhiera di ferro.
Anche l'allestimento della mostra "Possibilitè Trouvé" fa emergere una ricerca in cui interno ed esterno, reale ed immaginifico portano lo spettatore dentro uno spazio dai confini indefiniti.
Le opere esposte sono realizzate nel 2021, i titoli sono i seguenti: Possibilità 1, Possibilità 2, Possibilità 3, Possibilità 4 e Possibilità Riflessa
Giorgio Bernasconi, classe 1998, laureato in Scultura presso l’Accademia di Belle Arti di Brera, vive e lavora tra Milano e Seregno. Ha partecipato al concorso di Pietrasanta 500 anni di Michelangelo Scultore, mostre indipendenti come: Studio Aperto (MB), l’Invasione degli Asini (CO) Capsula Project (MB) e diverse mostre accademiche come “Oltre i confini” curata da Andrea del Guercio e “Domani” per il progetto Brera-Bicocca. Negli ultimi anni ha lavorato come assistente e collaboratore per diversi artisti ed esposizioni, tra cui BienNoLo.
Presentazione dello spazio e programmazione:
A Milano, nei pressi di Porta Romana (via Vallarsa 20), si trova un palazzo degli anni ‘40.
Scendendo verso le sue fondamenta si entra in un piccolo spazio, di circa trenta metri quadrati, costruito per essere il rifugio antiaereo del condominio.
L’affascinante storia del luogo è testimoniata ancora oggi dalla solida porta in ghisa, che conserva la scritta “Officine aeromeccaniche. Reparto antigas”.
SPAZIO AMATO nasce dalla volontà di farne un luogo espositivo sperimentale, con l’intento di ospitare mostre indipendenti di artisti emergenti e sviluppare una rete di collaborazione e condivisione tra nuove esperienze artistiche.
Lo spazio inaugurerà il 16 dicembre con la prima esposizione personale di Giorgio Bernasconi, dal titolo “Possibilité Trouvé”.
A seguire, SPAZIO AMATO ospiterà le mostre di altri giovani artisti tra cui: Giulio Alvigini, Marco Paleari, Marco Chemello e Pietro Guglielmin.
“Possibilité Trouvé”
Era il 19 luglio, mi ero da poco laureato e il mio piano era semplice,
andare a New York, rimanere 3 settimane dormendo sul divano di mio cugino Saverio, poi prendere un aereo per Los Angeles e raggiungere zia Mandy, a Long Beach. Prendere l’aereo di ritorno che faceva scalo al JFK, casualmente perdere il secondo volo, chiamare mia madre avvisandola che non sarei tornato, e cercare un lavoro, magari nella compagnia di IceCreamTrucks di zio Gerardo.
Purtroppo gli Stati Uniti bloccarono l’entrata a tutti i cittadini europei che non fossero mossi da cause di forza maggiore.
Vi erano diverse situazioni e persone, da cui volevo distaccarmi, e progettavo di farlo mettendo qualche centinaio di chilometri tra me e loro.
Purtroppo, questo non rientrava nelle motivazioni valide. Scusate, ma che fine ha fatto il sogno Americano?
Stavo nel mio studio e riflettevo sulle due domande fondamentali: cosa fare? Dove andare?
Suonò il cellulare, un numero sconosciuto, non mi preoccupai, da qualche settimana ero in uno stato eremitico di ozio e autocommiserazione che non intendevo concludere a breve, e avevo cancellato tutti i miei account social e Google, perdendo gran parte della mia rubrica.
- Pronto? Sono Massimo Uberti-
-Ehi ciao Massimo! Come stai?-
-Ti ho chiamato per farti una proposta, io ho il mio studio a Milano, vicino a fondazione Prada, era un bunker antiaereo, se mi aiuti traslocare te lo lascio-
Le parole “bunker antiaereo” mi incuriosivano. Se esiste un senso della realtà deve esistere anche un senso della possibilità, sebbene non mi servisse, avrei pensato successivamente che farmene.
La data arrivò e dopo un viaggio a Brescia, Massimo mi lanciò le chiavi dello studio, con una mossa da film che non vedeva l’ora di fare, io ero impreparato e le chiavi mi caddero rovinando il momento.
Qualche giorno dopo ricevetti un’altra telefonata di Massimo:
-Giorgio, volevo dirti che quello spazio mi ha portato molta fortuna, ne ha portata anche ai ragazzi che sono stati lì prima di me e sono sicuro che ne porterà anche a te in futuro-
Lo ringraziai e una volta chiusa la telefonata capì che essere rimasto a Milano non era un errore di percorso, bensì l’inizio di un percorso nuovo.
Decisi che quello studio sarebbe diventato uno spazio sperimentale, da vivere, da esplorare, da abitare, sarebbe diventato uno SPAZIO AMATO.